Dopo la preghiera di Monaco / “Restare in prima linea. A difesa della Chiesa e della fede”
Come abbiamo ampiamente riferito, il 18 gennaio scorso a Monaco di Baviera circa centotrenta fedeli laici, riuniti nell’Acies ordinata, hanno pregato per la Chiesa e a difesa della fede nella centralissima Odeonsplatz, davanti alla Theatinerkirche e alla Feldernhalle, la loggia costruita nel XIX secolo per celebrare gli eroi cattolici della Baviera. I manifestanti, soprattutto tedeschi e italiani, ma anche americani, austriaci, brasiliani, canadesi, cileni, estoni, francesi e inglesi, si sono schierati nella piazza e, così come era già avvenuto a Roma il 19 febbraio e il 29 settembre 2019, hanno recitato il rosario in silenzio e infine hanno cantato il Credo, alzando il tono della voce quando hanno pronunciato le parole “Et unam Sanctam Catholicam Ecclesiam”.
Durante la conferenza stampa, i promotori dell’iniziativa hanno chiesto a papa Francesco di dire una parola chiara circa il “cammino sinodale” della Chiesa tedesca, tutto rivolto alla costituzione di una nuova Chiesa dal volto germanico-amazzonico, separata dalla Chiesa cattolica, apostolica, romana.
Tra i partecipanti alla preghiera pubblica anche la giornalista e saggista tedesca Gabriele Kuby, fiera oppositrice della “rivoluzione gender” e autrice di saggi quali La rivoluzione sessuale globale. Distruzione della libertà in nome della libertà, e Gender Revolution. Relativismo in azione.
Intervistata da Edward Pentin per il National Catholic Register, Gabriele Kuby si dice “molto contenta” dell’iniziativa di Monaco, che è stata, spiega, “come una trasfusione di sangue per la Germania da parte di persone che non hanno timore di dire la verità e, non essendo paralizzate dal politically correct e dalla paura, restano in prima linea”.
Gabriele Kuby, che ha abbracciato la fede in età adulta, dice di sé: “Io appartengo alla generazione del Sessantotto e a quel movimento ho partecipato attivamente. Dopo la mia conversione mi sono cadute le bende dagli occhi”.
Secondo l’autrice tedesca, l’osservazione fatta da un altro partecipante alla preghiera di Monaco, Alexander Tschugguel (colui che durante il sinodo amazzonico gettò le statuette idolatriche delle Pachamama nel Tevere dopo averle sottratte dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina) è corretta: chi ha deciso di resistere deve rendersi conto che deve fare sacrifici. “Non faremo alcuna differenza finché cercheremo soltanto di proteggerci. Se resteremo dietro la linea del fronte per evitare qualsiasi contraccolpo, l’avversario potrà sempre avanzare”.
“Tutti – spiega la scrittrice – abbiamo un certo ruolo e una posizione da cui parlare e agire. Come dice Gesù, dobbiamo essere puri come colombe e astuti come serpenti. Anche se ho pienamente sostenuto l’evento di Monaco, ritengo che uno o due partecipanti siano stati troppo aggressivi nella loro retorica, e questo è un pericolo da evitare”.
Circa l’impatto che l’iniziativa potrà avere sulla Chiesa tedesca, Gabriele Kuby risponde: “Non lo so. Siamo oltre il punto in cui i buoni argomenti fanno davvero la differenza. Non solo in politica, ma spesso pure nella Chiesa si tratta solo di potere e denaro, purtroppo. Il processo sinodale è progettato con cura per manipolare la coscienza dei credenti verso l’accettazione di una nuova Chiesa che si adatta alle esigenze della rivoluzione sessuale. Poiché la maggior parte dei vescovi tedeschi sono ‘marxisti’ [nel senso di sostenitori della linea del cardinale Reinhard Marx], il risultato sarà quello previsto: cambiamento nell’insegnamento perenne della Chiesa in materia di sacerdozio (celibato e ordinazione femminile) e morale sessuale”.
Quale potrà essere il prossimo passo se preghiere e proteste non bastassero?
“Non sono uno stratega. Sono una persona che cerca di dire la verità. Penso che ogni persona abbia il proprio posto e ruolo. Abbiamo talenti, determinate posizioni nella società, e dobbiamo diventare obbedienti nell’ascolto dello Spirito Santo”.
E come rispondere a chi sostiene che sono proprio i partecipanti alla preghiera di Monaco quelli che hanno bisogno di mettersi in ascolto dello Spirito Santo che sta guidando la Chiesa verso una dimensione più sinodale e più capace di ascoltare il mondo?
“Francamente, preferisco ascoltare la parola immutabile di Cristo e dei santi. Questo tipo di consiglio, apparentemente spirituale, è una semina manipolatoria di confusione”.
A.M.V.
Fonte: National Catholic Register
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