Il papa tuona contro l’aborto. E dai suoi abituali laudatores solo silenzio
Cari amici di Duc in altum, ho ricevuto la lettera che qui vi propongo. Una riflessione, secondo me, puntuale e necessaria. Da parte mia mi permetto di aggiungere una sola considreazione. Il papa che tuona contro l’aborto è lo stesso che definisce Emma Bonino “una grande italiana” e invita nelle accademie pontifice esponenti della linea pro-aborto ed eugenetica. Di conseguenza, come fanno i fedeli cattolici a non vedere, quanto meno, un’ambiguità? Come fanno a capire qual è il vero pensiero del papa? E l’ambiguità non è in contrasto con “il vostro parlare sia sì sì, no no”?
A.M.V.
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Gentile e caro dottor Valli, sabato scorso il Santo Padre Francesco ha pronunciato un discorso al Convegno “Yes to Life” promosso in Vaticano dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita sul tema dell’accoglienza e delle cure perinatali e neonatali ai bambini affetti da gravi malattie congenite, come gli inglesi Charlie Gard e Alfie Evans e molti altri non noti.
Durante il discorso nella Sala Clementina, Papa Francesco ha pronunciato parole molto severe e di inconsueta durezza nei confronti non solo dell’aborto – sul quale era già intervenuto più volte – ma anche della diagnosi prenatale fatta con lo scopo eugenetico-selettivo di abortire i feti malformati o affetti da malattie genetiche.
Francesco ha parlato di aborto in termini espliciti di uccisione di un bambino prima della nascita (“Eliminare una vita umana”) attraverso un’altra persona – il medico abortista – che si presta per farlo fuori (“Affittare un sicario per risolvere un problema”). Non è la prima volta che, in riferimento all’aborto, Papa Bergoglio usa espressioni così determinate e urticanti (in passato ha parlato dell’aborto come di ciò che fa “la mafia”, ossia uccidere su mandato). Questa volta ha rincarato la dose anche in riferimento alla pratica diffusa e lodata (negli ambienti abortisti della medicina, del femminismo e della politica) della diagnosi prenatale al solo fine di decidere quali bambini devono essere uccisi prima della nascita perché non desiderabili in quanto malati o disabili (selezione eugenetica): “A livello sociale il timore e l’ostilità nei confronti della disabilità inducono spesso alla scelta dell’aborto, configurandolo come pratica di ‘prevenzione’. Ma l’insegnamento della Chiesa su questo punto è chiaro: la vita umana è sacra e inviolabile e l’utilizzo della diagnosi prenatale per finalità selettive va scoraggiato con forza, perché espressione di una disumana mentalità eugenetica, che sottrae alle famiglie la possibilità di accogliere, abbracciare e amare i loro bambini più deboli”.
Dobbiamo riandare a San Giovani Paolo II per trovare espressioni di questo giusto tenore circa l’aborto e la diagnosi prenatale eugenetica. Anzi, neppure lui aveva mai osato fare riferimento ai medici abortisti come “sicari” della mafia o alle donne che decidono di abortire come mandanti di un omicidio intenzionale.
Eppure nessuno ha reagito a queste parole di Francesco. I suoi fans solitamente così loquaci su Twitter ad ogni esternazione di Papa Bergoglio ben accetta dalla cultura e dalla politica dominante – come padre Spadaro, il dottor Tornielli o l’ufficio stampa della Pontificia Accademia per la Vita – non hanno cinguettato neppure una parola su questo. E i mass media che vanno per la maggiore – come il Corriere della Sera – non hanno dedicato una sola riga al discorso.
E che dire della categoria professionale dei medici (e delle sue associazioni di rappresentanza civile o cattolica)? Vi immaginate che cosa avrebbero detto e scritto gli ordini dei medici, i ginecologi e le loro società scientifiche e professionali se san Giovanni Paolo II o Benedetto XVI avessero osato chiamare “sicari” i medici che praticano l’aborto? Accuse al Papa di oltraggio, di disprezzo, di calunnia contro i sanitari abortisti. Che vigore di contestazioni e attacchi avremmo udito dalla bocca di Emma Bonino, degli esponenti dell’Associazione Luca Coscioni o delle donne in politica che promuovono il cosiddetto “diritto all’aborto libero”, se i predetti pontefici avessero osato alludere alle madri che scelgono di abortire un figlio come a “mandanti di un omicidio”? Parole di fuoco contro la crudeltà e la misoginia del Papa. Nulla. Nulla di tutto questo. Solo silenzio.
E, infine, che cosa pensare dell’Associazione Medici Cattolici Italiani che – all’udire le parole di Papa Francesco – avrebbe dovuto ripeterle e scriverle a lettere cubitali in ogni ospedale dove è presente un suo membro e intervenire sui quotidiani o alla radio lodando il Pontefice regnante per queste affermazioni di verità lapalissiana? Anche in questo caso silenzio. Solo Silenzio.
Una conclusione amara, ma realistica, si impone: gli “amici stretti” di Papa Francesco ed i suoi “incensatori” hanno cucito addosso al Santo Padre un vestito su loro misura, che lo contiene nelle sue affermazioni politicamente (ecclesialmente) scorrette secondo i canoni della cultura civile ed ecclesiastica dominante, o che aspira a diventare tale.
Non si può far apparire il proprio idolo neppure lontanamente come “tradizionalista”, “conservatore” e “pro-life”. Non è per loro possibile, anche quando lo stesso Francesco li smentisce clamorosamente, ammettere che Papa Bergoglio, in fondo, non è come loro vogliono farci credere tutti i giorni.
È, questo, un danno gravissimo che essi arrecano al Pontificato e alla Chiesa.
Grazie per l’attenzione e un cordiale saluto.
Lettera firmata