“Non vi basta stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella di Dio?”
Cari amici di Duc in altum, voglio proporvi un testo che mi ha molto colpito. Ne sono venuto a conoscenza grazie a una gentile lettrice che me l’ha segnalato. È stato scritto da un sacerdote della diocesi di Civitavecchia – Tarquinia, don Francesco d’Erasmo. È una lettera aperta indirizzata al papa, ai vescovi e all’intera Chiesa cattolica. Dopo la lettera, trovate le risposte di don Francesco ad alcune mie domande.
A.M.V.
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Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci
(Mt 7,15)
Lettera aperta al mio Vescovo, al legittimo Successore di Pietro, a colui che siede sulla Cattedra di Pietro, al Vescovo di Roma, e a tutti i vescovi d’Italia e dell’intera Chiesa cattolica
Mi rivolgo a voi in questa modalità, perché è forse l’unica capace di raggiungere efficacemente i destinatari.
Supplico pertanto tutti coloro che ne hanno la possibilità di dare la massima visibilità, con ogni mezzo, a questo mio testo, senza timore per le conseguenze che esso possa avere su di me. Mi assumo personalmente tutta la responsabilità di quello che scrivo.
Io, Francesco d’Erasmo, Sacerdote dell’Ordine dei Presbiteri della Chiesa cattolica, ordinato a La Storta il 26 giugno 1999, nato a Milano il 29 gennaio 1974, nel pieno possesso delle mie facoltà, rivolgo questo mio appello ai destinatari di questo scritto e a tutti i cattolici e gli uomini di buona volontà.
Non vi basta stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio?
Avete per anni disprezzato il timore di Dio, spingendo in ogni modo a un accesso sacrilego ai sacramenti e agli uffici ecclesiastici, ingannando il popolo di Dio sulla verità della fede cattolica al riguardo, e abusando della vostra autorità, e ora avete timore del contagio tanto da impedire ai fedeli qualunque accesso ai sacramenti?
E avete anche la spavalderia e l’arroganza di proclamare che a questo non siete obbligati, ma liberamente scegliete questo comportamento?
Perché non avete mai tolto i cattolici di intere nazioni dal dilemma se essere scomunicati per apostasia o pagare le tasse alla Chiesa cattolica, come in Germania per esempio?
Ipocriti! Che cosa è più importante per voi? Servire Dio o Mammona? Avete sostituito a Dio i vostri idoli!
Non crediate di fuggire all’ira imminente!
Voi potete giocare sulla pelle dei fedeli, perché non avete la più lontana idea di che cosa significhi per un vero cristiano essere privato della grazia dei sacramenti. Un cristiano è prontissimo a perdere la vita, ma non può vivere senza sacramenti!
Ma questo a voi non “scende nel cuore”. Tanto noi possiamo celebrare per conto nostro e assolverci tra di noi! E i poveri fedeli?
Proprio ieri era il settimo anniversario di un avvenimento che è stato determinante riguardo a tutto questo. Proprio sette anni fa è iniziata la situazione per cui nella Chiesa il supremo potere è in mano di chi si fa paladino della Chiesa delle porte aperte. Proprio ieri, proprio nella Diocesi del Vicario di Cristo, proprio nella sua diocesi, è stata decisa la chiusura delle porte delle Chiese! Per proteggere dal virus. E chi protegge i fedeli dai lupi vestiti da agnelli? E chi protegge i fedeli da una vita senza la Grazia dei sacramenti?
Proprio ieri Gesù ha detto: se non ascoltano Mosè e i profeti, non ascolteranno nemmeno se uno risuscita dai morti! Lo so. Ma si dice anche che, se non possono correre i cavalli, devono correre gli asini.
Io sono un povero asino, peccatore, sempliciotto, alcuni sono convinti che sia anche malato di mente. Non posso venire a voi con alcuna autorità particolare. Non ho avuto particolari rivelazioni, se non la voce della coscienza. Mi appello allora alla vostra ragione, alla vostra coscienza, se anche il vostro cuore fosse chiuso.
Provate a vedere se i fatti della storia non danno ragione a quello che il Cielo sta annunciando da anni, scomodando nientemeno che quella Vergine Madre, che per la prima volta era stata annunciata da Isaia ad Acaz. Dio si accontenta di un atto di sincero pentimento.
Proprio lunedì ci è stata riproposta la meravigliosa preghiera del profeta Daniele. La Vergine Maria chiede un atto di Consacrazione al Suo Cuore Immacolato. Niente più. Ma non un atto di affidamento, giusto per scaramanzia, superficialmente dando più peso alle teorie di teologi da strapazzo che alle Sue parole. Un atto sincero, che nasca dal fondo del cuore, in cui si pone piena fiducia nel Suo Cuore di Mamma, che Gesù ci ha donato per testamento dalla Croce. Un atto che non può essere fatto ostinandoci contemporaneamente nei peccati e nella menzogna.
