La papa-sleppa e i volti di Francesco. Con una nota sui suoi difensori d’ufficio
Gli schiaffi che papa Francesco ha dato sulla mano della signora orientale continuano a far discutere. Tre i partiti: quello di chi ritiene che il gesto di Francesco, pur non bello, vada giustificato perché Bergoglio si è sentito sbilanciato e messo in pericolo; quello di chi pensa che Francesco abbia fatto benissimo a reagire così di fronte a un’ingiustificabile invadenza, e infine quello di chi ritiene che il gesto abbia svelato la vera natura di Francesco, uomo che sotto una maschera misericordiosa nasconderebbe un’indole aggressiva e iraconda.
Forse ciascuna di queste componenti è all’origine del gesto. Ma occorre anche tenere in considerazione ciò che la donna ha detto. Distinguere le parole è difficile, ma secondo alcune interpretazioni la frase pronunciata dalla signora, subito dopo essersi fatta il segno della croce, sarebbe stata, in inglese: “Aspetta! Aspetta! Prenditi cura del popolo cinese. Stanno perdendo la fede!”. Secondo altri la frase, sempre in inglese, sarebbe stata invece la seguente: “Sei il ladro usurpatore del predecessore, stai distruggendo la fede”.
Può essere dunque che più del gesto della donna ciò che ha urtato il papa sia stato il messaggio e, se fosse così, sarebbero confermate le testimonianze che, dall’interno del Vaticano, riferiscono di un Francesco alquanto refrattario alle critiche.
Qualunque sia stato il motivo della reazione scomposta del papa, mi sembra comunque che nell’episodio di piazza San Pietro più ancora degli schiaffi ciò che “parla” sia il volto di Bergoglio: il volto di una persona non solo indispettita, ma direi incollerita.
Ora, è chiaro che sentirsi strattonati (e forse pure criticati) non è piacevole, specie se sei un anziano con difficoltà di deambulazione. Però è anche vero che se tu sei un papa che ha deciso di lasciarsi avvicinare, toccare e interpellare, e che anzi ha fatto di questa disponibilità una delle cifre del pontificato, devi mettere in conto che qualcosa di simile possa succedere.
Il papa all’Angelus si è scusato pubblicamente e gliene va dato merito. Resta però quel volto, dietro il quale c’è evidentemente qualcosa di irrisolto nella personalità di Jorge Mario Bergoglio.
Amici argentini mi dicono che a Buenos Aires il volto di Bergoglio era sempre rabbuiato, come quello di una persona che covava del risentimento. Poi, all’improvviso, quando Bergoglio è diventato Francesco, a quel volto se ne sarebbe sovrapposto un altro, sorridente ma forse artificioso, ed ecco perché ogni tanto il primo volto riemerge.
Non so. È un’ipotesi. Sta di fatto che in più di un’occasione Francesco si è comportato in modo strano, come quando, in Cile, ha mollato uno schiaffo sulla mano di una povera suora che non voleva fare altro che toccarlo, o come quando a Loreto ha ritirato ripetutamente la mano per non lasciarsela stringere e baciare dalle persone che erano lì in fila per salutarlo e rendergli omaggio.
Nel caso del Cile il video, pur di scarsa qualità, mostra come il papa passi repentinamente dal sorriso al gesto di stizza, senza alcuna giustificazione apparente, come se in quell’istante diventasse un altro (oppure tornasse se stesso?).
Nel caso di Loreto il portavoce vaticano fu costretto a dare una spiegazione risibile, affermando che il papa non si lasciò baciare la mano per evitare un contagio di germi. Ma se uno ha davvero una preoccupazione del genere avverte prima e lo dice gentilmente, non ritira la mano in quel modo, lasciando le persone sbalordite e mortificate.
Ripeto: la mia sensazione, come tale del tutto opinabile, è che nella personalità dell’uomo Bergoglio ci sia qualcosa di irrisolto, un problema che di solito resta celato, ma che di tanto in tanto riemerge alla superficie.
Chiudo con un accenno che mi riguarda. La mia “cronaca dal futuro” Quella prima Cerimonia dello Schiaffo, nella quale mi occupo dell’episodio di piazza San Pietro con un taglio ironico, ha provocato una valanga di reazioni stizzite da parte di lettori indignati.
So bene che l’ironia non è un’arma facile da maneggiare e so altrettanto bene che noi italiani, i quali ci prendiamo tutti maledettamente sul serio, non siamo certamente fra i più disponibili a scendere sul terreno ironico. Da noi più che al graffio canzonatorio si preferisce ricorrere all’insulto pesante, all’invettiva, all’improperio. Molto diversa la situazione in Inghilterra, dove un sito salace come Eccles is saved (vedere l’articolo sulla papa-sleppa) può impazzare allegramente.
Ciò che mi ha colpito, in ogni caso, è che alcuni dei lettori che mi attaccano sostengono che dovrei vergognarmi. E di che cosa? Di aver fatto dell’ironia su un episodio che, per la sua oggettiva stranezza, ha provocato in ogni angolo del mondo ogni sorta di commento ironico e sarcastico?
Questi difensori d’ufficio del papa misericordioso e umano si comportano in modo singolare. Dicono di apprezzare, appunto, il papa umano, tutto misericordia, dialogo e comprensione, ma non appena qualcuno si permette di criticare Francesco reagiscono inviperiti, invocando una sorta di lesa maestà. Ma come? Volete un papa desacralizzato, un papa “di strada”, e poi, alla prima difficoltà, lo rimettete metaforicamente sulla sedia gestatoria, così che sia sottratto alla polvere e al fango di quella strada che dite di amare tanto?
Cari amici, lasciate la nostalgia della sedia gestatoria a noi retrogradi tradizionalisti e accettate serenamente che il papa di strada possa non piacere a tutti.
A.M.V.