Oggi facciamo pausa e ci occupiamo di qualcosa di più leggero rispetto al solito.
Nel calcio-business dei nostri giorni di tanto in tanto ecco fare breccia storie che hanno ancora un sapore romantico.
È il caso della decisione presa dalla squadra argentina del River Plate che, a settant’anni dal disastro aereo che causò la morte dei giocatori del grande Torino, ha voluto rendere omaggio a quei campioni adottando come seconda maglia una casacca granata, con un piccolo toro stampato sui numeri dei giocatori.
L’amicizia tra il Club Atlético River Plate di Buenos Aires e il Torino non nasce oggi. Nel 1949, pochi giorni dopo la tragedia di Superga, la squadra argentina venne in Italia per disputare una partita commemorativa che si giocò il 26 maggio nel capoluogo piemontese. Contro il River fu schierata una formazione mista, denominata Torino Simbolo, e l’incasso fu devoluto alle famiglie dei giocatori granata scomparsi nell’incidente aereo.
Da allora il legame tra il River e il Toro non si è più allentato. È un’amicizia eterna, un’eterna amistad, che quest’anno è stata suggellata, appunto, dall’idea di utilizzare il colore granata per la seconda maglia dei biancorossi argentini.
Ma anche l’altra squadra di Torino, la Juventus, è stata al centro nei giorni scorsi di una storia di maglie e di amicizia.
La vicenda riguarda il Notts County, squadra inglese che, a causa di difficoltà con il fisco, si è ritrovata a vivere una grave crisi finanziaria, tanto da non poter acquistare le nuove divise di gioco. Di qui l’idea: perché non chiedere aiuto alla Juve? Un appello subito raccolto dai dirigenti della società bianconera, la quale, se è bianconera, lo deve proprio al Notts County.
Occorre infatti sapere che tanti anni fa, nel 1902, agli albori del calcio italiano, la Juventus indossava maglie rosa. Ma avevano un difetto: quando venivano lavate scolorivano, e quel rosa stinto non era proprio il più gradevole dei colori. Siccome nelle fila della Juve giocava l’inglese Tom Savage, che commerciava tra l’Italia e l’Inghilterra, venne naturale chiedere aiuto a lui, perché all’epoca le magliette da calcio prodotte oltre manica dagli inventori del calcio erano le migliori in assoluto.
Savage, che era di Nottingham, portò dunque in Italia le magliette bianconere realizzate per il Notts County, squadra nella quale aveva giocato prima di militare nella Juve, e fu così che la Juventus divenne bianconera e da allora il legame tra la squadra italiana e quella del Notts County si fece più che fraterno.
Da quel lontano 1902 di tempo ne è passato un bel po’ e il mondo del calcio è molto cambiato, ma ci sono cose che, nonostante tutto, non cambiano. E così ecco che dall’Inghilterra, nel momento della difficoltà, è partita la richiesta d’aiuto recapitata in casa Juve. Una vicenda che però non ha potuto avere un lieto fine a causa di una faccenda di sponsor. Il Notts ha dovuto infatti rifiutare la mano tesa dalla Juve per evitare di dover pagare pesanti penali alla ditta con la quale ha sottoscritto un contratto di fornitura.
Peccato. Consoliamoci (tornando al Torino) pensando che anche la Chapecoense, la squadra brasiliana che nel novembre 2016 fu decimata nel disastro aereo di Medellin, ha deciso di rendere omaggio ai granata dedicando al Toro la maglia del portiere.
Se nel calcio le rivalità sono dure a morire, anche le amicizie, per fortuna, restano robuste.
Aldo Maria Valli