La notizia è clamorosa. L’arcivescovo americano Charles Chaput di Philadelphia durante una conferenza ha rivelato di aver scritto al papa chiedendogli di cancellare l’imminente Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani (in programma in Vaticano dal 3 al 28 ottobre), poiché, alla luce della crisi in corso nella Chiesa a causa degli abusi sessuali, «i vescovi non avrebbero assolutamente alcuna credibilità».
Invece di un Sinodo per i giovani, secondo Chaput sarebbe il caso di convocare un’assemblea dei vescovi dedicata ai vescovi stessi.
Tempo fa era stato il vescovo Egan di Portsmouth, in Inghilterra, ad avanzare una richiesta simile: un sinodo straordinario da dedicare alla vita sacerdotale e all’identità stessa del prete, così da affrontare alla radice la questione degli abusi e della corruzione morale.
Un altro vescovo deluso dalla risposta del papa
Intanto un altro vescovo americano si aggiunge alla schiera dei pastori che hanno preso sul serio i contenuti del memoriale di monsignor Carlo Maria Viganò e non nascondono la delusione per la decisione del papa di non rispondere.
La risposta di Francesco «è insufficiente» dice infatti il vescovo Thomas Paprocki di Springfield, Illinois. Il Vaticano, sostiene il presule, deve fare chiarezza perché l’ex nunzio Viganò «ha rivelato una serie di fatti e circostanze che sono profondamente preoccupanti» in quanto toccano i massimi vertici della Chiesa.
In particolare secondo Paprocki il papa deve dire chiaramente quando venne a spere dei crimini di McCarrick. «Francamente, e con tutto il dovuto rispetto – ha detto il vescovo – la risposta data ai giornalisti durante il volo di ritorno da Dublino non è adeguata. Data la gravità del contenuto e le implicazioni delle affermazioni dell’ex nunzio, è importante che tutti i fatti siano completamente riesaminati, verificati e attentamente considerati». A questo fine «papa Francesco, i funzionari vaticani e l’attuale nunzio apostolico negli Usa dovrebbero rendere pubblici tutti i file che, a proposito di McCarrick, indicano chi sapeva cosa e quando».
Ricordiamo che appoggio a Viganò e richiesta di trasparenza al papa sono già stati autorevolmente espressi dal cardinale Raymond Burke, dal vescovo di Phoenix Thomas Olmsted, dal vescovo Athanasius Schneider di Astana, dal vescovo Joseph Strickland di Tyler, dall’arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone e dal vescovo Robert Morlino di Madison.
L’ira del popolare conduttore radiofonico
Per capire l’aria che tira negli Stati Uniti può essere utile anche riferire la presa di posizione del popolarissimo conduttore radiofonico Rush Limbaugh, che nel corso del suo programma (in onda su Premiere Networks, è il più seguito talk show radiofonico del paese, con un’audience settimanale di 15 milioni di ascoltatori) ha definito papa Francesco «ipocrita» perché sembra occuparsi più delle questioni climatiche, tanto da sgridare i responsabili delle compagnie petrolifere, che della moralità di preti, vescovi e cardinali.
Durante il Rush Limbaugh Show di lunedì, Limbaugh, che non è cattolico ed è noto per le sue posizioni conservatrici, ha commentato il memoriale dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò chiedendosi polemicamente: il papa, che ha chiamato in Vaticano i petrolieri, ha forse convocato i preti, i monsignori e i cardinali per metterli di fronte alle loro responsabilità? «No, da tempo è a conoscenza di tutto, ma non ha fatto molto, eppure quando si tratta di cambiamenti climatici e gas serra dice che non c’è tempo da perdere». Ciò equivale a «un’ipocrisia sfrenata e sfacciata, collegata a un’agenda politica».
Le donne al papa: santità, non ci deluda
Da segnalare infine (mentre il gesuita omosessualista padre James Martin su America torna a distorcere la realtà parlando di «omofobia» nella Chiesa e di «caccia alle streghe», ma questo è ormai un classico) una bella Lettera delle donne cattoliche a papa Francesco (https://catholicwomensforum.org/letter-to-pope-francis/#sign) che può essere sottoscritta.
Eccone il testo.
Santità, Lei ha detto che si cerca “una più incisiva presenza femminile nella Chiesa”, e che “le donne sono in grado di vedere le cose con un angolo diverso [dagli uomini], con un occhio diverso. Le donne sono in grado di porre domande che noi uomini non siamo in grado di capire”. Scriviamo a Lei, Santo Padre, per porre domande che necessitano di risposte.
Siamo donne cattoliche profondamente impegnate per la nostra fede e profondamente riconoscenti per gli insegnamenti della Chiesa, i sacramenti e i molti buoni vescovi e sacerdoti che hanno benedetto la nostra vita.
