«Recentemente ho festeggiato il venticinquesimo anniversario della mia conversione al cattolicesimo, e quando ripenso a quel tempo ricordo che era una stagione di grande ottimismo nella Chiesa».
Scrive così Eric Sammons, ex evangelico convertito al cattolicesimo nel 1993. Il suo articolo, «Twenty Five Years Later, I Would Still Become Catholic», «Venticinque anni dopo vorrei ancora diventare cattolico», si può leggere nel sito www.onepeterfive.com ed è un contributo molto interessante sia per capire qual è l’attuale stato di salute della Chiesa cattolica sia per considerare in quale misura e per quali motivi la Chiesa cattolica, vista da fuori, può essere attraente.
All’inizio degli anni Novanta, ricorda Sammons (che è padre di sette figli e autore di libri sulla sua conversione e sull’impegno per l’evangelizzazione) tutti sentivano che finalmente si stava uscendo dal periodo nero degli anni Settanta e Ottanta e che, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, «avremmo presto visto la Chiesa tornare al suo antico splendore».
Ogni settimana, scrive Sammons, un altro pastore protestante diventava cattolico e io pensavo che una volta entrato a mia volta nella Chiesa cattolica sarei diventato un difensore della verità e dei valori cristiani, e lo sarei rimasto per il resto della mia vita.
«Ora – prosegue l’autore – ho vissuto da cattolico per un quarto di secolo, di cui cinque trascorsi a lavorare per una diocesi. È stato un viaggio interessante, più di quanto mi aspettassi. Mi sono sentito privilegiato per essere entrato nella Chiesa sotto papa Giovanni Paolo II, e ho fatto letteralmente salti di gioia quando il cardinale Ratzinger, il mio teologo preferito, è stato eletto papa nel 2005. Tuttavia da quel momento ho assistito al susseguirsi degli scandali: la crisi degli abusi commessi da preti, l’omosessualità incontrastata tra il clero, parrocchie tiepide, falsi insegnamenti e azioni vigliacche a tutti i livelli nella gerarchia».
Ma le cose, sostiene Sammons, sotto molti aspetti vanno peggio ora.
«Uno dei motivi principali per cui ho abbandonato il protestantesimo è stato che ho visto nella Chiesa cattolica una roccia sicura, sulla quale poter stare ritto in mezzo alle acque agitate della modernità. Uno dei miei primi passi verso il cattolicesimo fu mosso proprio dalla frustrazione provocata dagli insegnamenti morali del protestantesimo, o meglio dalla mancanza di insegnamenti. Ero un membro della Chiesa Metodista Unita, che ha approvato sia la contraccezione artificiale sia l’aborto. Pur avendo preso in considerazione altre denominazioni protestanti, non ne ho trovata nemmeno una che non fosse contaminata dai venti del relativismo morale che caratterizzano la vita moderna. Nella Chiesa cattolica, invece, ho visto un baluardo di forza morale. Ho ammirato il papa Giovanni Paolo II e la sua volontà di combattere per principi morali senza tempo, anche di fronte a una dura opposizione. Ma se qualcuno allora mi avesse detto che un quarto di secolo dopo alcuni sinodi romani avrebbero messo in discussione le questioni non negoziabili, come l’adulterio, sotto uno sguardo di approvazione da parte del romano pontefice, mi sarei chiesto se valesse la pena di abbandonare la fede della mia giovinezza».
Credo comunque – dice Sammons – che tutto sommato ne sia valsa la pena. Se, guardando ai due sinodi sulla pastorale per la famiglia, l’ex protestante avverte qualche dubbio circa la sua scelta, si sente molto più rinfrancato pensando alle promesse di Cristo a difesa della sua Chiesa.
