C.M. Viganò: “Cardinali, vescovi! Rivolgete una correzione fraterna al papa. Non sta confermando i fratelli nella fede”
Cari amici di Duc in altum, come avrete saputo, ieri sera nella cattedrale di Santo Stefano a Vienna ha avuto luogo di nuovo un concerto osceno e sacrilego, con il permesso e l’appoggio dell’arcivescovo, il cardinale Christoph Schönborn. A fronte di tale iniziativa sacrilega, Alexander Tschugguel, il cittadino viennese che a Roma ha opportunamente gettato nel Tevere le Pachamama, ha organizzato con il suo gruppo, davanti alla cattedrale di Vienna, la recita di un Rosario di riparazione. A tutti i partecipanti monsignor Carlo Maria Viganò ha fatto pervenire il messaggio che qui vi propongo.
A.M.V.
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Caro Alexander, cari fedeli riuniti in preghiera per la recita del Rosario fuori dalla cattedrale di Santo Stefano a Vienna, il Signore Gesù e la Vergine Maria siano con voi!
Abbiamo visto l’idolatria penetrare nel Tempio di Dio e rivendicare a sé l’adorazione dovuta esclusivamente al Dio vivente e vero.
Delle statuine, identificate come idolo Pachamama, sono state portate processionalmente.
Il caro Alexander si è ricordato del monito del Dio geloso, geloso perché “Amico dell’uomo”, della sua eterna verità e del suo destino di gloria.
Quel monito riecheggia nelle pagine della Scrittura rivelata, che tutti dovrebbe riempire di sacro tremore: “Voi demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, brucerete nel fuoco i loro idoli!” (Deuteronomio 7, 5). Li annegherete nelle acque del Tevere, “perché sono un abominio per il Signore tuo Dio; non introdurrai quest’abominio in casa tua (Deut 7, 25-26).
San Paolo ci insegna che l’uomo cade nell’idolatria quando, divenuto incredulo e apostata, disprezza la conoscenza di Dio e si ostina nel suo rifiuto di glorificarlo, “Lui che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del Cielo e della terra…. Lui che a tutti dà la vita e il respiro a ogni cosa…. Colui nel quale viviamo, ci muoviamo ed esistiamo; Colui del quale noi siamo la stirpe.” (Att. 17, 22, 28)
L’idolatria soffoca la verità nell’ingiustizia, ottenebra la mente e perverte il giudizio. Allora l’uomo, in balia della tirannia delle sue passioni infami e delle sue voglie vagabonde, si abbandona ad ogni forma di perversione e di impurità, “così da disonorare il proprio corpo, poiché ha cambiato la verità di Dio con la menzogna e ha venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli.” (Rom 2, 25).
Ancora una volta Vienna, la gloriosa capitale che seppe resistere con le armi della luce e della fede, all’avanzata dell’orda ottomana, subisce – sgomenta e scandalizzata – l’ennesima provocazione omoeretica e blasfema. Sulla cattedra di Santo Stefano si esibiscono attivisti gay, travestiti e transessuali che dalla Chiesa cattolica dovrebbero invece ricevere l’annuncio della Verità liberatrice di Cristo e il dono dell’Amore salvifico, gratuitamente offerto a tutti coloro che, dal più profondo delle proprie ferite e del proprio pentimento, osano riconoscersi bisognosi di salvezza.
Mi associo di tutto cuore al piccolo gregge, rimasto forse senza Pastore ma chiamato a raccolta nel Cuore dell’Immacolata, per implorare da Lei, mediante la preghiera riparatoria del Santo Rosario, il perdono di Dio per le offese e gli oltraggi perpetrati.
L’enormità degli scandali non diminuirà mai la potenza del Signore: non abbiamo perciò motivo di perdere coraggio né fiducia. Di fronte alla sinistra visione di una chiesa che sembra volersi riedificare contro la fede e contro la verità della persona umana, che sostiene e promuove ciò che avvilisce la vita e procura la perdita delle anime, vogliamo raddoppiare la fede e pregare senza mai stancarci l’Immacolata Madre di Dio e nostra vera Madre: Vitam praesta puram, iter para tutum, ut videntes Iesum semper colletemur. Insegnandoci a guardare Gesù, la Vergine Maria ci rende capaci di perseverare nella fede come “Acies ordinata, uno schieramento di anime militanti, sofferenti e trionfanti, unite per affermare l’onore della Chiesa, la gloria di Dio e il bene delle anime. L’arruolamento è aperto.” (Roberto de Mattei)
Mentre ci apprestiamo a varcare le soglie di un nuovo anno liturgico, san Bernardo mette nei nostri cuori e sulle nostre labbra le parole della nostra incrollabile speranza, della nostra fede certa, mentre i nostri cuori si aprono all’ardore della carità di Cristo, unici rimedi contro l’avanzare dell’iniquità.
“Fin da ora, celebriamo con tutto il cuore la venuta del Nostro Signore Gesù Cristo… Egli è venuto non solo a noi, ma per noi… La grandezza della grazia che ci ha donata, mostra qual era l’indigenza del nostro bisogno. Giudichiamo la gravità della nostra malattia da quanto costa guarirla… La venuta del Salvatore è perciò necessaria. Lo stato in cui sono gli uomini rende indispensabile la sua Presenza. Venga presto, dunque, il Salvatore!”
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo tit. di Ulpiana