I cattolici al tempo del coronavirus / 19
Petizione: restituiteci la Santa Messa!
Restituiteci la Santa Messa. Con tutte le precauzioni anti Covid-19, ma per favore comprendete che questo bisogno dell’anima è altrettanto importante del bisogno di cibo e medicinali per il corpo. La Santa Messa è un diritto insopprimibile in una società libera! Permetteteci di celebrare la Pasqua con la Messa! Si celebrino più Messe a numero limitato di fedeli per permettere le dovute distanze, indossando mascherina e guanti. I fedeli ne hanno bisogno in questi giorni di desolazione ancora di più che nei tempi di pace e serenità. Mi rivolgo soprattutto ai nostri vescovi perché ci diano un segno di coraggio e amore per Cristo.
Chi vuole firmare la petizione può farlo qui.
Grazie!
Lettera firmata
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Messe no, sigarette sì
Caro Aldo Maria Valli, fratello in Cristo, sono un cattolico, molto provato da quest’ultima quaresima che ci impone un digiuno spirituale di lontananza dal Santissimo Sacramento, ma ci consente di provvedere ai bisogni del corpo, sigarette incluse. Il motivo di queste mie povere righe risiede nella necessità pressante di ricorrere a tutti gli intellettuali cattolici per rivolgere ai vertici ecclesiastici un appello accorato, perché non lascino noi, povero gregge, privi del Santissimo Sacramento a Pasqua.
Cristo con la sua Risurrezione ha sanato tutte le ferite. Negare con un comportamento mondano questa Verità costituisce un peccato contro lo Spirito Santo. Come cattolico preferisco morire di Covid-19 piuttosto che non vivere santamente la Settimana Santa, fulcro della vita cristiana.
A coloro che dicono che anche questo digiuno spirituale ha un suo valore, bisogna con energia ricordare che Gesù Cristo nel deserto mise alla prova il corpo ma trovò consolazione dagli angeli. Che cosa sarà delle nostre povere anime? I corpi prima o poi moriranno.
Grazie per aver accolto il mio messaggio.
Lettera firmata
Trasacco (L’Aquila)
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Testimonianza da Tokio
Caro Valli, le scrivo da Tokio. Qui il vescovo ha annunciato il proseguimento della sospensione di tutte le Messe sul territorio. Le funzioni sono invece regolari presso la chiesa ortodossa russa di Ochanomizu, così come le cerimonie, aperte al pubblico, nei templi buddhisti.
Le grazie del Signore però arrivano immeritate e inaspettate. È stata una gioia scoprire che tutte le domeniche qui in città viene celebrata una Messa secondo il rito antico. Non si tratta di una chiesa, ma di una saletta messa a disposizione da un’associazione di quartiere. Lo spazio è risicato, si sta in ginocchio sui tatami con le finestre aperte per consentire il ricambio dell’aria. Così è avvenuto anche durante la nevicata di domenica scorsa. Forse proprio la mancanza di comodità, dell’agio di poter scegliere l’orario e la chiesa più congeniali mi fanno apprezzare ancora di più questo dono immeritatamente ricevuto. In un periodo come questo, a poter assistere alla Messa, di cui così tante persone sono private, mi fa sentire un privilegiato. Prego che in Italia possiate tutti presto tornare veramente “a casa”, uscendo dalle case in cui siete confinati.
Grazie mille per il suo prezioso lavoro
Lettera firmata
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Grido di dolore da Bologna
Caro dottor Valli, le scrivo in preda allo sconforto e allo sconcerto. Oggi pomeriggio mi sono recato nella basilica di San Francesco a Bologna per l’adorazione eucaristica, come faccio da quando, disgraziatamente, i vescovi hanno sospeso le sante Messe. Qui un buon padre conventuale mi dava la comunione ogni mattina, ma ecco che ora sono apparsi avvisi che informano i fedeli che “la basilica è aperta solo per la preghiera personale”. Il superiore, paladino della cosiddetta “Chiesa in uscita”, ha inoltre appeso a tutte le porte e sulle colonne la circolare del ministro Lamorgese, evidenziando in giallo il passaggio nel quale si specifica che si può pregare in chiesa solo se essa si trova sul percorso per andare al lavoro. Come dire: non venite a pregare e non disubbidite allo Stato!
Caro dottor Valli, sono un cattolico perplesso che grida di dolore per come è ridotta la sua Chiesa.
Ernesto Stagni
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Se la Chiesa esalta la privazione eucaristica
Caro Aldo Maria, le scrivo da Milano. Anche qui dilaga l’esaltazione teologica e ideologica della privazione. Più si stringono le misure governative anticristiane, più cresce la sottomissione dei vescovi. In aggiunta, i pastori favoriscono apertamente l’esaltazione ideologica degli straordinari benefici spirituali derivanti della privazione della Messa e dell’accesso alle chiese!
Per questi pastori, la sospensione delle Messe e il divieto di frequentazione sono situazioni provvidenziali e massimamente desiderabili. Vescovi e sacerdoti forniscono copiosamente, al riguardo, tutte le necessarie giustificazioni teologiche. Insomma, dobbiamo metterci bene in testa che, grazie all’emergenza coronavirus, siamo venuti a trovarci, per quanto riguarda la nostra fede cattolica, nel migliore dei mondi possibili.
Chiaro che, di questo passo, rischiamo di diventare liturgicamente apatici e, in sostanza, di trasformarci in protestanti. E, nei confronti del potere civile, sudditi impauriti. La pressione è fortissima e temo che, dopo, sarà molto difficile riscuotersi.
Grazie sempre per il suo lavoro
L.M.
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Il pentimento? Roba vecchia
Caro Valli, voglio fare i complimenti a don Alberto Strumia per le sue riflessioni Dal coronavirus al culturalvirus, pubblicate su Duc in altum. Bravissimo! Sottoscrivo tutto. Sono le stesse riflessioni che faccio anch’io notando tristemente, davanti ai vari “coronavirus minuto per minuto” con i quali siamo bombardati, che in fondo la connotazione del pensiero mondano è sempre la stessa. Cambierà il cuore dell’uomo dopo (se vi sarà un dopo) questa terribile batosta? Speriamolo. Per ora la Chiesa, che dovrebbe chiedere il pentimento, rivolge solo esortazioni a confidare nella misericordia divina che, a quanto pare, perdona tutti, indipendentemente dal fatto che si sia o meno pentiti per i nostri peccati. Il pentimento? Roba d’altri tempi, frutto di un’educazione antidiluviana! Così ci viene detto. Ma il Cielo, con questa prova che ci ha mandato, ci aiuta a far cadere il velo dagli occhi.
A.S.