Il sinodo panamazzonico dedicato dalla Chiesa ai popoli che abitano il pianeta Amazzonikus B 31, vero polmone verde dell’universo, porterà numerose novità.
Nel Documento Preparatorio dell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi, presentato in Intergalactic Conference Call dal Vaticano ai presuli di tutte le galassie, si fa capire che ci saranno passi avanti circa le annose questioni dei viri probati e del sacerdozio femminile.
Nel testo si fa aperto riferimento al «gemito», così è definito, proveniente dal pianeta Amazzonikus B 31: è quello di milioni di comunità private per anni luce della comunione, a causa della mancanza di preti. Ecco allora la necessità, si legge nel documento, di «progettare nuovi cammini» affinché la santa comunione sia portata a tutti e con maggiore frequenza.
A tal fine si sottolinea quanto sia prioritario «proporre nuovi ministeri e servizi per i diversi agenti pastorali, che rispondano ai compiti e alle responsabilità della comunità» e anche «individuare quale tipo di ministero ufficiale possa essere conferito alla donna».
In altre parole, poiché i preti sono pochi e il pianeta Amazzonikus B 31 grandissimo, per poter celebrare l’eucaristia con una frequenza almeno accettabile occorrerà ammettere al sacerdozio ministeriale uomini sposati e di provata fede, i viri probati appunto, ed affiancare gradualmente ad essi le diaconesse, che potrebbero fungere da apripista verso il sacerdozio femminile.
Sebbene la Congregazione intergalattica per la dottrina della fede abbia detto di nuovo no, anche in tempi recenti, alle donne prete, tutto fa supporre che proprio il Sinodo panamazzonico dell’anno 3019 sarà l’occasione per aprire una breccia in questa direzione. Allo stesso modo, spiegano i ben informati, l’istituzionalizzazione dei viri probati servirà a dare inizio al cammino che porterà all’introduzione in tutto l’universo dei preti sposati.
In un primo tempo, riferiscono fonti riservate, le due nuove figure saranno introdotte ad experimentum, ma è ormai chiaro che il dado è tratto e che in un prossimo futuro tutte le realtà ecclesiali sparse per le galassie potranno seguire questo itinerario.
Autorevoli storici della Chiesa sostengono che un primo esempio in tal senso venne fornito, circa un millennio fa, dalla Chiesa della Germania (una porzione dell’Europa, a sua volta una porzione del pianeta Terra) dove un cardinale dell’epoca (pare si chiamasse Marz o Marx) sostenne che per ovviare alla carenza di sacerdoti, particolarmente tragica in quella regione, donne prete e preti sposati sarebbero stati necessari. Dello stesso avviso un altro cardinale terrestre (Uhm o Hummes era il suo nome) che si pronunciò a favore dei cosiddetti viri probati.
Presentando il nuovo documento il cardinale segretario intergalattico del Sinodo ha spiegato che «sebbene il tema si riferisca ad un territorio specifico, come il pianeta Amazzonikus B 31, le riflessioni che lo riguardano superano l’ambito planetario, perché esse toccano la Chiesa in tutte le galassie e anche il futuro dell’universo».
Il «nobile sforzo» per evangelizzare il pianeta Amazzonikus B 31, con tutte le sue «peculiarità territoriali e sociali», è ripetutamente espresso nel documento, dove si parla della pressante necessità di edificare una Chiesa «dal volto amazzonico». Tuttavia alcuni osservatori si chiedono: l’evangelizzazione del pianeta Amazzonikus B 31 non sarà forse tutta una scusa per «amazzonizzare» la Chiesa intera?
