Uomini giusti ai posti giusti / 3

Buongiorno e bentornati! Eccoci di nuovo qui con la rubrica L’uomo giusto al posto giusto. Che per la puntata odierna segnala prima di tutto mister Steve Hester, diacono cattolico della diocesi di Lexington (Usa), noto perché si è dichiarato a favore dell’aborto legalizzato e del «matrimonio» omosessuale.

Gesù «non ha predicato affatto contro l’aborto», ha detto il prode Steve. Il quale, bontà sua, ha aggiunto di non credere che «il Signore pensasse che uccidere i bambini fosse giusto, ma forse [Gesù] non ha predicato contro l’aborto perché sapeva che il sesso sicuro e l’educazione, piuttosto che la legislazione, sono il modo effettivo per ridurre gli aborti».

Ma Gesù, ha precisato Steve, «non ha predicato nemmeno contro il matrimonio omosessuale o l’omosessualità, sebbene allora ci fossero persone Lgbt. E forse non ha predicato contro l’omosessualità perché è venuto qui per insegnarci come amare, non chi amare».

Mister Hester, dicono le cronache, non ha fatto queste dichiarazioni in modo estemporaneo. No, egli ha parlato più volte in questi termini, anche durante il battesimo di un bambino «con due padri» e sempre esprimendosi a favore del «cambiamento della Chiesa».

Bene. Dopo questa partenza col botto veniamo al secondo uomo giusto al posto giusto: don Luca Favarin, prete di Padova secondo il quale «oggi fare il presepio è ipocrita», perché «il presepe è l’immagine di un profugo che cerca riparo e lo trova in una stalla» e dunque «esibire le statuette, facendosi magari il segno della croce davanti a Gesù bambino, quando poi nella vita di tutti i giorni si fa esattamente il contrario, ecco tutto questo io lo trovo riprovevole».

Don Luca Favarin, che a Padova, apprendiamo dalla stampa locale, «gestisce nove comunità e aiuta 140 ragazzi africani», si scaglia contro il nuovo decreto sicurezza e dice: «Il nuovo decreto costringe le persone a dormire per strada, quindi l’Italia si è schierata per la non-accoglienza. Poi però, a casa, tutti bravi a esibire le statuette accanto alla tavola imbandita, al caldo del termosifone acceso».

Non contento di tale dichiarazioni, don Luca, poco prima della Santa Messa domenicale, ha scritto su Facebook: «Quest’anno non fare il presepio credo sia il più evangelico dei segni. Non farlo per rispetto del Vangelo e dei suoi valori, non farlo per rispetto dei poveri».

Chiamato poi al telefono, durante la trasmissione radiofonica La zanzara, da un falso papa Francesco, don Favarin, cascandoci con tutte le scarpe, ha difeso strenuamente la sua posizione, ma si è anche lasciato sfuggire che «il vescovo si è molto arrabbiato con me». Meno male.

Ed eccoci al terzo uomo giusto al posto giusto, che è (rullo di tamburi): don Ermanno!

Chi è don Ermanno? Ve lo spiego subito. Anzi, lascio che a spiegare sia Benedetta Frigerio, che un sabato si è recata alla Santa Messa prefestiva nella chiesa di San Carlo al Corso, a Milano, ed ha scoperto che il prete, don Ermanno appunto, faceva recitare non il Credo apostolico ma un Credo, scritto da don Michele Do, nel quale «vengono cancellate tutte le verità di fede».

Alla fine della Messa Benedetta decide dunque di andare in sacrestia per chiedere ragioni e don Ermanno le spiega: «Oggi bisogna tradurre con le nostre parole, con il nostro linguaggio! Questo è il credo di un santo, Dario Fo».

«Dario Fo?…»

«No, scusi, Michele Do».

Il racconto di Benedetta Frigerio si può leggere qui: http://www.lanuovabq.it/it/credo-eretico-alla-messa-in-san-carlo-al-corso

Alla prossima con L’uomo giusto al posto giusto!

Aldo Maria Valli

 

 

 

 

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