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E ora Gänswein chiede di togliere la firma di Ratzinger. Dietro il pasticcio del libro sul celibato

“Questa mattina su indicazione del Papa emerito ho chiesto al cardinale Robert Sarah di contattare gli editori del libro pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come coautore del libro stesso e di togliere anche la sua firma dall’introduzione e dalle conclusioni”.

Questa la dichiarazione con la quale monsignor Georg Gänswein, segretario di Benedetto XVI, dichiara che il papa emerito è estraneo all’operazione editoriale che ha portato al libro Dal profondo dei nostri cuori  (edizioni Fayard) dedicato a un’accorata difesa del celibato sacerdotale.

Afferma Gänswein “ll Papa emerito sapeva che il cardinale stava preparando un libro e aveva inviato un suo testo sul sacerdozio autorizzandolo a farne l’uso che voleva. Ma non aveva approvato alcun progetto per un libro a doppia firma né aveva visto e autorizzato la copertina. Si è trattato di un malinteso senza mettere in dubbio la buona fede del cardinale Sarah. Il testo che Benedetto ha mandato al cardinale è un testo suo che rimane, è lui l’autore di questo testo e non degli altri testi”.

Da parte sua il cardinale Sarah su Twitter dichiara: “Considerando le controversie che hanno provocato la pubblicazione del libro Dal profondo dei nostri cuori, si decide che l’autore del libro sarà per le pubblicazioni future: il cardinale Sarah, con il contributo di Benedetto XVI. Tuttavia, il testo completo rimane assolutamente invariato”.

Quello che è stato definito un giallo assume i contorni del pasticcio. Possibile che su questioni così delicate, che chiamano in causa il già discusso e controverso ruolo del papa emerito, si proceda in modo da lasciare spazio per malintesi del genere? Possibile che al papa emerito non sia stato spiegato per filo e per segno quale utilizzo sarebbe stato fatto del suo testo e della sua firma?

Il cardinale Sarah, sempre via Twitter, dichiara: “Affermo solennemente che Benedetto XVI sapeva che il nostro progetto avrebbe preso la forma di un libro. Posso dire che abbiamo scambiato più bozze per stabilire le correzioni”.

Sarah precisa di essere andato a casa di Ratzinger il 3 dicembre “per ringraziare ancora una volta il Papa emerito per aver riposto tanta fiducia in me. Gli ho spiegato che il nostro libro sarebbe stato stampato durante le vacanze di Natale, che sarebbe apparso mercoledì 15 gennaio e che, quindi, sarei venuto a portargli il libro all’inizio di gennaio, al ritorno da un viaggio”.

Eppure ora monsignor Gänswein fa sapere che Benedetto XVI non sapeva del libro. Solo un malinteso o c’è dell’altro? All’origine del clamoroso dietrofront di Gänswein ci sono state pressioni?

Al di là del caso specifico, sorgono ancora una volta domande sulla coabitazione dei due papi. Già gli “appunti” che Benedetto XVI affidò a una rivista sulla questione degli abusi sessuali nella Chiesa erano diventati fonte di polemiche e contrapposizioni. E ora questa nuova vicenda.

Il Codice di diritto canonico dichiara: “I fedeli hanno il diritto di ricevere dai sacri Pastori gli aiuti derivanti dai beni spirituali della Chiesa, soprattutto dalla parola di Dio e dai sacramenti”. Ma quanto viene rispettato questo diritto in un momento come l’attuale, segnato da un’incredibile confusione?

A.M.V.

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