Meeting o Conferenza? A Dublino due mondi cattolici a confronto
In alternativa al Meeting mondiale della famiglie, in corso a Dublino, l’Istituto Lumen Fidei ha organizzato una Conferenza delle famiglie cattoliche che si è tenuta il 22 e il 23 agosto, sempre a Dublino, e ha visto la partecipazione, fra gli altri, del cardinale Raymond Burke e del vescovo Athanasius Schneider, due delle voci più significative fra quelle che difendono la retta dottrina e l’eterna legge divina contro gli attacchi del modernismo e dell’eresia.
Se al Meeting (al quale due cardinali come Wuerl di Washington e O’Malley di Boston hanno rinunciato in seguito agli sviluppi della crisi per gli abusi omosessuali) è stato possibile ascoltare il gesuita James Martin, paladino della causa Lgbt, alla Conferenza delle famiglie cattoliche ha invece parlato John-Henry Westen, co-fondatore e caporedattore di LifeSiteNews, uno dei siti più efficaci e agguerriti a difesa della cultura della vita. Ma molti altri sono stati i protagonisti di spicco: da Gerard van den Aardweg, psicologo e psicanalista cattolico olandese, a Robert Royal, presidente dell’Istituto Faith & Reason, da José Antonio Ureta, membro fondatore della Fundacion Roman, la principale organizzazione a favore della vita e della famiglia in Cile, a John Smeaton, presidente della Society for the Protection of Unborn Children e co-fondatore di Voice of the Family; da Stephane Mercier, professore cacciato dall’Università Cattolica di Lovanio in Belgio per aver osato chiedere ai suoi studenti di prendere in considerazione argomenti contro l’aborto e l’ideologia gender, al padre cappuccino Thomas Weinandy , il teologo che ha scritto al papa per segnalargli che il suo pontificato è contraddistinto da una “confusione cronica” e “una apparentemente intenzionale mancanza di chiarezza”.
Ma fra tutti gli interventi vorrei concentrarmi qui su quello del dottor Thomas Ward, medico di famiglia inglese nonché presidente dell’Associazione nazionale delle famiglie cattoliche.
Ward ha infatti sviluppato un parallelo fra epoche diverse e diverse rivoluzioni, per dimostrare l’obiettivo comune, e convergente, di distruggere la famiglia.
Il primo grande attacco contro la famiglia, ha ricordato Ward, coincide, alla fine del XVIII secolo, con la rivoluzione francese e in particolare con la figura del Marchese de Sade, il campione del libertinismo, acerrimo nemico della famiglia e della morale sessuale cattolica. È in quel momento che le perversioni finiscono di essere tali e diventano “conquiste” rivoluzionarie, all’insegna di una visione diabolica e turpe della libertà.
Poi il secondo, grande attacco: 1848, il Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels, nel quale si sostiene che lo Stato, e non la famiglia, deve assumersi la responsabilità dell’educazione delle nuove generazioni, aprendo così la strada allo statalismo in campo educativo e scolastico e alla progressiva delegittimazione dei genitori, che non sono più considerati i primi educatori dei loro figli.
Per Marx ed Engels la famiglia “borghese” va superata. Essa per loro è solo uno strumento che la classe dominante utilizza per la gestione della proprietà privata. Di qui le premesse per la dissoluzione della famiglia, con una quantità di conseguenze che stiamo sperimentando anche oggi, tutte all’insegna del trasferimento dei diritti relativi all’educazione e alla crescita dai genitori allo Stato, fino al caso di Alfie Evans, i cui genitori, Tom e Kate, sono stati letteralmente espropriati dal Servizio sanitario nazionale del diritto di decidere circa il destino del proprio figlio.
La terza rivoluzione anti-famiglia, ha spiegato Ward, è arrivata con la grande contestazione degli anni Sessanta del secolo scorso, la “liberazione” della donna, il femminismo, la distruzione dell’idea di autorità, la lotta contro ogni forma di “repressione” eccetera.
Tutte idee penetrate anche nella Chiesa cattolica, tanto che oggi, ha detto Ward, stiamo assistendo a un’altra rivoluzione, unica nel suo genere, perché arriva proprio dall’interno della Chiesa e non da forze ad essa ostili. La rivoluzione in atto si esprime nella liquidazione di Humanae vitae e nella nascita di un nuovo paradigma che di fatto legittima il permissivismo in campo morale, introduce il perdonismo e non dà precisi punti di riferimento.
Su posizioni come quelle del dottor Ward si può naturalmente discutere ed essere più o meno d’accordo, resta il fatto che un buon numero di cattolici ha sentito il bisogno, proprio alla vigilia del Meeting ufficiale, di andare ad ascoltare lui e gli altri che la pensano in modo analogo, evitando accuratamente di andare al Meeting mondiale. Una provocazione? Forse meglio dire una forma di compensazione rispetto a posizioni ritenute troppo cedevoli rispetto alla mentalità dominante nel mondo.
Il documento che suscita più perplessità in questi cattolici, che sarebbe troppo facile bollare semplicemente come “tradizionalisti”, continua a essere Amoris laetitia, che è invece al centro del Meeting al quale papa Francesco interverrà nella fase conclusiva.
Tra le modalità con cui i contenuti di Amoris laetitia sono messi a disposizione delle famiglie, non solo irlandesi, in occasione del Meeting c’è anche un cartone animato, visibile nel sito amoris.ie, nel quale la famiglia è considerata nella realtà dei nostri giorni. Sei le sezioni: Families living in a digital world, Family: a living reflection of the Trinity, Love and imperfection, Consumerism and families, Love and mercy, and How families transform the world.
La famiglia presentata nelle animazioni è alle prese con i problemi quotidiani: i figli che stanno troppo tempo sui social, il papà e la mamma che tornano distrutti dal lavoro, la mancanza di comunicazione, lo stress. Ma nel sito non mancano le famiglie in carne e ossa, attraverso una serie di contributi filmati che mostrano le connessioni tra Amoris laetitia e le loro vite.
I due mondi, quello della Conferenza delle famiglie cattoliche e quello del Meeting mondiale delle famiglie, sembrano piuttosto lontani anche per quanto riguarda la metodologia comunicativa. Certo, i mezzi a disposizione di Lumen Fidei per l’organizzazione della conferenza “alternativa” sono stati infinitamente più limitati rispetto a quelli del grande Meeting. Si nota comunque da una parte la tendenza a puntare sulla parola e sull’approfondimento, dall’altra invece lo sforzo di utilizzare le modalità espressive dominanti nel mondo, con uno stile che cerca di essere il più possibile disinvolto, disposto a pagare un prezzo in termini di profondità pur di apparire coinvolgente e allegro.
Ma c’è davvero da stare allegri?
Il dottor Thomas Ward non sembra di questo avviso. Riflettiamo sul fatto, ha detto, che sia Suor Lucia di Fatima sia san Giovanni Paolo II annunciarono che lo scontro finale tra Dio e Satana si giocherà sul terreno della famiglia e della vita.
Aldo Maria Valli