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Don Camillo, il Met e una sfilata blasfema

 

– Dove corri don Camillo?

– Gesù, vengo a pregare in ginocchio per questa nostra Chiesa.

– Don Camillo, che cosa c’è? Perché sei così agitato?

– Ma Gesù, non avete saputo?

– Che cosa dovrei sapere, don Camillo?

– Non avete letto della sfilata blasfema a New York, quella carnevalata… per l’inaugurazione della mostra del Met?…

– Il Met? Non capisco…

– Ma sì, il Metropolitan Museum of Art…

– Don Camillo, non ti facevo così glamour

– Ma Gesù, che cosa dite? Io non so niente di queste cose. Però ho letto quella notizia, ho visto le foto. E ci sto male.

– Ma perché, don Camillo?

– Questo museo di New York, famosissimo, ha organizzato una mostra su «moda e religione», o qualcosa del genere, e il Vaticano ha mandato alcuni paramenti sacri. Poi per inaugurare la mostra c’è stata una sfilata con attrici, o cantanti, non so, che indossavano abiti ispirati alla religione.

– Beh, don Camillo, non mi sembra una grande idea e non è la prima volta. Mi ricordo che Fellini, il regista, in uno dei suoi film fece sfilare preti, suore e monsignori…

– Ma Gesù… A parte che quel film a me non è mai piaciuto, qui la cosa è diversa.

– In che senso?

– Nel senso che qui i paramenti sacri forniti per la mostra sono veri! E li ha mandati il Vaticano!

– Oh bella, don Camillo. Il Vaticano non ha altro da fare?

– Me lo chiedo anch’io. Pensate, Gesù: il Vaticano ha mandato paramenti appartenuti ai papi, anche al santo Giovanni Paolo II.  E durante la sfilata si è vista una prosperosa attrice agghindata da «papessa» e un’altra con un presepe napoletano sulla testa…

– Sulla testa?…

– Così pare, Gesù.

– Certo che questi americani sono strani.

– Loro saranno anche strani, ma qui il problema è che c’era il consenso del Vaticano, che ha collaborato…

– Ma don Camillo, lo sai, il mondo è cambiato: tutto è immagine, comunicazione. Magari qualcuno, vedendo quei paramenti, si è convertito…

– Gesù, voi siete troppo buono. Per me non si è convertito nessuno.

– Don Camillo, non essere presuntuoso! Solo Dio vede nei cuori degli uomini.

– Lo so, Gesù, perdonatemi. Ma vedere cose sacre utilizzate così, in quel modo irriverente e oltraggioso, mi ha fatto proprio male, ecco.

– Ma don Camillo, quei paramenti in Vaticano sono sempre sotto chiave. Almeno così hanno preso un po’ d’aria…

– Gesù, voi non potete capire…

– Don Camillo!

– Scusate, Gesù, volevo dire: voi siete buono e fiducioso, vedete sempre il bene, ma secondo me c’è un limite a tutto.

– E quale sarebbe questo limite?

– Ma non lo so, però lo sento. È una questione di rispetto. Per esempio: le vesti sacre di Giovanni Paolo II e Pio IX possono essere considerate reliquie. Sono state a contatto con un santo e un beato. Come si fa a mandarle a una mostra che poi viene presentata così?

– Ma lo sai: la santità non è una cosa da museo!

– Lo so, lo so. Ma c’è modo e modo.

– E il modo lo vorresti decidere tu, don Camillo, un povero parroco?…

– Ma no, Gesù, che cosa dite? Io non voglio decidere niente. Ma la mia anima soffre. Mi sembra che questa Chiesa, quando si comporta così, diventi come il mondo…

– Chiesa santa e uomini peccatori…

– Avete ragione. Ma secondo me non si può passare tutto sotto silenzio, non si può sempre dire che tutto va bene…

– E il giudice saresti tu, don Camillo?

– No, non il giudice, ma comunque uno che pensa, ecco.

– E che cosa pensi?

