I proventi del “rosario arcobaleno” andranno ai gruppi abortisti
Tempo fa in un tweet il gesuita pro Lgbt James Martin lo definì “un’opera d’arte”. È Il rosario arcobaleno, con preghiere per la “piena accettazione” delle coppie omosessuali.
Il rosario “dei moderni dolori” è frutto di una pensata del gruppo sedicente cattolico Contemplative Rebellion (https://contemplativerebellion.com/products/rosary-of-modern-sorrow) e vuole “invitare a meditare sul dolore e la sofferenza dei nostri fratelli e sorelle negli Stati Uniti e in tutto il mondo”.
“Preghiamo – suggerisce il gruppo – per l’accoglienza delle persone Lgbtq di tutte le chiese, i templi, le moschee e le sinagoghe; preghiamo per le coppie Lgbtq, i loro figli e le famiglie allargate. Siano sostenute e amate, con piena accettazione, come persone create veramente a immagine di Dio, una creazione che Dio ha visto come buona e che merita di vivere ogni aspetto della vita”.
Poteva il padre Martin perdere l’occasione di schierarsi a favore di una simile iniziativa? Certamente no. E infatti, puntuale (precisando che nessuno gliel’ha chiesto e che non è pagato per farlo), la sponsorizza.
Ognuno è libero di giudicare il rosario arcobaleno come meglio crede. C’è chi ha parlato di idea blasfema, chi di sacrilegio, e Robert Royal, caporedattore di Catholic Thing, ha detto che “commettere atti di sodomia di certo non fa parte del piano del Creatore”.
In ogni caso ora si viene a sapere che, guarda un po’, i proventi derivanti dalla vendita del rosario arcobaleno promosso dal padre James Martin finanzieranno gruppi di sostegno dell’aborto e di altre cause contrarie all’insegnamento cattolico.
È quanto scrive Lifesitenews spiegando che le vendite del “rosario dei dolori moderni” andranno a finanziare sorella Simone Campbell, suora-avvocato che fa parte dell’ufficio legale della LCWR, Leadership Conference of Women Religious, gruppo che la Congregazione per la dottrina della fede (2012) censurò perché sostiene posizioni radicalmente femministe incompatibili con la fede cattolica e ha dato vita a una lobby, chiamata Network, che si batte per la diffusione del “diritto” all’aborto.
Un altro gruppo che riceverà i proventi derivanti dalla vendita del rosario arcobaleno è Women for Women International, che promuove la contraccezione e la “salute riproduttiva” e ha collaborato con Planned Parenthood, la famigerata multinazionale degli aborti.
Stesso discorso per il gruppo radicale Southern Poverty Law Center, che si propone di monitorare i “gruppi di odio” ed estremisti, ma spesso mette nel mirino i cattolici che si battono per la difesa del diritto alla vita e contro l’aborto.
Nel rosario della Contemplative Rebellion (che costa cinquantasei dollari ed è realizzato, si precisa, da alcuni rifugiati del Congo ospitati a Charlotte) la decina arcobaleno è l’ultima, la quinta. Nelle prime quattro si prega fra l’altro per l’assistenza sanitaria, la sicurezza economica, la fine delle paghe ingiuste, per “la Madre Terra”, il nostro “ambiente fragile, gli animali, gli oceani”, nonché per “gli immigrati, i rifugiati, i sognatori”.
Nel sito si precisa che “i rosari acquistati dopo il 5 dicembre non potranno arrivare a destinazione per Natale”.
Meglio così.
Aldo Maria Valli