Abbiamo già parlato del documento prodotto dai giovani in vista del sinodo dei vescovi in programma il prossimo ottobre. Un testo che più che fornire stimoli ricalca quasi alla lettera le convinzioni al centro del pontificato di Francesco e propone una visione tutta orizzontale della Chiesa, secondo schemi di sapore sessantottino.
Com’è nato il documento? Il Vaticano ha spiegato che è stato il frutto di un’ampia consultazione condotta in tutto il mondo, ma il tono generale fa supporre che ci sia stata una regia tesa a privilegiare alcuni aspetti a danno di altri e una conferma in tal senso viene dalla testimonianza di un membro del gruppo Facebook di lingua inglese, John Monaco, laureato alla Boston College School of Theology and Ministry, che sul Catholic Herald (http://catholicherald.co.uk/commentandblogs/2018/03/30/on-liturgy-and-orthodoxy-the-synod-document-forgot-our-voices/) denuncia che in sede di consuntivo finale è stata del tutto ignorata l’attenzione dimostrata da alcuni giovani nei confronti di temi come la forma straordinaria della messa, in base al motu proprio di Benedetto XVI Summorum pontificum del 7 luglio 2007, e gli insegnamenti più impegnativi della Chiesa.
Tra le quindici domande poste sull’esperienza di fede e sulla Chiesa, spiega John Monaco, ce n’erano molte che portavano a risposte in linea con la cosiddetta «Chiesa di Francesco», e così infatti è avvenuto. Tuttavia ciò non ha impedito che tra le risposte date dai giovani del gruppo Facebook in inglese, circa duemila, emergesse in modo evidente il desiderio di un insegnamento in linea con la tradizione e con una specifica attenzione per la liturgia, anche nella forma straordinaria. Eppure questi spunti non hanno trovato spazio nel documento finale.
Monaco riferisce di aver contato almeno trenta richiami riguardanti in particolare la messa in latino, da parte di giovani che hanno manifestato il desiderio di avere «qualcosa di più» rispetto a quanto assicurato dalla riforma postconciliare. Bisogno di trascendenza e stupore sono i concetti a cui hanno fatto ricorso questi giovani, che hanno sottolineato come un tale desiderio non possa essere saziato da una liturgia banalizzata, dalla musica pop introdotta nelle chiese e da un comportamento liturgico antropocentrico. Ma che fine hanno fatto queste sollecitazioni? Semplicemente sono sparite.
Circa la dottrina, la stragrande maggioranza dei giovani, spiega Monaco, ha sottolineato l’importanza di una fede retta e di un solido insegnamento morale, raccomandando alla Chiesa di non allontanarsi dalle verità fondamentali. «Io e molti altri – scrive – avevamo fiducia che il documento finale avrebbe rispecchiato le nostre preoccupazioni, ma quando il testo è stato pubblicato e diffuso, ecco che un intero gruppo di giovani ha scoperto di essere stato semplicemente ignorato. Per esempio, per quanto riguarda la sacra liturgia, non vi è alcun riferimento esplicito alla forma straordinaria; il testo parla piuttosto di “reverenziali liturgie tradizionali”». Un problema di traduzione? Può essere, risponde Monaco, ma ciò non toglie che molti di noi non si sono sentiti rappresentati dal documento finale.
In particolare, «coloro che hanno sottolineato l’importanza di un forte insegnamento morale sono rimasti scioccati nello scoprire che il documento finale considera argomenti come il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la contraccezione artificiale come “questioni polemiche”, come se si trattasse solo di posizioni politiche e non di verità deontologiche fondate sulla sacra scrittura e la tradizione».
Uno dei membri del gruppo ha detto chiaramente che il documento non riflette l’opinione predominante fra i giovani, dando l’impressione che la Chiesa trascuri tutti quei giovani che sono preoccupati per la retta dottrina, la morale cattolica e lo stato della liturgia.
Un altro membro ha commentato: «Nonostante il fatto che così tanti giovani abbiano espresso le loro richieste in merito alla forma straordinaria, queste opinioni sono state omesse. Al loro posto c’è solo qualche breve cenno sull’importanza del silenzio. Non ho parole per esprimere la mia profonda tristezza e la sensazione di essere stato ignorato».
Ma c’è di più. Stando a quanto riferisce Monaco, quando molti giovani hanno fatto notare ai leader del gruppo la grave incongruenza tra sollecitazioni fornite e sintesi, i loro commenti sono stati cancellati.
Considerazione finale: «Per quelli di noi che si aspettavano una “Chiesa in ascolto” questa esperienza ha lasciato profonda frustrazione».
Aldo Maria Valli