Cari amici, è uscito il mio nuvo libro. Si intitola Claustrofobia. La vita contemplativa e le sue (d)istruzioni, è edito da Chorabooks ed è dedicato ai pericoli che i monasteri di clausura stanno correndo a causa delle nuove disposizioni vaticane.
La vita di preghiera, nella contemplazione del mistero divino e per la riparazione dei peccati del mondo, è un tesoro grande, conservato in monasteri dalla vita millenaria, ma ora questo tesoro è in pericolo, e non per un attacco dall’esterno, ma per iniziativa della stessa gerarchia cattolica. L’attacco arriva dalla costituzione apostolica Vultum Dei quaerere e dall’istruzione applicativa Cor orans, un apparato normativo che minaccia l’autonomia dei monasteri, indebolisce la loro indipendenza e, con la scusa dell’aggiornamento e della formazione, mette in discussione l’idea stessa di isolamento e di vita di clausura. Ma perché questa “claustrofobia” da parte della Chiesa? Perché mortificare la scelta di chi consacra la propria vita alla preghiera nel nascondimento? Dietro s’intravvede un’idea di spiritualità tutta orizzontale, tutta giocata nel sociale, incapace di scorgere la bellezza e la grandezza di una relazione esclusiva con Dio. Una situazione grave che nel libro è denunciata chiaramente.
Qui di seguito l’introduzione, firmata da una monaca di clausura.
A.M.V.
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L’ultima battaglia
Ho conosciuto Aldo Maria Valli a Roma, grazie ad un amico comune, e l’incontro ha confermato in me l’impressione positiva avuta nel leggere i suoi ultimi libri e gli articoli pubblicati nel suo blog, Duc in altum, nel quale riusciva a dar voce ai sentimenti e allo smarrimento che noi monache, come una larga parte di cattolici, stavamo interiormente cercando di focalizzare. Un blog, quello di Aldo Maria, nel quale abbiamo trovato un reale amore alla Chiesa e alla Verità, “la perla preziosa” del Vangelo, per la quale sei disposto a vendere tutto. È in quest’ottica di cammino e di ricerca di verità che si pone l’interesse dell’autore per noi, monache di clausura, e per gli ultimi documenti che intendono disciplinare in modo innovativo la millenaria vita contemplativa.
La forma particolarissima della nostra vita di claustrali non è sempre immediatamente comprensibile alla sensibilità contemporanea: essa ci ricorda la spiritualità del deserto, dove Dio conduce la sua sposa e amata per parlarle cuore a cuore, lontana da ogni cosa creata che possa distrarla da Lui. La clausura, fino ad oggi, è stata il segno dell’incontro esclusivo con Dio, dell’isolamento dal mondo per affermare l’importanza imprescindibile della ricerca di Dio: il primato di Dio. In questo senso il piccolo libro di Aldo Maria Valli fa riflettere. È permeato infatti da una domanda: perché? Perché toccare un tesoro così prezioso, qualcosa che funziona da più di mille anni? Qual è la posta in gioco? Quali i veri obiettivi?
L’argomento è diverso da quelli trattati abitualmente dall’autore, ma non sfuggirà a nessuno il filo unico che unisce il tutto: l’amore alla Chiesa, l’amore alla Verità. La sofferenza per la lotta sferrata alla fede e alla Chiesa, di cui tutti siamo a conoscenza, si fa ancora più marcata quando ci troviamo dinnanzi al tentativo di distruggere i monasteri, così come finora sono esistiti nella Chiesa. Si tratta dell’ultima fortezza a cui mira il nemico, l’ultimo baluardo dove ancora resistono la preghiera e una vita “sprecata” unicamente per la lode di Dio.
Con quale sgomento noi, suore di clausura, assistiamo a questa lotta, condotta con la prepotenza, le minacce e la coercizione psicologica! Anche perché tutto si compie nel silenzio e nel nascondimento dei monasteri. Uno sterminio silenzioso del monachesimo, sotto il profilo spirituale e culturale, ma anche materiale (attraverso il controllo dei beni dei monasteri); sterminio di una struttura millenaria giunta pressoché intatta fino a noi.
