Uomini giusti ai posti giusti / 28
Una sovvenzione di 750 mila dollari a un gruppo che sostiene la propaganda LGBT. Da chi arrivano tanti soldi?
Ma dai vescovi cattolici statunitensi, naturalmente. I quali, da autentici uomini giusti ai posti giusti, hanno deciso: la Campagna cattolica per lo sviluppo umano (CCD), programma nazionale contro la povertà della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, stanzierà la cospicua somma a favore della Rete di solidarietà ignaziana (ISN), la quale da tempo promuove omosessualismo e transgenderismo. Sul sito web dell’ISN ci sono numerosi articoli ed eventi che promuovono l’omosessualità, mentre la conferenza annuale dell’organismo ospita regolarmente sessioni di approfondimento sull’attivismo LGBT, l’inclusione transgender e il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso.
E ora, per favore, non incominciate con le solite obiezioni su ciò che dice il Catechismo della Chiesa cattolica a proposito dell’omosessualità eccetera eccetera. Non ne posso più di voi sepolcri imbiancati vecchie comari fomentatori della coprofagia sgrana rosari assorbiti da voi stessi! Proprio non riuscite a entrare in sintonia con la Chiesa in uscita?
Ah! Ve l’ho già detto altre volte. Ora non aggiungete “di testa”. Perché noi vi sentiamo. Sappiamo chi siete e vi teniamo d’occhio. Con misericordia, ma vi teniamo d’occhio!
E adesso, restando in argomento, passiamo a uno dei nostri più celebri uomini giusti ai posti giusti, ovvero il padre James Martin, il quale ha annunciato che celebrerà a New York una Pre-Pride Mass.
Come dite? Che cosa sarebbe una Pre-Pride Mass? Ma che domande! È una Messa pre-pride, pre orgoglio, pre gay pride, insomma.
“All are welcome! LGBT + o LGBT + Ally (ovvero LGBT più eterosessuali alleati della causa gay, ndr), tutti sono invitati a partecipare alla nostra bellissima festa”, scrive il padre gesuita. “United in Love” è lo slogan. Sarà un fine settimana di “inclusione e preghiera” e la chiesa sarà addobbata con i colori dell’arcobaleno.
“Un colore, una promessa”, spiega il gesuita, il quale poi va a illustrare nel dettaglio il significato di ogni colore.
“Verde vuol dire sicurezza. Ti promettiamo un ambiente sicuro, autenticamente amorevole”.
“Giallo vuol dire accettazione. Ti promettiamo l’accettazione con un sorriso e il desiderio di sapere di più su di te”.
“Blu vuol dire inclusione. Ti promettiamo l’inclusione a braccia aperte e un caldo abbraccio”.
“Rosa vuol dire supporto. Ti promettiamo sostegno, perché il tuo cuore si apra nei momenti belli come in quelli difficili”.
Come dite? Che è proprio vero che nella Chiesa cattolica ormai se ne vedono di tutti i colori?
Basta! Non sono più disposto ad accettare questi commenti da restaurazionisti ideologici superficiali elitari pessimisti queruli disillusi piccoli mostri untuosi idolatri!
E passiamo a monsignor Ricardo Augusto Rodrìguez Alvarez, parroco a Santa Maria di Nazaret, Surco, in Perù, che sarà il prossimo vescovo ausiliare di Lima. Evviva!
Come dite? Che veramente, stando ad alcune testimonianze, il monsignore vive una relazione amorosa con una donna sposata il cui matrimonio è in difficoltà? E che, insomma, Alvarez ha una concubina?
Guardate, non siete altro che cristiani con la faccia da sottaceto infantili timorosi di danzare di gridare paurosi di tutto. Ma come? Ve la prendete sempre contro i chierici omosessuali e ora che ne abbiamo uno chiaramente eterosessuale ve la prendete lo stesso? Cercate di essere coerenti!
Prima di perdere definitivamente la pazienza, passo a un altro argomento. L’uomo giusto al posto giusto di cui vi voglio parlare è l’egregio signor Imer Omerovic, di etnia rom, il quale tempo fa fu accolto dal papa in Vaticano e abbracciato con tenerezza.
Come ricorderete, dopo che in quel di Casal Bruciato, periferia di Roma, al signor Omerovic (ufficialmente povero) e alla sua numerosa famiglia (moglie e dodici figli) fu assegnato dal Comune di Roma un alloggio popolare, nel quartiere si scatenò la rivolta. Molti cittadini dal cuore duro protestarono, sostenendo che la famiglia non avesse diritto alla casa, ma la sindaca di Roma difese gli Omerovic e il papa li ricevette in udienza dicendosi solidale.
Orbene, che cosa si scopre ora? Che il signor Omerovic non è proprio nullatenente. In realtà qualcosa tiene: 27 (ventisette) automobili, nonché una partita IVA per il commercio all’ingrosso di autovetture e vendita di pezzi di ricambio, con indirizzo in un luogo nel quale c’era un tempo un campo nomadi.
Insomma, il povero rom forse non è povero. Quanto meno, non è povero di macchine.
Come dite? Che sotto sotto voi ve lo aspettavate?
Ebbene, non siete che cristiani da pasticceria deboli fino alla putredine dal cuore nero cavillatori moralistici. Avendo dodici figli, è del tutto logico che il signor Omerovic abbia ventisette automobili! Voi avete idea di che cosa voglia dire accompagnare dodici figli all’asilo, a scuola, a calcio, in piscina, a inglese, a pallavolo, a danza, a judo e alle feste dei compagnucci in una città come Roma, dove i mezzi pubblici notoriamente non funzionano? Direi che ventisette automobili sono il minimo.
Come dite? Che il signor Omerovic potrebbe usare un pullman? Sì, bravi. E dove lo posteggiate un pullman a Roma? Non perdete proprio occasione per dimostrare di essere ideologi dell’astratto fondamentalisti untuosi idolatri.
E poi, scusate, si può sapere chi siete voi per giudicare?
Aldo Maria Valli