Cari amici di Duc in altum, le parole pronunciate da Francesco il 12 dicembre scorso, durante la messa nella festa della Madonna di Guadalupe, hanno suscitato numerose reazioni e polemiche. Tralasciando la definizione di Maria come “meticcia”, due i punti caldi: il fatto che il papa abbia voluto sottolineare che a suo giudizio Maria è solo una “discepola” e che si sia schierato nettamente contro la possibilità di giungere a un nuovo dogma mariano, che sarebbe il quinto, circa il ruolo di Maria quale “corredentrice”.
Sostenitori del quinto dogma mariano sono sparsi nel mondo intero e fanno riferimento anche alle apparizioni della Madonna avvenute ad Amsterdam tra il 1945 e il 1959, fenomeni che, riconosciuti come autentici nel 2002 dal vescovo di Haarlem Joseph Maria Punt, ebbero per protagonista la veggente Ida Peerdeman (1905 – 1996).
Sull’omelia di papa Francesco ho ricevuto dagli Stati Uniti un commento che volentieri vi propongo. L’autore è il professor Mark Miravalle, docente di Teologia e Mariologia all’Università Francescana di Steubenville e presidente di Vox Populi Mariae Mediatrici, movimento laicale internazionale che da tempo, con il sostegno di milioni di fedeli e le adesioni di cardinali e vescovi, si batte perché la Chiesa proclami il dogma di Nostra Signora Corredentrice.
A.M.V.
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Caro dottor Valli, vorrei fare tramite il suo blog alcune riflessioni in merito alle parole pronunciate da papa Francesco il 12 dicembre 2019, durante l’omelia nella festa di Nostra Signora di Guadalupe, circa il tiolo di “corredentrice” e la possibilità di un nuovo dogma mariano.
Le parole precise utilizzate da papa Francesco, in spagnolo, e non supportate da un testo scritto, sono le seguenti: “Fedele al suo Maestro, che è suo Figlio, l’unico Redentore, Lei non ha mai voluto togliere nulla a suo Figlio. Non si è mai presentata come corredentrice. No, discepola” (“Fiel a su Maestro, que es su Hijo, el ùnico Redentor, jamás quiso para si tomar algo de su Hijo. Jamás se presentó como co-redentora. No, discípula“).
Ora, il papa ha certamente ragione nel dichiarare che Maria non si è mai presentata come “corredentrice”, né nel contesto dell’Annunciazione né negli eventi storici di Guadalupe, argomento dell’omelia. Ciò tuttavia non nega né la verità dottrinale né la tradizione riguardante il titolo di corredentrice, quando tale titolo sia usato nel suo significato autentico, ovvero per sottolineare la partecipazione di Maria alla redenzione storicamente compiuta da Gesù Cristo, l’unico divino Redentore.
Il papa ha ragione quando afferma che “Lei [Maria] non ha mai voluto togliere nulla a suo Figlio”. Allo stesso modo, quando san Giovanni Paolo II (e Pio XI prima di lui) usò ripetutamente il titolo di “corredentrice” non cercò in nessun modo di prendere qualcosa da Gesù per darlo a Maria; volle piuttosto sottolineare la cooperazione unica di Maria nell’opera redentrice compiuta da Cristo.
Occorre notare che il titolo di corredentrice attribuito alla Madonna fa parte della tradizione della Chiesa fin dal XIV secolo. Schiere di santi, papi, mistici, vescovi e teologi l’hanno utilizzato abitualmente, come nel caso di san Padre Pio da Pietrelcina, san Massimiliano Kolbe, santa Maria Benedetta della Croce, san Jose María Escrivá de Balaguer, santa Teresa di Calcutta e, non ultimo, san Giovanni Paolo II.
Con il titolo di corredentrice si cerca di riassumere, in una sola parola, la dottrina ufficiale della Chiesa sulla partecipazione impareggiabile di Maria alla redenzione compiuta da Gesù Cristo, unico divino Redentore, dottrina riproposta nel Concilio Vaticano II (Lumen gentium, 56, 57 , 58, 61) così come dal magistero pontificio degli ultimi tre secoli.
Papa Francesco nella sua omelia del 12 dicembre di fatto ha confermato la legittimità del titolo di Maria Madre di tutti, proposto nel secolo scorso in vista di una potenziale proclamazione, poiché attualmente nessuno dei quattro dogmi già esistenti (Madre di Dio, verginità perpetua, Immacolata Concezione, Assunzione) si riferisce alla relazione diretta e materna di Maria con l’umanità come nostra Madre spirituale.
Ricordo che il movimento internazionale secolare per la definizione di un quinto dogma mariano ebbe inizio per opera del cardinale belga Desirè Mercier nel 1915, e a partire dal 1918 i pontefici hanno incominciato a ricevere una quantità impressionante di petizioni, anche da parte di cardinali e vescovi, per la solenne definizione papale, o dogma, del rapporto di Maria con l’umanità come nostra Madre spirituale (rapporto che ha il suo fondamento teologico nel ruolo unico della Madonna, con e sotto Gesù, nell’opera di redenzione).
Nel corso degli ultimi cent’anni il santo popolo di Dio non ha mai smesso di pregare e di presentare petizioni ai vari papi per questa “incoronazione” dogmatica. In proposito, negli ultimi venticinque anni, fedeli di oltre centosettanta Paesi di tutto il mondo hanno inviato oltre otto milioni di petizioni alla Santa Sede. Si tratta di un grandissimo movimento spontaneo, sull’esempio di quelli che portarono, sempre attraverso lo strumento delle petizioni del popolo di Dio, alla definizione degli ultimi due dogmi mariani: l’Immacolata Concezione (1854) e l’Assunzione (1950).
Per quanto riguarda i commenti di Francesco espressi a braccio il 12 dicembre in merito ai nuovi dogmi in generale, risulta chiaro che papa Bergoglio ha un certo orientamento, ma nulla toglie che in futuro potrà rivederlo, come è già successo nel caso delle apparizioni di Medjugorje, quando, dopo un’iniziale presa di posizione che sembrò negativa, permise poi ufficialmente i pellegrinaggi, e tutto ciò ancor prima di arrivare a una parola definitiva sulle apparizioni.
Il movimento internazionale Vox Populi Mariae Mediatrici, sempre in piena obbedienza al Santo Padre e al magistero della Chiesa, continua a pregare e a lavorare nella gioiosa attesa di un ulteriore sviluppo verso la potenziale definizione solenne del ruolo materno della Madonna nella nostra Redenzione e del suo ruolo di Madre spirituale di tutti i popoli.
Mark Miravalle
presidente di Vox Populi Mariae Mediatrici