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Uomini giusti ai posti giusti / 16

Si può fare lo “sciopero della Messa”? E, soprattutto, ha senso? Se non avete mai pensato a una simile eventualità, leggete un po’ che cosa ha detto il nostro primo uomo giusto al posto giusto di oggi.

Siamo in Trentino, lui si chiama don Marcello Farina, di professione parroco, e secondo quanto riferiscono i mass media locali avrebbe proposto di chiudere per una domenica le chiese contro la decisione della provincia autonoma di allontanare da Lavarone ventiquattro donne migranti che erano state accolte due anni fa.

“Non bastano i presepi e i crocefissi nelle scuole per essere dei cristiani”, ha detto il parroco durante l’omelia nel corso della Messa nella chiesa della Santissima Trinità a Trento. “Vi chiedo scusa per la mia franchezza, ma se le ventiquattro ragazze profughe dell’Africa verranno allontanate dalla struttura di Lavarone dove sono ospitate, in una domenica del periodo quaresimale dobbiamo chiudere tutte le chiese del Trentino e non celebrare la Messa. La comunità cristiana non può sempre tacere, assecondare, far finta di niente”.

“Da sempre noto per il suo attivismo sui temi sociali”, don Marcello, forse preso egli stesso dal dubbio circa l’idea dello sciopero, ha  poi aggiunto: “Non so se dico una fesseria o una bestialità”. Probabilmente entrambe.

Molto bene. Passiamo ora a un vescovo, per l’esattezza monsignor  Denis Moutel, vescovo di Saint-Brieuc et Tréguier, in Bretagna, il quale ha impedito alla radio francese RCF (Radio Chrétienne Francophone) Côtes d’Armor di rilanciare un programma sulla strategia islamica di conquista in Europa, ordinando l’eliminazione dell’audio dalla pagina Internet dell’emittente e provocando così le dimissioni del presidente e di quattro membri del consiglio di amministrazione della radio.

Nello scorso febbraio RCF Côtes d’Armor ha trasmesso un’intervista con Jean-Frédéric Poisson, politico cattolico, autore del libro L’Islam à la conquête de l’Occident: la stratégie dévoilée (Éditions du Rocher). Al centro del dialogo, appunto, la “strategia svelata” della conquista islamica dell’Occidente, dimostrata, sostiene l’autore, da un documento che è stato firmato da una sessantina di paesi islamici.

Ma il vescovo, uomo giusto al posto giusto, ha ritenuto l’intervista non obiettiva, e ha vietato di riproporla. E così Yves Giraud, presidente del Consiglio di amministrazione, e altri quattro consiglieri hanno preferito andarsene. Perché mica tutti sono uomini giusti ai posti giusti.

E chiudiamo con un altro signor vescovo, questa volta tedesco. Trattasi di monsignor Helmut Dieser, vescovo di Aachen (Aquisgrana) che ha partecipato con soddisfazione, apprendiamo, a una “liturgia pub”.

L’evento è avvenuto il 13 gennaio ed è stato caratterizzato, a quanto sembra, da modalità un po’ bizzarre. Gli animatori della “liturgia” erano in piedi dietro al bancone e molti dei presenti bevevano birra e cantavano canzoni pop con testi di questo genere: “Che tu sia cristiano o musulmano, nero o rosso, c’è vita anche dopo la morte”.

In mezzo a tanti uomini giusti (e a tante donne giuste), al posto giusto, il signor vescovo ha dimostrato di sentirsi assai a suo agio.  Ha infatti definito la “liturgia” una “grande iniziativa”, “affascinante” e “genuina”. E poi, non sappiamo se sotto l’effetto della birra o per semplice entusiasmo, ha esortato: “Continuiamo, facciamone ancora!”.

È consolante sapere di poter contare su pastori così “in uscita” da essere veramente fuori.

Aldo Maria Valli

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