Secondo un’altra scuola di pensiero, della quale si sono fatti interpreti alcuni cardinali, le funzioni dei viri probati e delle diaconesse potrebbero essere svolte con uguale efficacia, ma con minori costi, dalla più recente versione di Servus, il robot tuttofare di ultima generazione appena uscito dagli stabilimenti della Blue Star, ditta nella quale la Chiesa cattolica ha una partecipazione come socia di minoranza. Servus Plus 1/A (questo il nome del robot) durante i test di collaudo ha dimostrato di saper evangelizzare con notevole maestria. Opportunamente programmato, grazie ad algoritmi garantiti e sperimentati su alcune popolazioni di pianeti periferici, Servus Plus 1/A ha tenuto omelie piene di pathos, ha celebrato matrimoni e funerali, ha degnamente animato le liturgie (anche cantando e ballando), ha amministrato le parrocchie con perspicacia (più di tanti parroci umani), ha indossato sia la tonaca sia il clergyman e si è dimostrato in grado di distribuire la comunione in quattro varianti: nelle mani, sulla bocca, con fedele in piedi, con fedele inginocchiato (ma la variante in ginocchio e sulla bocca richiede una manovra leggermente più complicata, per la quale la Blue Star non garantisce al momento la piena riuscita dell’operazione).
Nulla è trapelato circa la capacità di Servus Plus 1/A di ascoltare i penitenti, distribuire consigli di contenuto spirituale e morale, incoraggiare, esortare, misericordiare, assolvere e (su richiesta) proporre penitenze adeguate. Pare comunque che anche da questo punto di vista il robot tuttofare si sia dimostrato all’altezza del compito. In particolare, i collaudatori sono rimasti impressionati dalla sua capacità di discernere. Ma naturalmente tutto dipende dalla qualità degli algoritmi.
Un problema riguarda i pezzi di ricambio e i costi della manutenzione, specie considerando i lunghi viaggi intergalattici necessari per trasportare in loco tutto ciò che è necessario per un corretto funzionamento. Tuttavia sono allo studio procedure altamente innovative, in grado di dotare Servus Plus 1/A di peculiarità missionarie che potranno andare al di là di ogni ostacolo.
Un rapporto segreto del Vaticano, del quale siamo in grado di svelare i principali contenuti, sostiene che il robottino tuttofare, grazie a speciali batterie agli ioni di litio sovralimentate, potrebbe funzionare per decenni e potrebbe addirittura essere dotato di un programma per la produzione di cloni. In questo modo, una volta esaurita la carica missionaria del primo soggetto, la comunità potrebbe avere subito a disposizione un nuovo elemento senza costi aggiuntivi.
Alcuni specialisti, di fronte alla versatilità del robot, si chiedono se sia davvero necessario, a questo punto, intavolare lunghe discussioni sui viri probati, in vista della fine del celibato dei preti, e sulle donne prete. Ma tali domande non tengono conto, evidentemente, dei tempi della Chiesa, che sono notoriamente più lunghi di quelli della società nel suo complesso.
Tornando al prossimo Sinodo, ora tutto dipende dalle reazioni degli amazzonici, il cui carattere mostra zone d’ombra rispetto alle quali, a causa della lontananza, non è stato ancora possibile indagare in modo adeguato. In particolare ci si chiede come la prenderà l’ultima tribù scoperta sul suolo del pianeta, quella dei Neo-neolitici Alfa, caratterizzata dall’uso intensivo di un’arma, la lancia laser teleguidata, caratterizzata da tecnologia obsoleta ma capace comunque di abbattere con un solo colpo una stazione spaziale orbitante.
Pare che la Chiesa abbia condotto sondaggi riservati e lanciato verso la misteriosa popolazione radiomessaggi nella lingua locale (decifrata grazie ad opportuni algortimi). Nei messaggi, dopo un doveroso preambolo circa il desiderio di guardare ad Amazzonikus B 312 «non solo come a un deposito di materie prime da depredare e sfruttare», si faceva cenno all’eventualità di inviare viri probati e diaconesse, ma la risposta degli indigeni, una raffica di lance laser teleguidate, è stata interpretata dagli analizzatori, attraverso opportuni algoritmi, come non particolarmente amichevole. Almeno per adesso.
E che gli organizzatori del Sinodo, ancorché fiduciosi, siano pienamente coscienti del problema è dimostrato dal fatto che le tre tappe del cammino sinodale sono riassunte dai seguenti verbi: vedere, osservare-discernere, agire.
Aldo Maria Valli
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Aldo Maria Valli
Come la Chiesa finì
Liberilibri