Il coronavirus, una nave e un bravo sacerdote

Tra le tante vicende legate all’infezione da coronavirus, eccone una che racconta di un bravo sacerdote, capace di compiere il suo dovere in una situazione delicata.

La storia è quella della nave da crociera Westerdam, che giorni fa ha potuto attraccare in Cambogia dopo che il Giappone l’aveva respinta e altri quattro paesi – Filippine, Taiwan, Guam e Thailandia – si erano rifiutati di accoglierla.

La nave proveniva da Hong Kong, dove ci sono stati cinquanta casi di infezione da Covid-19: di qui la brutta esperienza vissuta dai 1455 passeggeri (in maggioranza statunitensi, canadesi e britannici) e 802 membri dell’equipaggio, quasi tutti indonesiani e filippini.

Tra loro anche un prete dell’Apostolato del Mare degli Stati Uniti, del quale non conosciamo il nome perché ha chiesto di restare anonimo.

Senza perdersi d’animo, il prete ha fatto fino in fondo il suo dovere: è stato spiritualmente vicino ai passeggeri e all’equipaggio, ha confessato e Ha celebrato Sante Messe senza risparmiarsi. Non solo: ha anche scritto una novena da recitare durante la navigazione per impetrare il dono della salute e il buon esito dell’avventura.

Doreen M. Badeaux, dell’Apostolato del Mare degli Stati Uniti, ha riferito che i passeggeri “erano molto preoccupati sin dall’inizio”, ma il sacerdote ha saputo assistere tutti, mettendosi a disposizione e facendo costante ricorso alla preghiera.

Ogni giorno il sacerdote ha celebrato diverse Messe, compresa una per l’equipaggio alle undici di sera. Inoltre non ha mai smesso di confessare i cattolici e di essere disponibile anche nei confronti dei passeggeri di altre religioni per una conversazione o un consiglio.

“In una situazione così tesa – dice Badeaux – è molto importante avere un prete a bordo. L’equipaggio deve sempre essere professionale e non mostrare il proprio stato di stress o di preoccupazione, ma davanti al prete anche il personale può parlare francamente, sapendo che tutto ciò che viene detto resterà riservato. In questi momenti così angoscianti molte persone si prendono del tempo per conversare con il sacerdote sui loro problemi. E si tratta di persone di ogni confessione religiosa”.

Dopo la partenza da Hong Kong, la Westerdam, che era diretta in Giappone, è rimasta in mare per due settimane alla ricerca di un attracco e, sebbene a bordo non ci sia stato alcun caso di infezione da coronavirus, ha faticato a trovare un paese disposto ad accoglierla.

I timori sono nati quando si è scoperto che un passeggero, che aveva già lasciato la nave, era stato trovato positivo al coronavirus Covid-19 in Malesia.

A Sihanoukville, città della Cambogia con forti legami economici con la Cina, i passeggeri sbarcati sono stati accolti con fiori e sciarpe tradizionali, alla presenza del primo ministro cambogiano.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha elogiato la Cambogia, ma la decisione di lasciar attraccare la nave da crociera è stata presa, più che per motivi umanitari, per non compromettere le relazioni con la Cina. Proprio per salvaguardere il rapporto con Pechino, il primo ministro Hun Sen si è dichiarato scettico circa i rischi legati al coronavirus e si è anche offerto di recarsi personalmente a Wuhan per portare un messaggio di amicizia.

La Westerdam fa parte della flotta di quindici navi da crociera della Holland America Line, una delle stette principali compagnie di navigazione al mondo, controllata dalla Carnival Corporation.

A.M.V.

Fonti: The Catholic Telegraph, Bbc News Asia

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