Eccolo il vero obiettivo degli ultimi documenti che si occupano di questa realtà complessa e delicata: sotto lo slogan che raccomanda ossessivamente di evitare l’isolamento si intravvede la volontà di arrivare alla creazione di un “nuovo” monachesimo, dove tutte le monache siano sottoposte alle identiche forme di aggiornamento e indottrinamento, fino a cambiare le regole di vita.
È uno sterminio silenzioso, perché anche all’interno della stessa Chiesa – complice il fatto che la vocazione monastica resta sempre nascosta – questo cambio epocale nella struttura dei monasteri sta avvenendo e viene imposto nell’inconsapevolezza e e nella generale disattenzione da parte dell’opinione pubblica. Dobbiamo procedere a un cambio epocale per “aggiornare la millenaria vita contemplativa”, ci viene detto dall’alto, e occorre farlo in tempi rapidi, entro il maggio 2019. E di nuovo torna la domanda: perché? Perché tanta fretta? Perché questa ossessione?
Come può essere possibile aggiornare a livello strutturale la vita monastica, dalla storia millenaria, in così poco tempo? E perché imporre cambiamenti così significativi attraverso un’istruzione, ovvero, fra tutti i documenti dei dicasteri della curia romana, il grado più basso?
I giuristi potrebbero senz’altro sollevare più di un’eccezione in base al diritto, anche in considerazione del fatto che si impedisce ogni forma di ricorso, un impedimento caratteristico dei regimi dittatoriali, dove la rieducazione forzata di massa è imposta senza condizioni.
In questo quadro, e Aldo Maria Valli lo sa bene, chi cerca di parlare fuori dal coro è esposto al pubblico ludibrio ed accusato di lavorare per la conservazione, contro il giusto rinnovamento. Sono le medesime reazioni a cui vanno incontro i monasteri che, avvalendosi della possibilità di chiedere dispensa, sono messi nel mirino delle istituzioni e degli immancabili progressisti. Tuttavia occorre combattere.
È lontano dall’indole monastica l’essere protagoniste, uscire allo scoperto, sia pure per una buona causa. Nessuno vieta però di appoggiare chi scende in campo a difesa della Verità. E quindi eccoci qua a dare il benvenuto a questo piccolo ma prezioso libro di Valli, esperto conoscitore del mondo cattolico e provato vaticanista, che nelle pagine che seguono dà voce a chi non ne ha e cerca di raggiungere un vasto pubblico, sensibilizzando l’opinione pubblica e dimostrando che ogni battezzato è chiamato in causa di fronte al tentativo di distruggere la storia, le tradizioni e la Chiesa stessa.
Del monachesimo, così come la Chiesa l’ha recepito dai santi fondatori e così come è stato vissuto da tante monache fino ad oggi, a beneficio dell’intera Chiesa, abbiamo più che bisogno. Abbiamo bisogno delle monache e dei monasteri. Sono nascosti, eppure sono autentici baluardi della fede e della preghiera. Abbiamo bisogno di respirare quest’aria di purezza, di ritrovarci nel deserto di questi luoghi vicini a Dio.
Nel libro di Aldo Maria Valli sono riproposti tre articoli che, pubblicati nel suo blog, hanno suscitato un ampio dibattito. Ma c’è anche la cronaca di un incontro sconcertante voluto dalla Congregazione vaticana per i religiosi con monache di tutto il mondo, un’assemblea che solleva interrogativi inquietanti, di fronte ai quali anche il lettore meno esperto non potrà che fermarsi a riflettere.
Attraverso i nuovi documenti si cerca di mettere sullo stesso piano monasteri vitali e monasteri con situazioni problematiche, e perché questa forzatura funzioni si usano toni impositivi, con l’uso di espressioni come “esigere” e “deferire alla Santa Sede”, in un moltiplicarsi minuzioso di disposizioni.
Tutto ha il sapore del controllo, non del rispetto.
È chiaro che si sta aprendo la battaglia finale, una battaglia particolarmente insidiosa, decisiva, perché volta alla conquista e alla distruzione dell’ultima fortezza. Questa battaglia richiede impegno, coraggio, ma anche una preghiera sempre più forte e convinta. Lo scopo è consentire a chi ha consacrato la vita a Dio nella clausura di continuare a fare ciò che ha sempre fatto, l’unum necessarium: occuparsi unicamente di Dio, sommamente amato.
Una monaca di clausura
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Qui un mio intervento sul libro