Uomini giusti ai posti giusti / 30
“Molte cose della tradizione, molte cose della cultura passata, non servono più”. Parola del cardinale brasiliano, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata, João Braz de Aviz, che così ha dichiarato in un’intervista a un sito paraguaiano.
È sempre consolante sapere di poter contare su questi pastori saggi e lungimiranti, non è vero?
Parlando della vita religiosa, il cardinale ha aggiunto: “Abbiamo forme di vita, legate ai nostri fondatori, che non sono essenziali: un certo modo di pregare, un certo modo di vestire… Quella visione più globalizzata di tutto, che non avevamo, ora ce l’abbiamo”.
Ma sì, cari religiosi: bando alle specificità, via le peculiarità, basta con la tradizione! Globalizziamo la preghiera e anche gli abiti. Una bella divisa stile guardie rosse non sarebbe male, che ne dite?
Dopo un doveroso ringraziamento per queste perle al cardinale Braz de Aviz, passiamo a un altro porporato noto per la sua perspicacia dottrinale. Trattasi di sua eminenza il cardinale tedesco Reinhard Marx, secondo il quale per fortuna oggi l’uomo non è più sottoposto alla minaccia di andare all’inferno se non crede in Dio. Affermazioni, quelle di Marx, fatte durante una conversazione con il rabbino capo di Mosca, e presidente della Conferenza dei rabbini europei, Pinchas Goldschmidt.
Come dite? Che Gesù (per esempio: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno”) non sembra dello stesso avviso del cardinale Marx?
Guardate, a parte il fatto che, com’è gesuiticamente noto, ai tempi di Gesù non c’era il registratore, quando fate queste obiezioni dimostrate proprio di essere vecchie comari fomentatori della coprofagia sgrana rosari restaurazionisti cristiani ideologici pessimisti queruli disillusi cristiani con la faccia da sottaceto… (scusate, devo prendere fiato) infantili paurosi di tutto chiusi tristi intrappolati piccoli mostri ideologi dell’astratto fondamentalisti contemplativi distanti!
Come non capire che la Chiesa in uscita ha bisogno di nuovi paradigmi?
Ma perché ancora mi affanno con voi? Tempo perso.
Meno male che i segni di speranza non mancano mai. Come quelli che arrivano dalle clarisse e dalle carmelitane di clausura che hanno scritto alle massime autorità dello Stato perché “preoccupate per il diffondersi di sentimenti di intolleranza”, o come quelli che giungono dai gesuiti della Civiltà cattolica, i quali hanno autorevolmente spiegato che la Bibbia è un insieme di “storie di migranti scritte da migranti”, che anche Adamo ed Eva erano migranti visto che dovettero lasciare il paradiso terrestre e che “Israele diventa popolo di Dio come popolo di rifugiati”.
Come non essere grati a chi si espone con tanto sprezzo del pericolo?
Come dite?…
No, guardate che ho detto “pericolo”, non “ridicolo”.
Ed eccoci ora in Francia, dove il cantautore Laurent Voulzy (genere pop rock) si è esibito in un concerto il 12 giugno. Direte: e che notizia è? Beh, la notizia è che Voulzy si è esibito in una cattedrale. Per la precisione quella di Laval. E sapete chi ha concesso la cattedrale per il concerto? Monsignor Thierry Scherrer, già noto alle cronache per aver messo sotto indagine le Piccole sorelle della Madre del Redentore perché troppo “tradizionaliste” (vicenda che si è conclusa con la richiesta, da parte di trentaquattro su trentanove suore, di essere esonerate dai voti, dopo che il Vaticano ha ingiunto loro di ammodernarsi).
Un bel titolo di uomo giusto al posto giusto per monsignor Scherrer sembra dunque doveroso, visti i suoi servigi alla “Chiesa in uscita”. Ma una menzione la merita anche il vescovo di Mende, Benoît Bertrand, perché pure lui, in una nobile gara di emulazione con Scherrer, ha concesso la cattedrale per far suonare e cantare Voulzy.
E terminiamo in bellezza con un fantastico terzetto di vescovi tedeschi che, in vista del sinodo amazzonico ormai incombente, ci ha fatto sapere quale direzione deve prendere la Chiesa. Mi riferisco a Franz-Josef Bode, vicepresidente della Conferenza episcopale tedesca, Franz-Josef Overbeck di Essen ed Erwin Kräutler, principale autore e ispiratore dell’Instrumentum laboris del sinodo.
Bode ha chiarito una volta per tutte che è favorevole a “ripensare il legame tra il celibato e il sacerdozio”, Overbeck ha proclamato che il sinodo amazzonico guiderà la Chiesa cattolica verso un “punto di non ritorno” e che “nulla sarà più come prima”, e Kräutler è un noto sostenitore di preti sposati e donne prete. Evviva!
Come dite? Che, date le circostanze, tutto sommato siete contenti di non essere abitanti dell’Amazzonia?
Beh, a parte il fatto che, ça va sans dire, in questo modo dimostrate di essere proprio vecchie comari fomentatori della coprofagia sgrana rosari eccetera eccetera, la mia domanda è molto semplice: non penserete mica di cavarvela così, vero?
Aldo Maria Valli
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Dopo trenta puntate, la rubrica Uomini giusti al posto giusto si ferma qui. Grazie a tutti voi che l’avete seguita con simpatia!