Intervista / Cesare Cavalleri: “Abbiamo l’occasione di riscoprire la Comunione spirituale”
Come sapete, cari amici di Duc in altum, questo blog negli ultimi giorni, specie attraverso la rubrica I cattolici al tempo del coronavirus, ha dato voce ai fedeli che hanno manifestato dubbi, perplessità e anche sofferenza circa la decisione della Cei di sospendere le Messe con concorso di fedeli. Altri lettori si sono invece detti convinti che la decisione dei vescovi è stata giusta e necessaria.
Sulla situazione che stiamo vivendo ho intervistato Cesare Cavalleri, storico direttore, dal 1966, della rivista Studi cattolici e delle edizioni Ares, che hanno sede a Milano. Cavalleri è dal 1959 membro numerario dell’Opus Dei.
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Cesare Cavalleri, come stai vivendo questa quaresima senza le Messe?
Per me è diverso, cioè uguale, nel senso che – vivendo in un Centro dell’Opus Dei con altri dodici numerari, quattro dei quali sono sacerdoti – tutti i giorni partecipo alla Messa che viene celebrata per noi. Purtroppo, però, non possiamo invitare nessuno, secondo le disposizioni ministeriali di evitare visite non strettamente indispensabili. Gli amici, pertanto, li incontriamo altrove, con le cautele consigliate.
Che cosa ci sta dicendo il Signore con questa situazione?
La risposta la deve trovare ciascuno per sé. Senz’altro, se ci vengono pensieri di critica verso le indicazioni delle autorità civili e religiose, possiamo essere certi che non vengono dal Signore.
Come vivere da cattolici in questi giorni nonostante l’impossibilità di ricevere l’Eucaristia?
Si vive da cattolici temporaneamente impossibilitati a ricevere l’Eucaristia. È l’occasione per riscoprire e approfondire la Comunione spirituale quando non è un generico desiderio ma quando, essendo in grazia di Dio, si attualizzano gli effetti della Comunione sacramentale.
Come giudichi la decisione di sospendere le Messe su tutto il territorio nazionale?
Credo che sia una decisione suggerita, non certo a cuor leggero, dalle autorità sanitarie. La grandiosa processione indetta con le migliori intenzioni dal cardinal Borromeo, l’11 giugno 1630, probabilmente ha favorito la diffusione della peste a Milano.
Come pregare in questi giorni?
Come in tutti gli altri giorni. La preghiera vocale, la meditazione, la preghiera contemplativa, come è spiegato nel Catechismo della Chiesa cattolica (Parte IV).
Quale tipo di devozione consigli ai fedeli?
Seguire ogni giorno con un messale la liturgia della Parola e concludere con una Comunione spirituale è un bel modo di sentirsi Chiesa. Il Santo Rosario è una risorsa inesauribile, e si può chiedere a un santo di cui si è particolarmente devoti un intervento perché cessi l’emergenza. Magari con una novena.
A.M.V.