Duc in altum è in grado di pubblicare il testo del decreto con il quale il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita ha nominato un delegato pontificio, nella persona del padre gesuita Gianfranco Ghirlanda (professore emerito nella facoltà di Diritto canonico dell’Università Gregoriana), allo scopo di guidare il processo di revisione dello statuto e del direttorio dell’associazione laicale Memores Domini, composta da persone della Fraternità di Comunione e Liberazione che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio vivendo nel mondo e praticando i consigli evangelici assunti con impegno personale e privato.
I Memores Domini sono oggi circa 1600, presenti in trentadue Paesi così distribuiti: tredici in Europa, sette in Sudamerica, quattro in Africa, quattro in Nordamerica, tre in Asia uno in Medio Oriente.
L’incontro durante il quale è stato letto e consegnato il decreto di nomina del delegato pontificio si è svolto il 26 giugno, alla presenza del cardinale Kevin Farrell, prefetto del dicastero, di Antonella Frongillo, presidente dei Memores Domini, di membri del consiglio direttivo dell’associazione e di responsabili di alcune case dei Memores. Era presente lo stesso padre Ghirlanda, il quale, come vedremo, ha subito precisato alcuni punti che faranno da linea ispiratrice della sua azione.
Nel corso dell’incontro ha parlato anche il cardinale Farrell, soprattutto per esprimere gratitudine per il carisma che da don Luigi Giussani ha originato i Memores Domini. “Il carisma a voi affidato – ha detto il cardinale prefetto – è veramente un dono provvidenziale dello Spirito per il compimento della missione ecclesiale. Voi tutti che avete aderito a questo carisma in risposta a una chiamata divina trovate nell’adesione fedele a questa chiamata un cammino di santità riconosciuto come tale dalla Chiesa”.
Ma perché la convocazione?
“Il dicastero – ha spiegato Farrell – vi ha convocati oggi perché nell’esercizio della propria competenza al servizio dell’associazione dei fedeli ha sollecitato a più riprese la presidente, a partire dal 29 maggio 2018, a procedere alla modifica di alcune norme contenute nel direttorio e a una riforma dello statuto”, ma non essendo arrivata al Vaticano una proposta di revisione, il dicastero, d’intesa con il papa, ha deciso appunto di nominare il padre Ghirlanda delegato pontificio dell’associazione “affinché la guidi nel processo di revisione del direttorio e dello statuto e contestualmente nel risanamento di alcuni problemi associativi già segnalati al dicastero”.
Farrell, che ha fatto cenno alla “preoccupante sospensione della vita associativa”, ha invitato tutti i Memores Domini, “come già ha voluto fare il Santo Padre tramite la sua lettera del 2 gennaio 2020, indirizzata alla presidente, ad accogliere docilmente e con spirito ecclesiale la voce della Chiesa alla quale compete di vigilare sul buon esercizio dei carismi”.
Con le stesse parole usate dal papa nell’udienza per i sessant’anni di fondazione di Comunione e Liberazione (7 marzo 2015), Farrell ha esortato a evitare il rischio dell’autoreferenzialità, “quel guardarci allo specchio che ci porta a disorientarci e a trasformarci in meri impresari di una Ong”.
In quel duro discorso il papa disse che fedeltà alla tradizione “significa tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri” e aggiunse: “Don Giussani non vi perdonerebbe mai che perdeste la libertà e vi trasformaste in guide da museo o adoratori di ceneri. Tenete vivo il fuoco della memoria di quel primo incontro e siate liberi!”. Ma evidentemente dal punto di vista della Santa Sede i problemi non sono stati risolti, ed ecco dunque la decisione ufficiale di mandare un delegato pontificio.
E questo è il testo del decreto che Duc in altum è in grado di proporvi.
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Decreto
Il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, nell’esercizio della propria competenza relativa all’accompagnamento e sviluppo delle associazioni di fedeli, ha ricevuto segnalazioni da parte di membri dell’Associazione laicale Memores Domini, riconosciuta quale associazione internazionale di fedeli mediante decreto del già Pontificio consiglio per i laici in data 8 dicembre 1988, manifestanti perplessità circostanziate in merito a disposizioni del testo statutario e del direttorio dell’associazione medesima.
