“Spero che Dio mi prenda quest’anno”. Suor André e le sue 115 primavere
Oggi voglio parlarvi di una suora. Si chiama suor André, è francese e lunedì 11 febbraio, nel giorno della Vergine di Lourdes, ha compiuto la bellezza di centoquindici anni, il che fa di lei, a quanto dicono le statistiche, la donna più anziana di Francia e la terza nel mondo intero.
Suor André, al secolo Lucille Randon, è nata l’11 febbraio 1904, sotto la Terza Repubblica francese, ed ha festeggiato il compleanno a Tolone, nella casa di cura nella quale risiede dal 2009, quando aveva “solo” centocinque anni.
Circondata da scolari che hanno cantato per lei, la suora ha partecipato alla festa e al pranzo. Il sindaco le ha conferito la cittadinanza onoraria e il vescovo le ha regalato un rosario benedetto da papa Francesco.
Fra gli ospiti c’era Didier Borione, ottantanove anni, che suor André conobbe quando era una domestica a casa dei suoi genitori. All’epoca Didier era un bambino di due anni ed è stato rintracciato attraverso internet.
Suor André sta su una seda a rotelle ed è ipovedente, ma “ha ancora tutta la testa”, dicono le persone che la conoscono.
Nata ad Alès in una famiglia protestante non praticante, Lucille aveva una gemella, che morì ad appena diciotto mesi. Battezzata a ventisei anni, si fece suora abbastanza tardi, specie per quei tempi , a quarantuno anni, ed entrò nelle Figlie della Carità, dove ha condotto una vita al servizio dei poveri, degli orfani e degli anziani.
Com’e avere centoquindici anni?
Alla domanda posta dagli intervistatori, suor André ha risposto: «Non è facile da digerire, perché abbiamo un sacco di svantaggi e non siamo liberi. Non posso camminare, non posso mangiare da sola. In più noi vecchi non dormiamo bene perché siamo sempre dolenti da qualche parte. Anche parlare con le altre persone è difficile, perché ho cambiato molte volte residenza e non le conosco. Non è divertente per me. Ma, a parte gli inconvenienti, qui è il paradiso, perché ci sono persone di una bontà inimmaginabile”.
Come considera il fatto di essere la francese più anziana?
Mi hanno detto che sono la più anziana di Francia e la terza nel mondo, ma non ne sono orgogliosa. Preferirei essere giovane e poter lavorare bene. Preferirei essere in grado di leggere, ricamare, lavorare a maglia: tutto questo mi manca. E poi le persone non possono sempre starmi accanto per farmi compagnia, perché hanno molto lavoro, e quindi sono un po’ sola e isolata. E non è divertente starsene da soli con i propri dolori”.
Qual è stato il giorno più bello della sua vita?
“Il ritorno dei miei due fratelli dalla guerra. Quella del 1914- 1918. Ho avuto il piacere di vederli tornare entrambi, anche se il primo è stato gravemente ferito. Lucien arrivò a casa nel cuore della notte. Quando mi alzai per andare a scuola, la mamma mi disse che mio fratello era tornato e fu una gioia immensa. Si svegliò e mi baciò. Ero così felice!”.
Qual è il segreto della sua longevità?
“Non ho segreti. Sono stata in punto di morte tre volte e per tre volte ne sono uscita. Non so come. Avevo una gemella che morì quando aveva solo un anno e mezzo per un incidente. Forse Dio ha voluto che io vivessi anche i giorni di mia sorella”.
Come vede il mondo oggi?
“È terribile. Penso che non ci amiamo, ci odiamo, cerchiamo solo il rumore invece di amarci e aiutarci l’un l’altro”.
Che cosa ha fatto per il suo compleanno?
“Mi hanno tirato su, mi hanno fatta bella e mi hanno portato alla Messa, una Messa con diversi sacerdoti, familiari e residenti. Poi abbiamo avuto un pranzo speciale e un piccolo incontro con tutti. Sono stata molto contenta perché abbiamo invitato familiari e amici. Ma mi sono stancata. È faticoso sorridere e dire una parola a tutti. Sai, a centoquindici a volte dico sciocchezze, a volte non siamo molto lucidi”.
Che cosa desidera?
“Che non ci siano più guerre. Ne ho vissute tre e sono molte per una vita. Durante la guerra in Algeria ero all’ospedale di Vichy. Ricordo un ragazzo molto bello, un muratore che aveva restaurato la cappella. Era affascinante, ma una bomba è esplosa accanto a lui e ha perso il senno. Non ha riconosciuto più nessuno. Aveva ventidue anni, che bel ragazzo era… E poi che cosa desidero? Che Dio venga a prendermi presto. Così le persone che si occupano di me potranno riposarsi e io potrò ritrovare la mia famiglia e i miei amici. Centoquindici anni possono essere sufficienti. Spero che Dio mi prenderà quest’anno”.
Auguri suor André!
Aldo Maria Valli