I nostri cuori sono spezzati, la nostra fede provata, dall’escalation della crisi che sta inghiottendo la nostra amata Chiesa. Siamo arrabbiate, tradite e disilluse. Il dolore e la sofferenza delle vittime non finiscono mai, mentre ogni ciclo di notizie porta più terribili rivelazioni di abusi sessuali, misfatti sessuali, insabbiamenti e inganno, anche ai livelli più alti della Chiesa.
Le recenti dichiarazioni di monsignor Carlo Maria Viganò ci spingono a raggiungere Lei direttamente per avere le risposte. Nella sua testimonianza [monsignor Viganò] accusa Lei, Santo Padre e altolocati cardinali di aver chiuso un occhio su comportamenti eclatanti dell’ex cardinale McCarrick e di aver promosso questo predatore come portavoce globale e leader spirituale. È vero?
Queste sono accuse devastanti. Come presidente della USCCB [Conferenza episcopale degli Stati Uniti] il cardinale Daniel DiNardo ha recentemente affermato che “le questioni sollevate meritano risposte che siano conclusive e basate su prove”. Siamo d’accordo.
Diverse questioni cruciali sollevate dalla dichiarazione di Monsignor Viganò, tuttavia, non richiedono lunghe indagini né prove fisiche. Esse richiedono solo una risposta diretta, Santo Padre. Quando i giornalisti l’hanno interrogata recentemente sulle accuse di monsignor Viganò, lei rispose: “Non dirò una sola parola su questo” e ha invitato i giornalisti a “leggere attentamente l’informativa e fare il vostro proprio giudizio.”
Per il suo gregge sofferente, papa Francesco, le sue parole sono inadeguate. Feriscono, ricordano il clericalismo che lei ha così recentemente condannato. Abbiamo bisogno di leadership, verità e trasparenza. Noi, il vostro gregge, in questo momento meritiamo risposte.
In particolare imploriamo umilmente di rispondere alle seguenti domande, dal momento che le risposte le sono sicuramente note. Monsignor Viganò dice che nel giugno 2013 ha trasmesso a voi questo messaggio (in sostanza) circa l’allora cardinale McCarrick:
“Ha danneggiato le generazioni di seminaristi e sacerdoti e Papa Benedetto XVI gli ordinò di ritirarsi a una vita di preghiera e di penitenza”.
È vero? Che cosa le ha trasmesso l’arcivescovo Viganò nel giugno 2013 circa l’allora cardinale McCarrick?
Quando ha saputo di eventuali accuse di abuso sessuale o abusi sessuali con adulti dell’allora cardinale McCarrick?
Quando ha saputo delle restrizioni di Papa Benedetto all’allora cardinale McCarrick? E ha fatto liberare l’allora cardinale McCarrick da una qualsiasi delle restrizioni di Papa Benedetto XVI?
Santo Padre, nella sua Lettera al popolo di Dio sugli scandali ha scritto: “La coscienza del peccato ci aiuta a riconoscere gli errori, i crimini e le ferite causate nel passato e ci permette, nel presente, di essere più aperti e impegnati in un cammino di rinnovata conversione”. Ecco perché ci aspettiamo che Lei, nostro Santo Padre, sia onesto con noi.
Per favore, non si giri dall’altra parte. Lei si è impegnato a cambiare i modi di essere clericali nella Chiesa. Che un cardinale predi i seminaristi è ripugnante. Abbiamo bisogno di sapere che possiamo fidarci, che voi siate onesto con noi su ciò che è accaduto. Le vittime che hanno sofferto così tanto hanno bisogno di sapere che possono fidarsi di Lei. Le famiglie, che saranno la fonte di rinnovamento della Chiesa, devono sapere che possono fidarsi di Lei, e così avere fiducia nella Chiesa.
Per favore non ci tenga a distanza su queste domande. Siamo figlie fedeli della Chiesa che hanno bisogno di verità così che possiamo aiutare a ricostruire. Non siamo cattolici di seconda classe da spazzare fuori mentre vescovi e cardinali gestiscono le questioni privatamente. Abbiamo il diritto di sapere. Abbiamo diritto alla Sua risposte.
Samo mogli, madri, donne single, donne consacrate e sorelle religiose.
Siamo madri e sorelle dei vostri sacerdoti, seminaristi, futuri sacerdoti e religiosi. Siamo leader laiche della Chiesa e madri della prossima generazione.
Siamo professoresse nei vostri seminari e leader nelle cancellerie cattoliche e nelle istituzioni.
Siamo teologhe, evangeliste, missionarie e fondatrici dell’apostolato cattolico.
Siamo il popolo che si sacrifica per finanziare il buon lavoro della Chiesa.
Siamo la spina dorsale delle parrocchie cattoliche, scuole e delle diocesi.
Noi siamo le mani, i piedi e il cuore della Chiesa.
In breve, noi siamo la Chiesa, tanto come i cardinali e i vescovi intorno a voi.
Santo Padre, siamo la “presenza incisiva” di cui la Chiesa ha bisogno, e abbiamo bisogno di una Sua risposta.
Con amore per Cristo e la Chiesa.
Aldo Maria Valli