Negli Stati Uniti durante questa pandemia da coronavirus la fantasia dei parroci ha portato alla celebrazione di Messe nei parcheggi, con i fedeli che hanno assistito alla celebrazione chiusi nelle loro auto. Una sorta di drive-in spirituale. Abbiamo anche visto preti che hanno confessato nei parcheggi: il prete seduto all’esterno, il penitente nell’auto, a distanza di sicurezza. In altri casi, il parcheggio è stato utilizzato per distribuire la comunione ai fedeli, sempre a bordo delle loro auto, dopo la Messa celebrata e seguita in streaming.
Tra i parroci che hanno celebrato in un parcheggio c’è padre John Echert, della parrocchia della Santissima Trinità a South St. Paul, Minneapolis, che ha spiegato di averlo fatto spinto dalla ricerca di una soluzione che potesse rispettare sia gli ordini delle autorità sul distanziamento sia il diritto dei fedeli di non vedersi privati dei sacramenti.
Padre Echert, che è stato per trent’anni cappellano militare, dice che la sua ricerca di soluzioni creative nasce da un’esperienza vissuta anni fa, quando, mentre prestava servizio nell’esercito degli Stati Uniti e ancora non era stato ordinato, per un anno rimase di stanza in un luogo così isolato (in Turchia, nell’ambito della guerra in Iraq), da non poter partecipare alla Santa Messa né ricevere la comunione. Un ricordo rimasto molto vivido in lui.
“È proprio alla luce di quel ricordo – spiega – che ora ho deciso di fare tutto quel che posso per garantire la Messa e i sacramenti, naturalmente rimanendo ben dentro le regole sia della Chiesa sia dello Stato”
Ora, dopo che le disposizioni delle autorità civili si sono fatte ancora più restrittive, padre Echert ha dichiarato che, purtroppo, non distribuirà più la comunione, ma continuerà a celebrare nei parcheggi, davanti ai fedeli chiusi nelle loro vetture.
Dalle foto è possibile vedere che padre Echert nel parcheggio celebra la Messa tridentina, il che può sorprendere, ma è lui stesso a spiegare come stanno le cose.
Cinquantenne, con alle spalle studi di Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico di Roma e all’Ecole Biblique di Gerusalemme, padre Echert racconta che la sua vocazione risale all’infanzia: fin da bambino avvertì la chiamata al sacerdozio, e rivelò subito il suo sogno sia ai genitori sia a qualunque prete incontrasse. “Ma senza dubbio – dice – la mia consapevolezza vocazionale è stata risvegliata dalla forma tradizionale della Messa. Ho iniziato a celebrare la Messa tridentina, secondo la lettera apostolica Summorum pontificum di Benedetto XVI, cinque anni fa. Conoscevo il latino e quindi sono stato facilitato. Poi, quando si è trattato di chiedere il permesso al vescovo, sono stato incoraggiato da alcuni amici che avevano già riscoperto la Messa tridentina. Per allenarmi, ho seguito Messe tradizionali attraverso alcuni video e facendo da assistente a un sacerdote che già celebrava così. Per settimane ho celebrato in privato, e quando mi sono sentito sicuro ho incominciato a celebrare in pubblico. Ho sempre amato questo tipo di celebrazione e con il tempo ho acquisito maggiore familiarità anche con il pensiero cattolico tradizionale, sia attraverso libri e pubblicazioni sia conversando con cattolici orientati verso la tradizione”.
“Lo Spirito Santo opera in molti modi, attraverso gli esseri umani. Se siamo chiamati a evangelizzare le nazioni, è anche legittimo, e anzi imperativo, farlo mediante la tradizione, inclusa la forma tradizionale della Messa. Invece di aspettare che lo Spirito Santo sussurri alle anime dei fedeli o che qualcuno si imbatta nel mondo della tradizione, i parroci dovrebbero essere inclini a presentare alle anime loro affidate la forma tradizionale della Messa”.
Padre Echert nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce ha paragonato la riscoperta della Messa tradizionale alla scoperta della vera Croce nel 312 d.C., un’analogia suggerita dal fatto che, a suo giudizio, con la Messa tridentina abbiamo riscoperto il culto più sacro della Chiesa. “Come insegna Gesù, dovremmo festeggiare quando troviamo qualcosa di prezioso che era andato perduto. E in effetti vedo che molti fedeli apprezzano il recupero e sono grati. Conosco diversi sacerdoti, per lo più giovani, che sono interessati all’apprendimento della Messa tridentina e spero che presto ci sarà la possibilità di accoglierli nelle due parrocchie nelle quali celebro. Il bello del motu proprio di Benedetto XVI è che le richieste devono venire dal basso, non è qualcosa di imposto dall’alto. E le richieste stanno aumentando”.
Alla domanda su quale forma di Messa sceglierebbe per celebrare ogni giorno d’ora innanzi, padre Echert risponde: “La Messa tradizionale, senza dubbio! È stata la Messa che per prima ha ispirato in me la vocazione al sacerdozio ed è la Messa che intendo offrire fino al mio ultimo respiro sulla terra”.
A.M.V.
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Fonti: