Proprio mentre i vescovi degli Stati Uniti erano riuniti per la loro assemblea generale a Baltimora, nei giorni scorsi una ricerca ha detto che un quarto dei cattolici americani ha ridotto la frequenza alla Messa come conseguenza degli scandali legati agli abusi sessuali commessi da chierici. Inoltre il 26% ha ridotto i contributi economici alla propria parrocchia. Solo il 18% dei cattolici afferma invece di aver espresso sostegno ai sacerdoti della propria parrocchia.
Secondo la ricerca del Pew Research Center, la maggior parte degli americani non crede che l’abuso sessuale sia più probabile in un contesto religioso piuttosto che in uno non religioso, tuttavia il problema è ben presente nell’opinione pubblica: otto intervistati su dieci ritengono che quello degli abusi sia un tema attuale e non ancora risolto. Fra i cattolici la quota di chi la pensa così è del 69 per cento, mentre il 24 per cento ritiene che si tratti di una questione del passato.
Gli adulti statunitensi generalmente concordano sul fatto che le recenti notizie circa la cattiva condotta sessuale da parte di sacerdoti e vescovi cattolici riflettono problemi effettivamente attuali, ma l’opinione pubblica è divisa sulla questione se questo sia un problema specifico della Chiesa cattolica o di tutte le religioni. Circa la metà degli intervistati (48%) afferma che l’abuso e la cattiva condotta sessuale sono più comuni tra i preti e i vescovi cattolici che tra i leader di altre tradizioni religiose, mentre una quota quasi identica (47%) afferma che l’abuso è ugualmente diffuso tra i leader delle altre religioni. Solo il 3% afferma che l’abuso è meno comune nella Chiesa cattolica rispetto ad altre tradizioni religiose.
Comunque l’opinione pubblica americana ha molta più familiarità con le notizie di abusi sessuali nella Chiesa cattolica che in altre organizzazioni religiose. La stragrande maggioranza degli interpellati ha sostenuto di possedere un grado di consapevolezza maggiore circa gli scandali avvenuti nella Chiesa cattolica piuttosto che in relazione a quelli che avvengono all’interno di altre confessioni cristiane o altre religioni.
Secondo il 55% degli intervistati papa Francesco sta svolgendo un lavoro “eccellente” o “buono” in risposta alla crisi degli abusi, percentuale che sale al 64% fra i cattolici.
A livello locale, il 49 per cento dei cattolici ritiene che il proprio vescovo diocesano si stia comportando efficacemente di fronte al fenomeno. Ma se il giudizio viene chiesto in rapporto alla linea d’azione della Conferenza episcopale degli Stati Uniti la quota di pareri favorevoli scende al 36 per cento.
Il sondaggio, che ha coinvolto più di seimila adulti statunitensi, si è svolto online dal 18 marzo al 1 aprile 2019, dunque dopo il summit di febbraio sulla questione degli abusi voluto dal papa in Vaticano con i responsabili di tutte le conferenze episcopali del mondo.
Stando all’indagine, la maggior parte dei cattolici afferma che l’abuso sessuale è altrettanto comune tra gli adulti che lavorano con i bambini, come insegnanti e allenatori, che tra i leader religiosi. Inoltre i cattolici sono più propensi dei non cattolici a sostenere che i recenti rapporti sui casi di abusi sessuali sono conseguenza anche dei problemi del passato.
Quasi la metà dei cattolici statunitensi (46%) afferma di aver discusso dei casi di abusi sessuali con alcuni familiari, amici o conoscenti.
Sebbene la maggior parte degli americani dichiari di non aver riscontrato accuse di cattiva condotta sessuale all’interno dei propri ambienti religiosi, una quota non trascurabile dichiara di avere esperienza diretta di questo problema. Circa uno su dieci dichiara di aver frequentato un luogo di culto in cui il clero o i leader religiosi sono stati accusati di cattiva condotta sessuale negli ultimi cinque anni in uno o più dei seguenti modi: relazione extraconiugale (6%), abuso sessuale su un minore (4%), molestie sessuali verbali (4%), abuso sessuale su un adulto (3%).
Secondo l’indagine, gli ebrei sono particolarmente propensi (72%) a dire che l’abuso sessuale e la cattiva condotta sessuale sono più comuni tra i preti e i vescovi cattolici. Circa sei protestanti evangelici su dieci condividono questo punto di vista. Gli adulti religiosamente non affiliati tendono invece a essere più divisi nelle loro opinioni.
Mentre i cattolici sono i più inclini a sostenere che l’abuso sessuale non è un problema solamente del clero e dei leader religiosi, all’altro estremo dello spettro ebrei, atei e agnostici sono più inclini a dire che l’abuso sessuale è particolarmente comune tra clero e leader religiosi. Circa la metà degli ebrei (53%) e degli atei (51%) e una percentuale analoga di agnostici (46%) affermano che l’abuso sessuale è un problema più importante tra i leader religiosi rispetto agli altri adulti.
Tra i cattolici bianchi, quattro su dieci (39%) pensano che l’abuso sessuale sia più comune tra i leader cattolici che tra i leader di altre tradizioni religiose. I cattolici ispanici invece sono meno inclini a dire che l’abuso è più comune nella Chiesa cattolica. Solo uno su cinque in questo gruppo (22%) afferma infatti che l’abuso sessuale è più comune tra preti e vescovi cattolici, mentre il 69% pensa che sia un problema altrettanto presente nelle altre tradizioni religiose.
A.M.V.