Ben ritrovati con Strano dunque vero, la rubrica della Chiesa in uscita.
Partiamo da Bergamo, dove tre parroci hanno affidato gli esercizi spirituali per “adulti, genitori, catechisti ed educatori” alla signora Lidia Maggi. Pastora battista.
Strano? Certo! Dunque vero.
La notizia, riportata dall’Eco di Bergamo, quotidiano di proprietà della diocesi, dimostra la lungimiranza di certi parroci cattolici. Ma la strada è ancora lunga. Proposta: nei prossimi anni perché non affidare gli esercizi ad anabattisti e mennoniti? E poi, una volta consolidato il cammino, ad avventisti, mormoni, quaccheri, pentecostali e su su fino a pastafariani, googleisti e maradoniani?
Ed ora eccoci all’Austria (già felix), dove un sacerdote (?) cattolico (?), padre Michael Kopp, ha celebrato una “liturgia di ringraziamento” per due donne sposate civilmente, fatto confermato da un portavoce della diocesi di Graz-Seckau.
Strano? Certo! Dunque vero.
Il Catechismo della Chiesa cattolica (n. 2357) insegna che “appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati”. Ma il padre Kopp non la pensa così.
Kopp è il parroco (?) della chiesa cattolica (?) di Santa Margherita a Wolfsburg, e finora era noto per aver scritto i testi di due spettacoli. Di cabaret.
Molto bene. Passiamo alla Germania, dove nella Citykirche di Mönchengladbach (diocesi di Aquisgrana) è appesa una croce sulla quale al posto del corpo di Gesù è raffigurata una carcassa animale.
Strano? Dunque vero.
La Citykirche (“chiesa cittadina”) non è, a quanto pare, una vera e propria chiesa. Piuttosto un “luogo di culto ecumenico che vuole offrire agli abitanti un punto di incontro sia spirituale sia culturale”, tuttavia un cattolico della diocesi di Aquisgrana, scandalizzato, ha inviato una mail critica al parroco, alla cui parrocchia appartiene la Citykirche.
Siamo di fronte a una rappresentazione blasfema che insulta Dio, denigra il sacrificio della croce e “disturba nel modo più disgustoso i miei sentimenti personali e la mia fede”, ha scritto il fedele cattolico. Gli ha risposto il pastore Simonsen, il quale, pur dichiarandosi dispiaciuto, ha detto che quello del fedele è solo un punto di vista personale, uno dei tanti, e dunque l’opera resta lì dov’è.
Gli artisti (?) che hanno creato la croce sarebbero entrambi cristiani (?) credenti (?).
Strano? Certo! Dunque vero.
Dal vicariato il fedele cattolico si è poi sentito rispondere che l’arte “può servire anche come azione di disturbo verso ciò che noi percepiamo come qualcosa di stabile e fisso” e che lo stesso Gesù, Dio crocifisso, è una provocazione. Dunque la carcassa appesa alla croce è “provocatoria, ma non indegna”. D’altra parte il vescovo Dieser, si legge ancora nella risposta, desidera che la Commissione per l’arte ecclesiastica approfondisca la domanda su “come l’arte possa servire al dibattito in tema di fede mettendo mano alle abituali percezioni”.
Tutto molto strano? Certo! Strano dunque vero.
A.M.V.