Cari amici di Duc in altum, ho ricevuto da monsignor Carlo Maria Viganò un articolo che volentieri vi propongo. Riguarda il progetto dell’Abrahamic Family House, struttura che ad Abu Dhabi ospiterà una sinagoga, una moschea e una chiesa. “Nel giardino di Abu Dhabi – scrive Viganò – sta per sorgere il Tempio della Neo-Religione sincretica mondiale con i suoi dogmi anticristici. Nemmeno il più speranzoso dei massoni avrebbe immaginato tanto!”
A.M.V.
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«Ai Venerabili Fratelli … che hanno pace e comunione con la Sede Apostolica sulla difesa della Verità rivelata da Gesù Cristo, salute e Apostolica Benedizione. Forse in passato non è mai accaduto che il cuore delle creature umane fosse preso come oggi da un così vivo desiderio di fraternità… Facilmente si comprende… come siano molti coloro che bramano vedere sempre più unite tra di loro le varie nazioni, a ciò portate da questa fratellanza universale.»
Ad esprimersi così è il Sommo Pontefice Pio XI nell’esordio della sua enciclica Mortalium animos del lontano 1928, firmata proprio il giorno dell’Epifania, quando la Chiesa fa memoria di tre sapienti Magi venuti d’Oriente, capofila di un’interminabile carovana processionale guidata da un fulgido astro apparso nel firmamento, quando sulla terra faceva il suo ingresso il Figlio di Dio venuto nella carne, Unico Salvatore, centro del cosmo e della Storia.
Novantun anni più tardi, lo scorso venerdì 15 novembre 2019 – come riferito da Vaticannews – papa Bergoglio ha ricevuto in udienza il Grande Imam Ahmed Al-Tayeb, accompagnato da varie personalità e rappresentanti dell’Università di Al-Azhar e del Comitato Superiore, tutti animati dalla volontà di dare forma e concretezza ai contenuti del Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace mondiale e la Convivenza comune, siglato lo scorso mese d’agosto sulla scia della storica Dichiarazione Emiratina, firmata dal pontefice e dall’Imam durante l’Anno della Fratellanza.
A proposito del Documento sopra menzionato, sua eccellenza Mohamed Khalifa Al Mubarak, quale rappresentante degli Emirati Arabi Uniti, aveva precedentemente dichiarato (Vaticannews, 21 settembre 2019) che “in un mondo in cui tante sono le cose che dividono, gli Emirati sono impegnati a unire. Come un faro luminoso, vogliono portare la luce in un mondo buio, portando alla luce questo Documento, il più importante firmato in questi ultimi tempi”; come a dire che “l’Orientale Lumen” venuto a visitarci dall’alto come Sole che sorge (Lc 1, 7-8) è oramai eclissato da un nuovo “Faro Luminoso”.
I colloqui dell’incontro vaticano sono stati cordiali, con parole e gesti espressivi di un’ormai consolidata amicizia: ricordiamo che si tratta del sesto incontro tra il Pontefice e il Grande Imam. Il calore latinoamericano ha avuto così la meglio sul lungo e rigido “gelo” intercorso tra la Sede Apostolica e quella della massima istanza dell’islam sunnita. L’incontro ha tra l’altro offerto l’opportunità di presentare al pontefice un singolare progetto di cui è possibile farsi un’idea plastica attraverso planimetrie e le ricostruzioni 3D.
Sir David Adjaye Obe è l’ideatore di questo progetto architettonico, che sorgerà nell’opulenta e stravagante Abu Dhabi. Si tratta della Casa della Famiglia Abramitica, sorta di Nuova Tenda della Fratellanza Universale evocatrice di quell’altra Tenda dell’Accoglienza in cui l’Antico Patriarca ospitò tre misteriosi Angeli (cf Gn 18), prefigurazione del Dio Trinitario pienamente rivelato alla legittima posterità abramitica, per mezzo della fede in Gesù Cristo.
Abrahamic Family House è dunque il nome di questa struttura che ospiterà al suo interno una sinagoga, una moschea e una chiesa, dedicata naturalmente al Poverello.
Il progetto di sir David prevede che i tre diversi luoghi di culto siano uniti tra loro da fondamenta uniche e inseriti all’interno di un giardino, evocatore di un Nuovo Eden, riedizione in chiave gnostica e massonica del paradiso della Prima Creazione.
