Monsignor Josemaría Escrivá de Balaguer, il fondatore dell’Opus Dei, teneva sempre vicino a sé l’immagine di un asinello e ancora oggi, nelle residenze dell’Opera, non è raro vedere statuine di asinelli.
Con la “teologia dell’asinello” san Josemaría mostrava il senso della santificazione del lavoro ordinario. Gesù, per entrare a Gerusalemme, non scelse una nobile cavalcatura ma preferì un umile asino, obbediente, resistente nel lavoro, un animale che si accontenta di poco e procede spedito, senza lamentarsi. Inoltre, l’asinello ha orecchie lunghe, tese verso l’alto, come antenne innalzate verso il cielo per cogliere la voce del suo padrone, di Dio.
Ecco il cristiano: uno che non si risparmia, è al servizio degli altri, non ha la velleità di mettersi in mostra ma svolge il suo compito con amore e dedizione, sempre attento ai richiami di Dio.
Come ho già raccontato, davanti a casa mia c’è un’area verde, dove vivono cavalli e asini. Senza nulla togliere ai primi, la mia simpatia va soprattutto ai secondi. Sono un memento molto utile.
Buona e santa Domenica delle Palme!
A.M.V.