Cambiamenti radicali nella Chiesa cattolica per quanto riguarda morale sessuale, celibato sacerdotale e ruolo delle donne. È quanto prevede il vescovo tedesco Franz-Josef Overbeck, ordinario di Essen, il quale, secondo Katholische.de, sito ufficiale della Conferenza episcopale di Germania, ha detto ai giornalisti che il prossimo sinodo dedicato all’Amazzonia porterà a una «rottura» nella Chiesa, tanto che «nulla sarà più come prima».
Vescovo pro Lgbt, noto per voler cambiare l’insegnamento cattolico sull’omosessualità, monsignor Overbeck si dice certo che nel sinodo oltre che dello sfruttamento dell’ambiente naturale e della violazione dei diritti umani a danno delle popolazioni che vivono nei territori amazzonici si parlerà di morale sessuale e i vescovi si occuperanno anche della struttura gerarchica della Chiesa, di ciò che è un prete (Priesterbild) e della diminuzione del numero di credenti cattolici in Europa e in America Latina.
L’assemblea speciale del sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica, in programma in Vaticano dal 6 al 27 ottobre, secondo monsignor Overbeck sarà dunque utilizzata per un dibattito su alcune trasformazioni, quali la fine del celibato, ritenute ormai necessarie. Si tratta di «sfide», dice il vescovo, delle quali Francesco «è ben consapevole» poiché la sua è una «prospettiva sudamericana» molto opportuna dato che la «struttura eurocentrica» della Chiesa cattolica va rimossa. «Il volto della Chiesa locale in Sudamerica è femminile», dice Overbeck, e anche di questo occorre tenere conto.
Non è una mistero che alcuni settori della Chiesa vorrebbero utilizzare il sinodo sull’Amazzonia per mettere fine al celibato obbligatorio dei preti. Ma quale sarà la strategia?
In proposito durante la conferenza stampa sull’aereo di ritorno da Panama, quando gli fu chiesto se è possibile pensare che il papa permetterà a uomini sposati di diventare preti, Bergoglio diede una risposta ambivalente. Se da una parte, citando Paolo VI («Preferisco dare la vita prima di cambiare la legge del celibato»), disse: «Personalmente penso che il celibato sia un dono alla Chiesa», dall’altra aggiunse: «Soltanto rimarrebbe qualche possibilità nei posti lontanissimi», come le «isole del Pacifico».
Francesco citò poi «un libro, di padre Lobinger, interessante» nel quale l’autore sostiene che «si può ordinare un anziano sposato» e proseguì: «Credo che il tema deve essere aperto in questo senso: dove c’è il problema pastorale per la mancanza di sacerdoti. Non dico che si debba fare, perché non ho riflettuto, non ho pregato a sufficienza su questo. Ma i teologi devono studiare».
Dunque Bergoglio da un lato si dice contrario all’abolizione del celibato nella Chiesa latina, però dall’altro apre a «qualche possibilità nei posti lontanissimi» e là dove ci sia «il problema pastorale per la mancanza di sacerdoti». Il che lascia prevedere che, ammessa l’eccezione per i «posti lontanissimi», ogni vescovo che abbia problemi per la scarsità delle vocazioni (ovvero quasi tutti nel mondo) possa farvi ricorso.
Ma chi era il padre Lobinger di cui parla Bergoglio? E che cosa sosteneva?
Tedesco, classe 1929, ricevette l’ordinazione episcopale nel 1988 e andò missionario nella diocesi sudafricana di Aliwal, dove rimase fino al 2004, quando, compiuti i settantacinque anni, presentò le dimissioni. Il libro al quale fa riferimento il papa è Preti per domani. Nuovi modelli per nuovi tempi, nel quale Lobinger propone la categoria chiamata homegrown clergy (clero locale o presbiteri di comunità), o «preti di tipo corinzio», per distinguerli dai preti tradizionali o di tipo paolino.
Questi presbiteri di comunità saranno sacerdoti anziani residenti, per la maggior parte sposati e con un loro lavoro. Formati non in seminario ma mediante corsi, non indosseranno l’abito sacerdotale e si occuperanno di gestione delle comunità, celebrazioni liturgiche e amministrazione dei sacramenti. Ma, secondo Lobinger, non dovranno essere impiegati solo nei luoghi più sperduti e remoti, bensì ovunque ce ne sarà bisogno.
Sempre secondo Lobinger, «se alcune diocesi facessero questo passo, si tratterebbe di un segno di speranza. Altre diocesi e parrocchie potrebbero allora vedere in che modo potrebbero svilupparsi, nella speranza di poter superare l’attuale carenza di sacerdoti», e si potrebbe immaginare anche, più in là, l’impiego di donne con le stesse responsabilità.
Tra i membri della commissione prepatatoria del sinodo sull’Amazzonia c’è un vescovo brasiliano, monsignor Erwin Kräutler, che è un estimatore delle tesi di Lobinger e da tempo sostiene la necessità di conferire il sacerdozio a uomini sposati e procedere all’ordinazione di diaconesse.
Proprio Lobinger ha fatto sapere di un incontro tra Kräutler e Francesco, avvenuto nel 2014, durante il quale il papa avrebbe detto che «le Conferenze episcopali dovrebbero fare proposte».
Ecco dunque la prospettiva: così come, in materia di comunione ai divorziati risposati, ogni conferenza episcopale ha emanato le proprie linee interpretative di Amoris laetitia, per il celibato dei preti si potrebbe seguire la stessa logica.
Aldo Maria Valli