«Come metodista – scrive – ero sempre preoccupato che la mia comunità avrebbe continuato ad abbandonare la morale tradizionale per abbracciare ogni aspetto della rivoluzione sessuale, come poi è effettivamente successo. Sapevo che era possibile, perché Cristo non ha mai promesso di proteggere la Chiesa metodista dall’errore. Come cattolico, però, sono meno ansioso. Certo, mi scandalizzo quando i leader cattolici abbracciano la menzogna e il male, e quando lo fanno in modo tale da provocare danni incalcolabili alle anime. Eppure so che la Chiesa cattolica non fallirà e continuerà ad essere la Chiesa di Cristo. Questa rassicurazione non deve essere presa come una scusa per consentire il diffondersi di falsità (“Era solo una battuta su un aereo, che importanza ha?”), ma per mettere le cose nella giusta prospettiva. Se seguiremo gli insegnamenti ufficiali della Chiesa cattolica nella loro totalità, saremo salvati. Nessun’altra chiesa può dirlo».
Un altro aspetto della Chiesa cattolica che non può mai essere dato per scontato o sottovalutato, dice Sammons, è costituito dai sacramenti.
Si potrebbe andare a una messa celebrata da un prete vestito da clown, e noi fedeli riceveremmo comunque il Corpo e il Sangue di Cristo nell’eucaristia. Questa consapevolezza, dice Sammons, non deve farci sottovalutare lo scandalo di una messa celebrata male, ma va ricordata per sottolineare che il Signore non smetterà mai di riversare la sua grazia sul mondo per la salvezza delle anime. «Come cattolico, ho il privilegio di incontrare Cristo nella santa comunione e nella confessione. E ogni giorno mi viene donata la grazia attraverso il sacramento del matrimonio. Questi sono regali che superano infinitamente eventuali scandali o debolezze dei ministri di Cristo».
Un altro motivo per cui tornerei a convertirmi al cattolicesimo, dice Sammons, è che quando ero protestante la mia conoscenza della storia cristiana riguardava soltanto il primo e il sedicesimo secolo, ma non sapevo nulla di quel meraviglioso arazzo composto dalle vite dei santi che hanno testimoniato la verità della Chiesa.
«Quando vedo quali vette di santità è in grado di produrre la Chiesa cattolica, so che deve essere ispirata da Dio, perché nessuna istituzione umana potrebbe includere membri così luminosi. Voglio essere parte della Chiesa che ha incluso san Pietro, san Atanasio, san Benedetto, san Francesco e santa Chiara, santa Teresa d’Avila, santa Teresa di Lisieux, san Massimiliano Kolbe. E occorre notare che i santi più grandi si sono avuti nei momenti di maggiore crisi nella Chiesa e nel mondo. E se la Chiesa può produrre tali giganti della fede durante periodi di grande scandalo, forse può cambiare in meglio anche me stesso!».
Ecco perché, scrive Eric Sammons in conclusione, tornerei a convertirmi al cattolicesimo: perché è vero!
«Non mi unirei mai a una religione o a una chiesa per aderire a un culto della personalità intorno al suo leader o perché è libera dagli scandali. Mi unisco alla Chiesa cattolica perché è vera. La Chiesa cattolica insegna la verità, ed è l’unica strada per la Via, la Verità e la Vita. C’è solo una Chiesa, ed è la Chiesa cattolica. Essere un seguace di Cristo significa essere un membro della Chiesa cattolica. Andare altrove significherebbe abbandonare nostro Signore».
San Pietro, dopo che Cristo rivelò il suo insegnamento sull’eucaristia, disse a nostro Signore: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Giovanni 6, 68-69).
«Allo stesso modo – dice Sammons – , quando sono frustrato o scandalizzato a causa di ciò che vedo accadere nella Chiesa di oggi, posso solo esclamare: “Signore, dove devo andare? Hai stabilito la Chiesa cattolica come il percorso verso la vita eterna; e ho creduto, e sono venuto a sapere, che è la vera Chiesa di Cristo”».
Che cosa aggiungere a questa bella testimonianza? Solo un pensierino.
Siamo così impegnati a vedere che cosa ci manca per essere come i nostri amici protestanti, che non ci accorgiamo di quanto abbiamo, dei doni che il Signore ci ha fatto e di quanto manca ai protestanti per essere come noi.
Non si tratta di fare classifiche, perché lo Spirito soffia dove e come vuole, ma di guardare in faccia la realtà della Chiesa cattolica, l’unica vera Chiesa di Cristo. Espressione che oggi, in epoca «ecumenically correct», suona male, ma non per questo è falsa!
Aldo Maria Valli