Pregare per il grido della Terra? E perché non per il grido delle creature uccise dall’aborto?

di Claudio Gazzoli

Il 30 agosto Francesco ha pubblicato le sue intenzioni di preghiera per il mese di settembre, intitolate Per il grido della Terra.  Francesco scrive: “Preghiamo perché ciascuno di noi ascolti con il cuore il grido della Terra e delle vittime dei disastri ambientali e dei cambiamenti climatici, impegnandosi in prima persona a custodire il mondo che abitiamo”.

No, Bergoglio, io non sento affatto il “grido della Terra” (si noti la T maiuscola). Non lo sento semplicemente perché la terra non grida, casomai fa rumore come l’oceano, il vento, il vulcano. No, Bergoglio, anche se mi mettessi in posizione yoga, magari davanti a uno di quegli idoli che voi pastori modernisti tanto adorate, non sentirei proprio nessuna voce, nessun grido.

Invece, nel silenzio della mia anima, riesco ad avvertire le urla delle anime che, in sintonia con la mia, alzano il loro lamento per essere state abbandonate in questa landa desolata, senza l’acqua che dà la vita e senza conforto.

Piuttosto percepisco, ma direi ne sono inondato, il puzzo che proviene dalla terra nella quale avete voluto far cadere le nostre anime, come tanti palloncini che, invece di essere lanciati verso l’Alto grazie all’aria leggere dello Spirito, sono stati sgonfiati e riempiti di liquide aberrazioni, molto terrene, che voi stessi condividete.

Riesco persino ad ascoltare le grida delle anime di una moltitudine di bambini tagliati a pezzi dentro al ventre materno. Bambini creati per viverla tutta questa vita e cercare di guadagnarsi il paradiso, e invece sono stati uccisi da quella pratica diabolica che uno di voi ha definito un “pilastro della nostra società” e che subdolamente assecondate con le vostre accademie, con le vostre pubblicazioni.

Avverto pure le grida di milioni di fedeli che avete convinto a farsi inoculare quel liquido che, tra l’altro, ha la sua origine proprio in quella pratica diabolica.

Gesù non ha trattato i grandi problemi della società di allora, che pure c’erano, magari più di oggi. Non ha parlato alle masse, ai gruppi sociali e politici. Non ha parlato alle categorie dei lebbrosi, dei poveri, dei centurioni, dei pubblicani, dei benestanti. Gesù ha parlato al lebbroso, al povero, al centurione, al pubblicano, al benestante. Ha parlato al cuore di ognuno di quei cinquemila che erano con lui sulle sponde del lago di Tiberiade.

Più che il grido della “Terra”, ascolto quello della mia anima sotto gli attacchi del peccato che voi avete voluto sdoganare in quanto parte costitutiva di quella dimensione terrena che voi agognate dopo aver demolito, come raccomanda il vostro unico riferimento ideologico, ogni richiamo verso l’Alto.

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