Cari amici di Duc in altum, David Murgia, giornalista, blogger, scrittore e autore televisivo, ha pubblicato nel suo blog Il segno di Giona ampi stralci dei risultati del rapporto della commissione pontificia incaricata di studiare i fenomeni di Medjugorie.
Vi propongo qui quanto scrive Murgia.
A.M.V.
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Ricorderete che qualche tempo fa vi avevo raccontato di aver ricevuto un pacco riguardante Medjugorje.
Sostanzialmente avevo tra le mani la Relazione finale della Commissione Internazionale di inchiesta sui fenomeni di Medjugorje – chiamata anche relazione della commissione Ruini perché presieduta dal Cardinale Camillo Ruini – cioè il documento finale redatto dalla commissione pontificia istituita proprio da Benedetto XVI per dare un giudizio sulla soprannaturalità o meno dei fenomeni che lì accadono.
Ora tutti conoscono la mia posizione sui fatti di Medjugorje: da scettico sono passato ad un giudizio molto favorevole perché sono andato (anche più volte) e ho visto quello che lì a Medjugorje accadeva e tutt’ora accade.
Dopo averla verificata, ho letto la Relazione interamente e molte volte e non esagero se vi confido che mi tremavano le mani.
Un vero capolavoro. Una vera inchiesta che per metodologia e ricerca dovrebbe essere studiata e proposta come modello nelle università.
Soprattutto perché in un momento come questo segnato da documenti, veline, libri e quant’altro che tentano di infangare il buon nome della Santa Sede, dei Pontefici e della gerarchia, questa Relazione dimostra come ci sono nella Chiesa (e sono la maggioranza) persone eccezionali che nel completo nascondimento lavorano per il bene della Chiesa e creano dei veri capolavori.
In parte, di questo documento era già trapelato qualcosa, anche perché lo stesso Papa Francesco ne aveva parlato pubblicamente in termini più che lusinghieri.
Ma ci sono alcuni estratti totalmente inediti, mai pubblicati, e per certi versi sconvolgenti che potrebbero aiutare meglio i fedeli che cercano la Verità– sia quelli che non credono a Medjugorje sia quelli che ci credono come il sottoscritto – nel proprio discernimento.
Per evitare polemiche ho tolto i riferimenti personali presenti nella Relazione e le sottolineature e i neretti non sono presenti nel testo.
Questi estratti a qualcuno piaceranno. Ad altri molto meno. Ma questi sono i risultati ufficiali a cui gli esperti della commissione pontificia sono arrivati.
La Commissione – lo ricordo – ha redatto questa Relazione a partire dal 2010. Ha lavorato per quasi quattro anni e in tutto si sono tenute 17 riunioni plenarie. Ne hanno fatto parte 13 Membri a cui si sono aggiunti 4 esperti. La Relazione finale è composta da circa una trentina di pagine molto chiare ed efficaci.
Sulla scia di quanto già in parte si era appreso sulla straordinarietà del fenomeno in questi anni aggiungo solo che la Commissione:
“Individuato l’oggetto formale e materiale specifico, suscettibile di offrire e delineare la fisionomia di un fatto religioso di specifico interesse dal punto di vista della sua possibile origine soprannaturale, esso può dunque essere riconosciuto, in modo sufficiente e ragionevole, nelle prime sette presunte apparizioni, che si testimonia avvenute dal 24 giugno al 3 luglio 1981 a Ivanka Ivanković, Mirjana Dragičević, Vicka Ivanković, Ivan Ivanković, Milka Pavlović e Ivan Dragičević (c’è da dire che i veggenti Marija Pavlović e Jakov Čolo, tutt’ora parte dei 6 veggenti si sono aggiunti il 25 giugno 1981; mentre Milka Pavlović e Ivan Ivanković sono “usciti” dal gruppo dei veggenti”)”.
Non solo. Per la Commissione “l’ipotesi di un’origine demoniaca degli inizi del fenomeno appare gratuita e infondata… per i frutti positivi derivati dal fenomeno stesso”.