Pentitevi, convertitevi, e credete al Vangelo! Evitate che il Signore debba ripetervi come a Pietro: vattene via da me, satana, perché non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini! Perché continuate a essere zoppi da tutte e due le gambe? Ciechi e guide di ciechi!
Ho assistito molti in punto di morte nella mia vita di sacerdote. Non è mai troppo tardi per tornare a Dio!
Vi supplico, lasciatevi riconciliare con Dio! Chiedo perdono ai molti che non sono complici delle cose che denuncio, ovviamente non mi sto rivolgendo a tutti indiscriminatamente.
Chiedo ai fedeli di pregare perché noi tutti vostri pastori non abbiamo a subire la sorte dei vignaioli omicidi.
Ma qualora voi, destinatari di questo mio scritto, sentiste la tentazione di combattere me, per sopprimere la verità che vi dico, vi ricordo la sorte del faraone. E vi ricordo le parole di Gamaliele al sinedrio. Non siate stolti. Oltretutto se mi perseguitaste, non fareste che dare visibilità a queste mie parole. E qualcuno dovrebbe ricordarlo per esperienza. Il Signore non mi ha mai abbandonato. Ormai se ne sono accorti anche i demoni.
Voi, che calpestate la Parola di Dio, rileggete l’ultima pagina dell’Apocalisse. Gesù ci ha avvertito, il cielo e la terra passeranno, ma le Sue Parole non passeranno prima che tutto sia compiuto!
Ognuno del resto porta la responsabilità delle proprie decisioni e omissioni.
Al Signore Dio Onnipotente, Creatore del Cielo e della terra, ho offerto la mia vita nel sacerdozio e tento di offrirla nonostante i miei molti tradimenti nella fedeltà quotidiana. A Lui rinnovo, per le mani di Maria Santissima, Madre Immacolata del Suo divin Figlio Gesù Cristo, l’offerta e la consacrazione di tutto me stesso, perché tutto ciò che in me è di ostacolo alla Gloria di Dio sia bruciato dal Fuoco dello Spirito Santo, e tutto quello che resta non sia altro che umile corona gettata ai piedi dell’Agnello per la Gloria di Dio.
Nel Nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.
In fede
Francesco d’Erasmo
Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia, 13 marzo 2020
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Questa dunque la lettera aperta di don Francesco. Poiché è stata scritta prima che il cardinal vicario di Roma emanasse un secondo decreto, il riferimento alla chiusura delle chiese di Roma è da considerare, in parte, superato, ma è un dettaglio che non intacca il senso generale del messaggio.
Ho raggiunto don Francesco rivolgendogli alcune domande.
Che cosa l’ha spinta a scrivere la lettera?
Due sere fa un amico di Roma mi ha mandato un messaggio. Diceva: “Il problema è che a Roma solo una chiesa dava la comunione tutti i giorni. Poi è arrivata la stangata dal cardinale vicario. I sacerdoti alla notizia del comunicato [che stabiliva la chiusura di tutte le chiese, ndr] piangevano ed erano presi dallo sconforto. Sotto, allora, con la preghiera!”.
Alla lettura del messaggio sono rimasto impressionato. Quante volte, anche ieri, la liturgia ci parla: piangano i sacerdoti tra il vestibolo e l’altare. Evidentemente il pianto è salito a Dio! Stamattina [13 marzo, ndr] alle cinque mi sono svegliato e mi è venuto in mente tutto quello che poi ho scritto. Sono andato in chiesa, ho preparato per la Santa Messa, ho scritto, pubblicato tutto e ho iniziato la celebrazione.
I suoi confratelli come giudicano la sua iniziativa?
Sono vent’anni che ogni tanto mi scappa qualcosa. Nessuno mai mi ha detto che ho torto. Spesso mi invitano alla prudenza, ma in questo caso ho avuto solo attestati di stima e ringraziamenti. E silenzi. C’è molta paura. Come sotto la Gestapo, o la Stasi, che è lo stesso. L’ultima volta che ho incontrato Madre Teresa mi chiese se volessi andare con lei in Cina. Non la ascoltai. Forse la Cina è venuta da me.
Lei appartiene alla diocesi di Civitavecchia: la Madonnina che cosa ci dice in relazione alla vicenda che stiamo vivendo?
Non so se abbia detto qualcosa. Però inviterei a riflettere sui messaggi di allora. Nel mio blog c’è una presentazione al bellissimo libro di padre Flavio Ubodi Civitavecchia. Venticinque anni con Maria. Sottolineo solo che la Madonnina invitava a stringersi attorno a Giovanni Paolo II. Eravamo alla metà degli anni Novanta del secolo scorso. Basterebbe vedere quali erano gli accenti del Papa in quel periodo per capire tutto.
Come inciderà la vicenda del coronavirus sulla Chiesa e sulla nostra fede?
Penso che tutto sia grazia. Nella mia vita i periodi di prova lo sono stati molto più di quelli facili. Il Signore e la Madonnina benedicano tutti.