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Uomini giusti ai posti giusti / 8

Buongiorno e ben trovati. L’uomo giusto al posto giusto con il quale partiamo è un cardinale: Roger Michael Mahony, arcivescovo emerito di Los Angeles, che fra due mesi parlerà al Los Angeles Religious Education Congress, il più grande congresso cattolico americano, che ogni anno si rivolge a giovani e adulti affrontando temi relativi all’educazione religiosa.

È previsto che sua eminenza terrà una conferenza rivolta agli studenti delle scuole medie e superiori, ma perché diciamo che Mahony è uomo giusto al posto giusto? Perché, come qualche lettore ricorderà, il porporato sei anni fa fu sollevato da tutti gli incarichi dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver insabbiato centoventinove casi di abusi sessuali commessi da preti della sua diocesi.

Lo scandalo fu tale, e le polemiche così roventi, che all’epoca un movimento cattolico statunitense, Catholics United, chiese apertamente a Mahony, attraverso una petizione, di rinunciare al conclave del marzo 2013, dal quale sarebbe poi uscito papa Jorge Mario Bergoglio. Ma Mahony partì comunque per Roma ed entrò in conclave.

«Se un cardinale è privato di ogni ruolo pubblico nella diocesi, perché dovrebbe essere premiato con la possibilità di votare per la scelta del prossimo papa?», si chiesero gli aderenti a Chatolics United. E la domanda potrebbe essere attualizzata così: se un pastore ha già dato prova di non saper guidare bene il suo gregge, tanto da meritare di essere privato delle responsabilità decisionali, con quale autorità ora può rivolgersi a un pubblico di fedeli cattolici su temi relativi all’educazione religiosa?

Occorre ricordare, fra l’altro, che l’arcidiocesi di Los Angeles fu costretta a pagare 9,9 milioni di dollari come risarcimento per quattro casi di abusi commessi da un parroco, Michael Baker, che confessò i suoi crimini a Mahony, ma quest’ultimo, pur mandando Baker dallo psicologo, lo reintegrò nel suo ruolo, permettendo al parroco di tornare a molestare minori.

Ma al congresso cattolico di Los Angeles ci sarà un’altra presenza che ci permette di parlare di uomo giusto al posto giusto. Ci riferiamo al padre Daniel Horan, francescano e attivista pro-gay, da anni in prima linea nel sostenere la causa delle cosiddette comunità Lgbt e dei movimenti femministi.

Assistente di teologia sistematica e spiritualità alla Catholic Theological Union di Chicago, Horan scrive per il National Catholic Reporter e anni fa, quando la Corte suprema degli Stati Uniti annullò la legge che bandiva il matrimonio omosessuale, disse che la sentenza non rovinava in alcun modo le fondamenta della società e parlò di «passo avanti verso la garanzia che tutti gli esseri umani negli Stati Uniti vengano trattati alla pari» .

Un’autentica «disgrazia per il sacerdozio»: così alcuni cattolici americani hanno giudicato Horan, sempre pronto a prendere posizioni antitetiche al cattolicesimo e a unirsi a coloro che vorrebbero distruggere la Chiesa.

Bene. Concludiamo con il nostro terzo uomo giusto al posto giusto di oggi, che è un altro cardinale: Vincent Nichols di Westminster, a Londra, il quale nella festa del Battesimo del Signore ha presieduto una «Messa di benvenuto ai cattolici Lgbt». La celebrazione si è svolta nella chiesa dei gesuiti di Farm Street (che ospita il consiglio pastorale Lgbt dei cattolici di Westminster, voluto dal cardinale) e, come spiega l’agenzia Indipendent Catholic News, Nichols nella sua omelia ha detto che la parola «famiglia» include «molti e diversi modelli».

Inoltre secondo il cardinale l’identità che il cristiano riceve con il battesimo trascende tutte le altre, comprese quelle di uomo e donna. Ma da umili ignoranti ci chiediamo: da qualche parte non sta scritto che Dio «li creò maschio e femmina»?

Infine, non contento (o forse già pregustando la nomina a uomo giusto al posto giusto?), sua eminenza Nichols dopo la Santa Messa ha elogiato  i cattolici Lgbt di Westminster «non solo come individui che vengono accolti, ma come comunità identificabile che è di casa nella Chiesa».

Alla prossima!

Aldo Maria Valli

 

Aldo Maria Valli:
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