Per cui: “Sulla base di questi dati, la Commissione Internazionale ritiene di poter affermare con ragionevole certezza che le prime sette apparizioni risultano intrinsecamente credibili, perché capaci di suscitare in chi le ha vissute un risveglio della fede, una conversione del modo di vivere e un rinnovato senso di appartenenza alla Chiesa”.
La soprannaturalità degli inizi del fenomeno – inizi del fenomeno cioè “non riconducibili a sole dinamiche umane ma aventi un’origine soprannaturale” – è stato votato da 15 presenti, di cui 13 si sono espressi positivamente, 1 in modo negativo e 1 in modo attendista.
Ma la Commissione Internazionale ha anche dovuto studiare tutto il fenomeno, fino ai nostri giorni. E “si può quindi affermare che la trentennale storia successiva agli eventi originari si è diramata in tale estensione e in tale profondità da escludere una manipolazione individuale o di massa. Si è così dinanzi – pur con ogni possibile cautela per questa analogia – alla dinamica del piccolo seme che porta grandi frutti”.
Il punto che maggiormente – secondo me – desterà qualche mal di pancia è quello relativo al comportamento dei presunti veggenti. E non solo a causa del “dossier Sxxxxxxxxx”, informativa sconosciuta e rimasta segreta per decenni di cui scriverò nei prossimi giorni, ma per quanto concerne i cosiddetti messaggi, la presunta “Vita di Maria”, il “grande segno” e i cosiddetti “dieci segreti”.
Qui la Commissione è stata diretta. Ecco cosa scrive: “La Commissione Internazionale ha dovuto rilevare la banalità ripetitiva di alcune comunicazioni che i testimoni dichiarano di aver ricevuto dalla Gospa, così come la mancanza in esse delle componenti di indeducibilità e di eccedenza che è proprio del carattere sovrannaturale – pur rimanendo il contenuto di tali comunicazioni generalmente in linea con la fides Ecclesiae”.
E ancora più avanti si legge nella Relazione:
“Il modo con cui i presunti testimoni parlano di queste realtà richiama la funzione assunta da elementi per certi aspetti analoghi sia nel corso di fenomeni autenticati dalla Chiesa – prima fra tutti, Fatima – sia nell’ambito di fenomeni non riconosciuti tali dalla competente autorità ecclesiastica ma che continuano, in un modo o nell’altro, ad avere credito presso alcuni settori del popolo cristiano. La Commissione Internazionale ha ritenuto di non poter ordinare ai presunti veggenti di rivelarle il contenuto dei ‘segreti’, anche perché non ha la potestà di assumere essa stessa delle decisioni…. Inoltre i presunti veggenti li descrivono come realtà nascoste che, per ordine della Gospa, non debbono essere rivelate se non al momento opportuno, che sarà loro indicato esclusivamente dalla Madonna”.
Per cui a giudizio della Commissione Internazionale i “segreti” di cui parlano i presunti veggenti, la “vita di Maria” ed eventuali testi analoghi “non possono godere di alcuna approvazione ecclesiastica”.
“La formulazione linguistica dei presunti messaggi della Madonna – consigliano i Membri – dovrebbe avvenire alla presenza del sacerdote incaricato dell’accompagnamento spirituale del presunto veggente”
E poi c’è la delicata questione della credibilità attuale dei presunti veggenti. Ecco cosa scrive la Commissione Internazionale a proposito di varie “argomentazioni diffuse e ripetute”:
“Quel che la Commissione Internazionale ha potuto accertare, a proposito dell’accusa di un’eventuale ricerca del lucro, è che i testimoni del segno soprannaturale a loro originariamente indirizzato hanno ora effettivamente un rapporto per alcuni aspetti ambiguo con il denaro (e con quello che, in generale, si può chiamare preoccupazione per il proprio “benessere”). Quest’ambiguità, però, più che situarsi sul versante dell’immoralità, si situa nel versante della struttura personale, spesso priva di un solido discernimento e di un coerente orientamento, anche perché è mancata loro una attendibile e continuativa guida spirituale, nel corso di questi trent’anni. Vi sono, semmai, molti indizi di protagonismi spirituali esibiti e di relazioni pastorali mancate”.
