Denuncia / “Il Partito comunista cinese è il virus più pericoloso”

“Il Partito comunista cinese (Pcc) è il più grande e più pericoloso virus al mondo”. È quanto affermato dal dissidente Chen Guangcheng a conclusione di una conferenza-dibattito online organizzata dall’Università Cattolica d’America.

L’attivista non vedente, divenuto avvocato negli Stati Uniti, dove è stato accolto come profugo nel 2012, ha già denunciato in passato aborti e sterilizzazioni forzate nella regione dello Shandong e per questo è stato perseguitato e imprigionato.

Al Forum, organizzato il 24 aprile scorso dall’associazione Faith & Law e dall’Istituto per un’ecologia umana, Chen ha sottolineato che il Partito comunista cinese ha taciuto sulla diffusione del virus a Wuhan e nel Paese, ha manipolato le cifre delle infezioni e delle morti ed ha violato i diritti dei cittadini. “E’ tempo – ha detto – di riconoscere la minaccia che il Partito comunista costituisce per tutta l’umanità. Il Partito reprime e manipola informazioni per rafforzare il potere, senza alcuna considerazione per il prezzo pagato in termini di vite umane”.

Quando ancora viveva in Cina, oltre a denunciare le violenze del Partito comunista nell’attuare la politica del figlio unico anche mediante aborti e sterilizzazioni forzate, Chen rivelò lo scandalo della vendita di sangue nella regione dell’Henan, dove almeno un milione di persone contrassero l’Aids perché, spinte dalla fame, andarono a vendere il sangue in un centro sanitario privo delle dovute precauzioni igieniche.

Durante l’incontro organizzato dall’Università Cattolica degli Stati Uniti Chen ha messo in guardia i governi di tutto il mondo dal seguire il “metodo cinese” nella lotta al coronavirus, citando l’inaffidabilità dei dati forniti dal regime e il procedere militaresco. “Famiglie intere – ha raccontato – sono state trovate morte nei loro appartamenti, perché non potevano uscire”. Chen ha precisato che “le autorità dicono al mondo di avere il virus sotto controllo” e “ordinano a tutti di ritornare al lavoro”, ma il virus non è stato sconfitto e anzi riemerge, mentre il Partito nasconde la verità e schiaccia le persone che cercano di condividere informazioni sull’epidemia.

Secondo Chen inoltre il Partito sta usando la crisi innescata dalla pandemia per colpire ancor più duramente i dissidenti, arrestando e tenendo in detenzione attivisti per i diritti umani con la scusa della “quarantena”.

Fu grazie ai dati forniti da Chen che vennero provate le sterilizzazioni di massa. Dopo la sua denuncia, l’Agenzia cinese per la pianificazione familiare ammise che alcuni rappresentanti governativi effettuarono “aborti forzati e sterilizzazioni contrarie ai diritti legali dei cittadini”.

A.M.V.

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Fonte: AsiaNews

 

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