Dunque, come avrete letto, il papa non ha telefonato a Mattia Santori. Il povero leaderino delle Sardine è rimasto vittima di uno scherzo di quei ragazzacci della Zanzara di Radio24, i quali ogni tanto, grazie a un imitatore (il bravissimo Andro Merkù), colpiscono il malcapitato di turno con le telefonate di un finto Francesco che però sembra proprio il vero Francesco.
Il povero Mattia ha raccontato, ancora emozionato: «Quando ha detto “Mattia, sono io, sono Francesco”, solo a quel punto mi sono reso conto che non era uno scherzo». E invece era proprio uno scherzo crudele.
Avrebbero anche dovuto vedersi, Mattia e il papa, come ha spiegato l’ignaro Santori: «Eravamo rimasti d’accordo per incontrarci, ma poi tutto è saltato» per l’emergenza coronavirus.
Quando lo scherzo non era stato ancora svelato, Mattia ha spiegato che tra le Sardine c’è stato dibattito sull’opportunità o meno di rendere nota la telefonata: «In campagna elettorale, secondo alcuni, avrebbe potuto esserci utile renderlo pubblico, ma noi abbiamo deciso di no».
Ma che cosa disse «Francesco» a Mattia? Racconta lo stesso Santori: «Io penso di non aver detto neanche una parola. Ho ascoltato. Papa Francesco è rimasto molto super partes, ma noi ci siamo sentiti apprezzati. Il messaggio che mi è arrivato è questo: “Vi osservo, vi seguo, ho capito le vostre parole e quello che state chiedendo”. Noi alla politica abbiamo chiesto di rispettare la dignità delle persone. È molto bello sapere che il pontefice osserva quello che accade nella società. In campagna elettorale siamo stati attaccati molto a livello mediatico e siamo stati bersaglio della macchina del fango. Dal papa abbiamo ricevuto ascolto e comprensione. Ho avvertito una grande emozione mentre Francesco mi diceva che aveva visto le piazze piene di noi giovani e che aveva provato una grande gioia. Mi ha detto: “Continuate così, perché la gentilezza che emana dalle vostre piazze è fondamentale”».
Ora, non mi sembra il caso di infierire contro il leaderino sardinesco, né di indignarsi per lo scherzo dei ragazzacci della Zanzara. Lo spunto di riflessione mi sembra un altro, e cioè che, se i ragazzacci non avessero svelato tutto quanto, la faccenda della telefonata ci sarebbe sembrata plausibile.
Capite il punto a cui siamo arrivati? È del tutto plausibile che il papa (il papa!) prenda il telefono, chiami il leaderino delle Sardine e gli dica quelle cose. È del tutto plausibile che il povero leaderino ritenga che dall’altra parte del telefono ci sia proprio il papa. È del tutto plausibile che il leaderino pensi che il papa possa aver usato parole di approvazione e riconoscenza per le Sardine. È del tutto plausibile che il finto Francesco abbia fissato con il leaderino un appuntamento a Santa Marta per parlare di migranti e accoglienza. Ed è del tutto plausibile che un leaderino come Santori possa sentirsi così importante da meritare l’attenzione del papa.
Nella telefonata il finto papa (e qui sta la genialità degli ideatori dello scherzo) ha detto cose che il vero papa avrebbe potuto dire davvero. E la conferma sta nel fatto che il povero Mattia c’è cascato con tutte le scarpe.
Ecco il dramma. Per cui, tanto di cappello a quelli della Zanzara, ma in realtà c’è poco da ridere.
A.M.V.