– Penso che almeno il buon gusto andrebbe rispettato…

– Ah, ecco dove volevi arrivare: ma lo sai che è difficile fissare i confini dell’arte…

– Ma Gesù, qui non è arte…

– Ma come, non mi parlavi di un Museo d’arte?…

– Sì, sì, ma la sfilata per me non ha niente a che fare con l’arte. È stata un’idea sciagurata. E mi fa soffrire quella disponibilità data dal Vaticano.

– E dunque?

– E dunque sono venuto qui, davanti a voi, per pregare in ginocchio. Pregare per questa nostra Chiesa che a volte sembra aver perso la bussola.

– Ma don Camillo, il Vaticano non è tutta la Chiesa…

– Giusto. Pregherò per la Chiesa e soprattutto per il Vaticano, per chi ha mandato a New York i paramenti per la mostra, forse senza pensare al contesto.

– Bravo, la preghiera fa sempre bene.

– Preghiera di riparazione. Pensate che c’erano pure i cantori della Cappella Sistina e alla fine si sono fatti fotografare accanto alle attrici…

– E allora? Poveri cantori…

– Ma dovreste vederle, quelle foto. Non c’è da crederci.

– Ma don Camillo, mi stai diventando bacchettone?

– Gesù, non fatemi dire altro.

– Don Camillo, ricorda: non giudicate, e non sarete giudicati!

– Sì, ma voi avete detto: se il tuo occhio ti dà scandalo, cavalo!

– Giusto.

– E prego anche per l’arcivescovo di New York, che era là in mezzo ad attrici poco vestite…

– Ma don Camillo…

– Ditemi, Gesù…

– E se magari pregassi un po’ anche per un altro?

– Per chi?

– Prova a indovinare?

– Gesù, mi sa che ho capito.

– Ecco, bravo…

– Va bene, pregherò anche per me stesso. Chiederò perdono per questa mia agitazione, per questa arrabbiatura. Che però non posso nascondere.

– E fatti anche una camomilla, già che ci sei, così ti calmi.

– Però, Gesù, vorrei chiedervi una cosa…

– Dimmi, don Camillo.

– Certamente, oltre alle mie, riceverai tante altre preghiere di gente che è rimasta male per quella sfilata e la collaborazione del Vaticano.

– E allora?

– E allora vi chiedo umilmente di accettarle

– Sarà fatto, don Camillo.

– Grazie Gesù. Incomincio subito: «O Dio infinitamente santo! Ti adoro, mi prostro umilmente alla tua presenza e ti prego nel nome del tuo divin Figlio di perdonare a tanti peccatori che ti offendono! Ti offro la mia vita e desidero riparare tante ingratitudini!».

– Don Camillo…

– Ditemi Gesù.

– Che ne diresti di accendere un cero davanti a mia Madre?

– Oh, giusto Gesù! Avete ragione! Avrei dovuto pensarci prima. Grazie!

– Grazie a te don Camillo!

Aldo Maria Valli

 

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COME LA CHIESA FINÌ

di Aldo Maria Valli

PAGINE 180

PRIMA EDIZIONE 2017

SECONDA RISTAMPA 2018

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Un racconto distopico. Nel Mondo Finalmente Unificato non c’è libertà e non ci sono religioni. Il Re­gime universale imposto da Co­loro che Amano assicura una stabilità che è totale asservimento. La causa di tale in­voluzione è il pro­gres­sivo dissolversi della Chiesa cat­to­lica. Essa infatti, in nome di un ma­linteso senso dell’apertura, non più ba­luardo a difesa della verità, ha in­trapreso un per­­corso di adesione alle idee dominanti. Non ne avremmo me­moria se un isolato te­­­­sti­mone, il Can­­to­re Cieco, sfidando i ferrei controlli del Regime, non avesse deciso di narrarne la storia. Veniamo così a co­noscere le vicende che hanno de­terminato la conversione della Chiesa cattolica nella Nuova Chiesa Anti­dog­matica, così conciliante ed ecu­me­nica da giungere a proclamare il Super­dogma del Dialogo. Vicende che, scandite dal succedersi di papi tutti curiosamente di nome Fran­cesco, conducono a un ri­sultato inevitabile: la fine della Chiesa. O al­meno così sem­bra.
Aldo Maria Valli:
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