L’irresistibile ascesa di Tagle, il “papa rosso” che ride (e piange)

Sul Bollettino della Santa Sede, in data 1° maggio, è stato pubblicato un rescriptum ex audientia con cui Francesco ha deciso di cooptare nell’ordine dei vescovi il cardinale Luis Antonio Tagle, equiparandolo in tutto ai cardinali insigniti del titolo di una chiesa suburbicaria.

Cerchiamo di “tradurre” questo atto in un linguaggio comprensibile.

Partiamo col dire che un rescriptum ex audentia è la trascrizione in legge di ciò che il papa ha detto a parole. Ma che cosa significa questo specifico rescritto riguardante il cardinale Tagle?

Bisogna ricordare che il cardinalato è suddiviso in tre ordini: cardinali vescovi, cardinali presbiteri e cardinali diaconi. È una sorta di suddivisione interna alla quale corrispondono compiti diversi, in modo particolare durante la sede vacante e il conclave. Un tempo tali distinzioni si riflettevano anche in campo liturgico e qualcosa in tal senso si era tornati a vedere con Benedetto XVI, quando, in qualche occasione, celebrava affiancato da due cardinali che indossavano una dalmatica diaconale.

Poiché però papa Francesco non sembra particolarmente interessato a questi aspetti, la domanda è: perché il rescritto?

L’unica risposta plausibile riguarda il “peso” che Bergoglio ha voluto così attribuire al cardinale Tagle in prospettiva del prossimo conclave. Promuovendolo al grado massimo, quello di cardinale vescovo, è come se il papa avesse messo una mano sulla spalla di Tagle e, davanti a tutti gli altri porporati, avesse detto: “Di lui mi fido”.

Ricordiamo anche che sono proprio i cardinali vescovi a nominare il decano del collegio cardinalizio, il cui ruolo dal 18 gennaio 2020 è ricoperto dall’ottantaseienne Giovanni Battista Re.

Questo rescritto non significa necessariamente (ma neanche lo esclude) che papa Francesco stia pensando alle dimissioni, portando così a due il numero dei papi emeriti, ma si configura comunque come un atto teso a preparare la Chiesa che verrà. Di fatto il cardinale Tagle viene inserito ancora di più nella lista dei papabili.

Appartenente al mondo della Scuola di Bologna (ha fatto parte del comitato editoriale della Storia del Vaticano II, curata da Alberto Melloni e Giuseppe Alberigo), Tagle condivide con Francesco l’attenzione per ecologia e migranti. Più che naturale che Bergoglio lo consideri il suo possibile successore e abbia quindi voluto metterlo in una posizione di spicco.

Nato a Manila il 21 giugno 1957 da padre d’etnia Talog e madre sino-filippina, Tagle è presidente di Caritas Internationalis dal 2015 ed è stato nominato da Francesco presidente del sinodo straordinario sulla famiglia e successivamente prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, la potente Propaganda Fide, il dicastero che ha competenza per tutto ciò che riguarda l’attività missionaria. Considerati i suoi ampi poteri, la vastità dei territori di cui si occupa, l’ingente patrimonio gestito e l’influenza sugli altri organismi vaticani, il cardinale prefetto di Propaganda Fide è tradizionalmente definito “il papa rosso”.

Vero enfant prodige (per gli standard della Chiesa è un porporato giovanissimo), Tagle è il perfetto prototipo del pastore da periferia e Chiesa in uscita, per usare gli slogan tanto cari a Francesco. E, viste le sue origini, possiede il profilo adatto per aprire le porte della Cina.

All’interno di questo quadro perfetto (dal punto di vista bergogliano), l’unico vero neo sembra di tipo caratteriale: anche se spesso appare sorridente (troppo, dicono alcuni), Tagle in più di un’occasione ha dimostrato di non saper tenere a freno la commozione, mostrando una certa propensione alle lacrime.

A.M.V.

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Foto: VaticanNews

 

 

 

 

 

 

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