Il papa, l’inferno e Dante
– Buongiorno, amico ‘aro.
– Buongiorno! Ma lei… lei è… Non ci posso credere: Dante! Il sommo poeta!
– Sì, sono io. Ma non mi chiami così. Basta sommo.
– Grazie sommo! Quale onore! Ma perché ha voluto vedermi?
– Perché leggo il suo blog.
– Come dice? Lei, Dante, il sommo poeta…
– Basta sommo, gliel’ho già detto…
– Ah sì, certo… Lei… lei legge il mio blog?
– Beh, devo tenermi aggiornato, no?
– Certo, certo. E dunque?
– Dunque ho sentito che il pontifice, parlando con quel giornalista, Scalfari, ha detto che l’inferno non esiste.
– Già. Ma poi la sala stampa vaticana ha smentito.
– Sia serio. La sala stampa non ha smentito. Ha detto… aspetti, me lo sono appuntato… Ha detto che «quanto riferito dall’autore nell’articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre».
– È vero, sommo. Così hanno detto.
– Ma che succede? Il pontifice parla con un giornalista, e il giornalista scrive senza aver preso appunti, e poi la sala stampa fa una smentita che non è una smentita. Ma in che mondo vivete qui nel ventunesimo secolo? Ma che voi siete grulli?
– Beh, ecco, caro sommo. Sono tempi, diciamo così, un po’ confusi.
– ‘onfusi? Ah me sembrano bui, ma di molto bui! E poi dicono che il medioevo era buio! Al confronto, il medioevo era il trionfo dell’illuminazione! Ma che c’avete ner capo?
– Ma mi dica: in che cosa posso servirla, sommo?
– Lei fa il vaticanista, non è vero?
– Indegnamente, sì…
– Dunque parla con il pontifice?
– Veramente no, mi spiace. Il papa parla con Scalfari…
– Anch’io coi pontifices non ci sono mai andato gran che d’accordo.
– Lo so, lo so, caro sommo.
– Ecco. Comunque, anche se non gli parla, col pontifice, vorrei che gli consegnasse un mio messaggio.
– Un messaggio? E di che tipo?…
– La mia quaestio, la mia domanda, è semplice: come fa, il pontifice, a parlare del diavolo e poi a dire che l’inferno non esiste? Chi è, per lui, il demonio? E dove lo colloca?
– Beh, caro sommo, la questione è complessa…
– Ma io non lo chiedo a lei. Lo chiedo al romano pontifice. E vorrei che lei mi facesse da messaggero.
– Non ne sono all’altezza!…
– Lasci stare. Veniamo al dunque. Inferno no, demonio sì. Qualcosa non quadra. A me sembra che qui la diritta via sia stata smarrita. E glielo dice uno che all’inferno ha dedicato un bel po’ di studio.
– Sappiamo, sappiamo…
– Che c’è? Non mi crede?
– No, no, ci mancherebbe! Voglio solo dire che, in quanto ex studente, so bene quanto lei abbia scritto circa l’inferno…
– Ecco, appunto.
– E devo comunicare altro?
– Sì. A messer Scalfari il pontifice ha detto…
– Avrebbe detto…
– Vabbè, avrebbe detto… aspetti me lo sono appuntato, ecco, avrebbe detto che le anime cattive scompaiono. Per la precisione: «Le anime cattive non vengono punite, quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici».
– Eh già…
– Come sarebbe a dire che scompaiono?
– Non lo so, caro sommo. Bisognerebbe chiederlo al papa.
– E io infatti glielo chiedo! Le anime scompaiono? E il destino eterno? E il giudizio di Dio? E la risurrezione? Ma qui è in giuoco la fede, è in giuoco l’Evangelio!
– Già, è così…
– E voi moderni pensate d’esser ragionevoli?
– Beh, sa…
– Non balbetti! E prenda appunti su ciò che le dico! Non faccia come qualcuno…
– Certo, certo, sommo. Sto scrivendo.
– Ecco, bravo.
– C’è altro?
– Sì. ‘odesto pontifice attuale, che parla con ‘odesto giornalista che non prende appunti, e dice ‘odeste cose che non stanno né in cielo né in terra, perché lo fa?
– Le avrebbe dette, caro sommo. Userei sempre il condizionale…
– Non faccia il maestro d’italiano con me!
– Me ne guardo bene…
– Le avrebbe dette, d’accordo. Ma già il fatto di parlare ‘osì, liberamente e superficialmente, di ‘odeste cose ‘osì importanti per la fede, e di farlo con un giornalista che non prende appunti, e di farlo non una, ma cinque volte, mi fa ribollire! Torno a dire: ma in che mondo vivete voi moderni? Ma quale filosofia utilizzate? Veramente mi sembrate legni senza vela e senza governo! Ma a che ‘osa agganciate la vostra felicitade?
– Felicità, sommo… noi diciamo felicità…
– Vabbè. Resta la quaestio: come fate a vivere così? Come trattate Madonna Intelligenza? E perché non chiedete al romano pontifice…
– Pontefice…
– Vabbè, perché non gli chiedete d’esser come petra, com’egli dev’essere?
– Questioni complesse, caro sommo…
– Macché complesse e complesse. Questioni decisive! So che il romano pontifice…
– Pontefice…
… che il romano pontefice ha scritto un’enciclica sul riscaldamento della terra. Dovrebbe scrivere qualcosa su quanto scotta l’inferno, altro che! La salvezza delle anime: ecco ciò che dovrebbe stargli a core! E dovrebbe parlarne con grande eloquentia! Io l’ho vista quella desolazione! E Lucifero! Lo ‘mperador del doloroso regno. Io so quanto è mostruoso! E quanto è duro il destino delle anime prave! Perché il pontifice non ne parla?
– Ma lo fa, lo fa… Solo che… sa… deve rivolgersi al mondo…
– Ma che mondo e mondo!? Nel mio parlar voglio esser aspro: il pontifice sia fervido e passionato nel mostrar la veritate! Lui è il custode dell’alma di ciascuna creatura! Lui parli della gloria di colui che tutto move! Miserere! Miserere! Pape Satàn, pape Satàn aleppe!
– Ehm… scusi, sommo. Vedo che si sta infervorando, e la corona d’alloro le sta scivolando dal capo. Le chiederei di esprimersi nel volgare del nostro tempo, per cortesia.
– Ah! Sì, certo. Insomma, ci siamo ‘apiti. Lei mi farà da messaggero?
– Guardi, sommo, gliel’ho già detto: non ho contatti, non frequento…
– Suvvia, impegni l’onore suo, a salvamento dell’alme. E tenga a mente quanto le ho detto. Ha scritto?
– Sì, sommo, ho scritto.
– Alluminare la fede lungo lo diritto calle…
– Sommo, la prego…
– Dicevo: illuminare la fede lungo la via della verità, ecco ciò chiediamo al pontifice nostro, servus servorum Dei. Non chiacchiere con un giornalista che non prende appunti. Solo così potremo uscir a riveder le stelle! Ha scritto?
– Certo, sommo.
– Bene. La saluto. E non dimentichi: poca favilla gran fiamma seconda!
– Grazie, sommo, non dimenticherò. E torni a trovarmi, quando può.
– Fatti non foste a viver come bruti…
Aldo Maria Valli