Come è stato spiegato a papa Bergoglio, questa “struttura … servirà come luogo di culto individuale, ma anche per il dialogo e lo scambio interreligioso. È infatti previsto anche un quarto edificio, sede del Centro Studi e Ricerca sulla Fratellanza Umana, il cui obiettivo, che si desume dal documento di Abu Dhabi, sarà quello di “far conoscere le tre religioni”. In questa stessa sede avranno anche luogo le cerimonie di consegna del Premio Fratellanza Umana.
L’edificazione della Casa della Famiglia Abramitica appare come un’impresa babelica, architettata dai nemici di Dio, della Chiesa cattolica e dell’unica vera religione capace di salvare l’uomo e l’intero creato dalla distruzione, tanto presente quanto eterna e definitiva. Le fondamenta di questa “Casa”, destinate a cedere e a crollare, sorgono là dove, per mano degli stessi costruttori, sta per essere incredibilmente rimossa l’Unica Pietra d’Angolo: Gesù Cristo, Salvatore e Signore, su cui si erge la Casa di Dio. “Pertanto – ammonisce l’Apostolo Paolo – ciascuno stia attento a come costruisce. Nessuno infatti può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.” (1Cor 3, 10)
Nel giardino di Abu Dhabi sta per sorgere il Tempio della Neo-Religione sincretica mondiale con i suoi dogmi anticristici. Nemmeno il più speranzoso dei massoni avrebbe immaginato tanto!
Papa Bergoglio procede così a un’ulteriore attuazione dell’apostasia di Abu Dhabi, frutto del neo-modernismo panteista e agnostico che tiranneggia la Chiesa Romana, germinato dal documento conciliare Nostra aetate. Siamo costretti a riconoscerlo: i frutti avvelenati della “primavera conciliare” sono sotto gli occhi di chiunque non si lasci più accecare dalla Menzogna imperante.
Pio XI ci aveva ammonito e messo in guardia. Ma gli insegnamenti che hanno preceduto il Vaticano II sono stati gettati alle ortiche, come intolleranti e obsoleti. Il confronto tra il Magistero preconciliare e i nuovi insegnamenti di Nostra aetate e Dignitatis humanae – per citare solo quelli – manifestano una terribile discontinuità, di cui bisogna prendere atto e che urge quanto prima emendare. Deo adiuvante…
Ascoltiamo le parole del Sommo Pontefice Pio XI, quando i Papi usavano parlare la lingua della Verità, cesellata con il fuoco nel diamante. «Sono soliti indire congressi, riunioni, conferenze, con largo intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere: infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che miseramente apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinità della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera Religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla Religione rivelata da Dio … La mistica Sposa di Cristo nel corso dei secoli non fu mai contaminata né giammai potrà contaminarsi, secondo le parole di Cipriano: “Non può adulterarsi la Sposa di Cristo: è incorrotta e pudica. Conosce una casa sola e custodisce con casto pudore la santità di un solo talamo.”» (Mortalium animos)
«Oggi più che mai … la Chiesa ha bisogno di dottrine forti e coerenti. In mezzo alla dissoluzione … i compromessi diventano sempre più sterili, e ciascuno di essi si porta via un brandello della verità … Mostratevi dunque … quali in fondo siete, cattolici convinti…! C’è una grazia legata alla confessione piena e intera della fede. Questa confessione, ci dice l’Apostolo, è la salvezza di coloro che la compiono, e l’esperienza mostra che essa è anche la salvezza di coloro che la intendono.» (dom Prosper-Louis-Pascal Guéranger, Il senso cristiano della Storia).
Il Pontefice Emerito Benedetto XVI ha rotto nuovamente il suo silenzio rendendo pubblica la sua accorata implorazione per la Chiesa in quest’ora così travagliata della sua storia: «Anche oggi la nostra fede è minacciata da mutamenti riduttivi a cui le mode mondane la vorrebbero sottoporre per sottrarle la sua grandezza. Signore, aiutaci in questo nostro tempo ad essere e a rimanere veri cattolici – a vivere e a morire nella grandezza della Tua verità e nella Tua divinità. Donaci sempre vescovi coraggiosi che ci guidino all’unità nella fede e coi santi di tutti i tempi e ci mostrino come agire in modo adeguato al servizio della riconciliazione, cui il nostro episcopato è chiamato in modo speciale. Signore Gesù Cristo, abbi pietà di noi!»
Carlo Maria Viganò