E ancora:
“In altri termini, occorre riconoscere che, per lunghi anni, né i vescovi di Mostar-Duvno, né la comunità dei frati francescani di Medjugorje hanno stabilito con queste persone relazioni di sufficiente frequentazione e di approfondito discernimento dei significati dei fatti che essi attestavano e tuttora attestano di esperire. Questa circostanza ha verosimilmente accentuato l’attuale relativa “impermeabilità” dei testimoni: per certi versi ingenua e par altri versi costruita, attraverso la protezione di formule ripetitive e di stereotipi di difesa della loro “esperienza” mariofanica”.
E quindi:
“Questo mancato accompagnamento spirituale e umano è sicuramente una tra le cause di certe ambivalenze e ambiguità che si sono manifestate tra i protagonisti del fenomeno in fieri. Questa dinamica negativa raggiunge il suo apice nel caso di OMISSIS i cui continui incontri e conferenze sul fenomeno di Medjugorje sembrano costituire l’unico suo lavoro e sostegno. OMISSIS inoltre ha mentito più volte ed è meno credibile anche nel modo in cui parla delle sue esperienze con la Gospa”.
Anche se va detto che nelle pagine seguenti la Commissione pontificia addolcisce un po’ i toni:
“I presunti veggenti sono apparsi sostanzialmente credibili nella loro testimonianza delle prime sette apparizioni, e anche per le presunte apparizioni successive non sembra si possa negare la loro soggettiva buona fede, indipendentemente dal giudizio sulla realtà dell’accaduto. Questa valutazione positiva non si estende però a OMISSIS, sulla cui credibilità sono emerse gravi e comprovate riserve. Anche per quanto riguarda il comportamento morale e in particolare la questione del quaestus lucri, la posizione di OMISSIS è più compromessa di quella degli altri presunti veggenti”.
Proprio su questo punto la Commissione richiede che “l’autorità ecclesiastica deve vigilare sulle attività economiche dei presunti veggenti connesse al fenomeno di Medjugorje, specialmente nel caso di OMISSIS”.
Per questo, a giudizio della Commissione Internazionale “l’attenzione e la cura pastorale verso di loro devono indirizzarsi anzitutto allo sviluppo e all’approfondimento della loro vita spirituale e del loro senso di appartenenza alla Chiesa. Essi infatti non appaiono maturi né nella loro fede né nella loro ecclesialità, e per certi versi nemmeno nella loro consistenza psicologica. Il fatto che nessuno di loro sia stato realmente seguito da un direttore spirituale nel proprio cammino personale può spiegare almeno in parte queste carenze”.
Anche se – ad onor del vero – “va riconosciuto che i presenti veggenti nei loro interventi pubblici non intendono sostituirsi alla Chiesa e ne richiamano in modo sufficientemente equilibrato la dottrina. Esistono tuttavia forti tendenze a concentrare l’attenzione su di essi e sulle loro attuali presunte visioni, piuttosto che sulla sostanza cristocentrica ed ecclesiale della spiritualità mariana”.
Infine, qualche consiglio pratico per la parrocchia di Medjugorje: sebbene “I francescani assicurano a Medjugorje una buona cura pastorale” questa deve però essere “integrata e potenziata (se necessario con un maggior apporto anche di non francescani)”. “La catechesi dei francescani – si legge – è molto ben condotta, in particolare dal punto di vista pedagogico”.
Così come vanno aumentati “i confessionali, garantendo le condizioni anche esterne per il rispetto del segreto”, e va assicurata “una precisa disciplina dei confessori, verificando la loro identità e idoneità”.
Inoltre, visto il grande numero di pellegrini, sarebbe auspicabile “un ampliamento delle dimensioni della chiesa parrocchiale”.
©David Murgia
Fonte: Il segno di Giona
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