Si intitola Le veggenti. Le profezie delle anime-vittima che salvano il mondo (Salani, 240 pagine, 14,90 euro) ed è l’ultimo libro di Saverio Gaeta, già autore di un libro dal titolo simile, Il veggente, dedicato alla vicenda umana e spirituale di Bruno Cornacchiola, l’uomo che nel 1947 ebbe un’apparizione della Madonna presso la località delle Tre Fontane, a Roma, e ricevette rivelazioni da lui trascritte in un diario.
In questo nuovo libro Gaeta passa in rassegna le premonizioni di alcune fra le mistiche più note, che in molti casi hanno anticipato fatti poi realmente accaduti e lanciano avvertimenti sul destino che attende l’umanità in mancanza di un profondo ravvedimento e di una conversione.
Abbiamo posto a Saverio Gaeta alcune domande.
Perché questo libro?
Mike Bongiorno chiedeva: «Lascia o raddoppia?». E io, dopo Il veggente sulle apparizioni romane della Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola, rispondo raddoppiando con Le veggenti, dove propongo le rivelazioni ricevute da numerose mistiche nell’arco degli ultimi mille anni, ma con una particolare attenzione a quelle dell’ultimo secolo, che ci descrivono cosa avverrà nel futuro prossimo del mondo e della Chiesa. È una sintesi che nessuno aveva fatto prima, anche perché richiede anni di lettura di centinaia di manoscritti e di testi difficilmente reperibili. Ma sono molto contento di averlo fatto, perché ne è valsa la pena, innanzitutto a livello personale, poiché mi ha consentito di incontrare figure straordinarie, attraverso i loro scritti divinamente ispirati.
Come hai scelto le veggenti? Quali criteri hai seguito nella selezione dei nomi e dei testi?
Non ho particolari virtù di discernimento e, grazie a Dio, non spetta a me dare patenti di veridicità. Mi sono perciò fidato innanzitutto delle mistiche che hanno già ottenuto il riconoscimento da parte della Chiesa, essendo state ufficialmente elevate all’onore degli altari: da santa Ildegarda di Bingen, che addirittura è dottore della Chiesa, a santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa, da santa Faustina Kowalska, l’apostola della Divina Misericordia, alla beata Katharina Emmerick, notissima per le sue visioni della Passione di Gesù, dalla beata Anna Maria Taigi, la mistica che vedeva il futuro in una specie di sole che teneva sempre dinanzi agli occhi, alla beata Elena Aiello, che per ordine di Gesù scrisse più volte a Mussolini per dissuaderlo dall’entrata nella Seconda guerra mondiale. Ma poi ho aggiunto altre mistiche delle quali penso sia evidente la credibilità, per le quali soltanto l’ignavia dei responsabili ecclesiastici ha finora impedito l’apertura del processo di canonizzazione: qualche nome per tutte, quelli di Luisa Piccarreta, la divulgatrice della Divina Volontà, di Maria Valtorta, che scrisse sotto ispirazione L’Evangelo come mi è stato rivelato, di Teresa Musco, che morì a trentatré anni dopo aver ricevuto il medesimo segreto di suor Lucia di Fatima.
Tu dici che in tutte le profezie è possibile riscontrare una sorta di schema comune. Ce ne puoi parlare?
Nel libro dettaglio mediante una serie di episodi preannunciati in passato, e poi effettivamente verificatisi, la credibilità di quanto le mistiche scrivono per illuminazione celeste. È ragionevole dunque fidarsi anche delle loro comuni premonizioni (all’insaputa ovviamente l’una dell’altra), dalle quali emerge una sequenza di eventi che caratterizzeranno il futuro, voluti da Dio per aiutarci nel nostro lavoro di conversione e nel cammino verso la meta finale del Paradiso. Innanzitutto ci sarà un Avvertimento, che metterà tutti personalmente a nudo dinanzi alla propria coscienza, per rendersi conto del male fatto e del bene non compiuto. Quindi alcuni Segni, particolarmente nei luoghi delle principali apparizioni mariane, saranno una concreta manifestazione del soprannaturale, pur mantenendo lo spazio alla libertà umana di credere o no. Successivamente ci sarà il preannuncio di una decina di Segreti, la cui realizzazione potrà essere verificata. Infine, se proprio gli uomini non si convertiranno, potrà avvenire il Castigo, un cataclisma ecologico e/o nucleare che porterebbe alla distruzione di buona parte dell’umanità.
Qual è lo scopo delle profezie?
La scansione degli eventi che ho appena descritto potrebbe sembrare un allarmistico modo di procedere da parte di Dio e della Madonna. Ma in realtà, in termini umani, non è altro che ciò che fanno i buoni padri e madri di famiglia, quando spiegano ai figli i rischi nei quali potrebbero incorrere continuando a comportarsi in maniera impropria. Se al semaforo la mamma dice al bambino piccolo che, attraversando con il rosso, finirà spiaccicato dalle macchine (invece di dire che si farà un po’ di bua…), non mi sembra che faccia terrorismo psicologico, ma semplicemente che utilizzi parole forti per far comprendere con chiarezza la gravità della questione.
Papa Francesco non sembra avere una particolare sensibilità verso le veggenti, come dimostra la sua presa di distanza da Medjugorje. Che ne pensi?
In questi casi, il suo mi sembra un atteggiamento superficiale, dovuto probabilmente a una imprecisa conoscenza dei fatti e delle persone. Basti dire che ha definito «postina» la Madonna che appare ai veggenti di Medjugorje su appuntamento, proprio durante il viaggio di ritorno da Fatima, l’apparizione nella quale, il 13 maggio 1917, la Vergine disse a Lucia: «Sono venuta a chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13, a questa stessa ora»! Del resto, in questi giorni abbiamo festeggiato il 160° anniversario di Lourdes, dove l’Immacolata chiese a Bernadette: «Volete avere la gentilezza di venire qui per quindici giorni?». E anche nello spiegare le conclusioni della cosiddetta Commissione Ruini, Francesco è stato inesatto, poiché ha dichiarato che le prime apparizioni meritano di essere ancora investigate, mentre invece nella relazione finale è chiaramente affermato che sette delle prime dieci apparizioni hanno tutti gli aspetti della credibilità, mentre è per le successive che vengono suggeriti approfondimenti.
Hai una veggente preferita?
Sono decisamente tante. Ma forse quella che sento più vicina è Natuzza Evolo, la mistica calabrese che si definiva «un verme della Terra» nonostante la quantità di carismi che aveva ricevuto in dono, dalle stimmate alla visione di Gesù e della Madonna, dalla conoscenza della condizione ultraterrena dei defunti all’emografia, cioè la composizione di scritte e disegni di tematiche spirituali con il sangue che le usciva dalle piaghe. E con il Signore non aveva problemi neanche a replicare senza giri di parole, come già aveva fatto Teresa d’Avila, tanto che nella Quaresima 2005 intrecciò con lui questo dialogo: «Natuzza: Non è che dite: “Povera figlia, l’ho lasciata sola, vado a visitarla”. Gesù: Io gli amici miei così li visito. Natuzza: Apposta ne avete pochi amici e non vi vogliono bene. Se li visitate tutti come visitate me!».