Esaminati accuratamente i testi normativi dell’associazione, e accertata la presenza di disposizioni che pregiudicano la necessaria distinzione tra ambito di governo dell’associazione e ambito della coscienza dei suoi membri, con particolare riferimento alle spettanze di governo e di accompagnatore spirituale attribuite al consigliere ecclesiastico dell’associazione; valutate le ripercussioni delle disposizioni contestate sui membri dell’associazione in tema di libertà personale, di diritto alla riservatezza e più in generale riguardo il buon governo della medesima; ascoltate le motivazioni della presidente della Memores Domini, la dottoressa Antonella Frongillo, e del già consigliere ecclesiastico dell’associazione, il reverendo Julián Carrón; ricevuto il parere della Congregazione per la dottrina della fede per quanto di sua competenza, stante la necessità di assicurare il retto funzionamento del governo della suddetta associazione di fedeli e di tutelare i diritti dei membri della medesima, preservando altresì e promuovendo la partecipazione dell’associazione Memores Domini alla comunione e missione della Chiesa secondo quelli che sono i riconosciuti criteri di ecclesialità, tenendo conto della rilevanza ecclesiale dell’associazione laicale Memores Domini a livello internazionale e della necessità di tutelare e promuovere il carisma che lo Spirito santo ha elargito alla Chiesa per il tramite del servo di Dio don Luigi Giussani, visti i canoni 305 e 323 del Codice di diritto canonico, l’articolo 7 paragrafo 1 dello statuto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, nonché lo statuto vigente dell’associazione laicale Memores Domini, il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, nell’esercizio delle proprie funzioni e per mandato della suprema autorità, decreta:
1)
La nomina del reverendo padre Gianfranco Ghirlanda quale delegato pontificio dell’associazione laicale Memores Domini affinché guidi il processo di revisione dello statuto e del direttorio della medesima, con particolare riferimento a:
a) alla struttura di governo, alla configurazione delle cariche, in modo particolare e non esclusivo ai poteri del consigliere ecclesiastico, del presidente e dei membri del consiglio direttivo, al fine di conseguire una netta separazione tra ambito di governo dell’associazione e ambito della coscienza dei suoi membri;
b) alla reale rappresentatività degli organi di governo dell’associazione.
2)
La nomina di una commissione, presieduta dal delegato pontificio, e composta da Memores Domini competenti, con il preciso compito di revisionare lo statuto e il direttorio dell’associazione, seguendo, secondo le modalità stabilite dal delegato pontificio, una procedura di consultazione presso tutte le case e accogliendo i contributi di tutti i membri. Il numero e i nominativi dei componenti della suddetta commissione, così come le funzioni della medesima, verranno definiti dal dicastero in accordo con il delegato pontificio.
3)
Per la formazione della commissione il consiglio direttivo dell’associazione potrà proporre due nominativi che saranno soggetti alla valutazione del dicastero.
4)
Il delegato pontificio provvederà altresì ad assistere il governo nel promuovere presso tutti i membri dell’associazione un’opportuna pedagogia in ordine alla comprensione dell’ambito della coscienza, del foro interno sacramentale e non e del foro esterno. A tal fine si concede al delegato la facoltà di avvalersi di consultori e di esperti in materia.
5)
Spetterà alla Memores Domini provvedere a tutte le spese necessarie al delegato pontificio per lo svolgimento del suo incarico.
Tali provvedimenti sono assunti con l’auspicio di una fattiva collaborazione di tutti i membri della Memores Domini, per il bene dell’intera associazione di fedeli e della Chiesa.
Dal Vaticano, 26 giugno 2020
Kevin card. Farrell, prefetto
Padre Alexandre Awi Mello, segretario
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Nel corso dell’incontro ha poi preso la parola il padre Ghirlanda, il quale, dopo aver ringraziato il cardinale Farrell “per la fiducia che mi mostra nel volermi affidare questo incarico di accompagnamento e di guida nel cammino di revisione dello statuto e del regolamento”, ha spiegato che “ogni sollecitazione a rivedere i propri testi normativi la ritengo una sollecitazione ad approfondire il carisma che ha dato origine a un’associazione di cui si fa parte. Quindi è un momento di assunzione di responsabilità. Il carisma è donato dallo Spirito alla Chiesa e non solo ai membri di un’associazione, per cui l’opera a cui i membri sono chiamati dalla Chiesa nel momento della revisione degli statuti è carica di responsabilità nei confronti della Chiesa stessa”.
Oltre che Cristo e la Chiesa, ha detto il padre gesuita, “due altri devono essere i punti di riferimento in questo cammino. Certamente un punto di riferimento non può che essere il fondatore, ma l’altro, ugualmente fondamentale, è l’esperienza spirituale che i membri dell’associazione hanno vissuto e stanno vivendo. Infatti, è questo ciò che rende vivo il carisma e lo fa capace di rispondere alle variate situazioni della società e della Chiesa. Ed è soltanto attraverso i membri che il carisma continua a vivere nel tempo”.
“Il fondatore – ha detto ancora Ghirlanda – è stato lo strumento attraverso il quale è passata l’azione dello Spirito, ma lo Spirito ha continuato e continua ad agire ancora attraverso i membri dell’associazione, per cui depositari del carisma non sono solo il fondatore o solo alcuni membri dell’associazione, ma sono tutti i membri di essa”.
“Quindi il momento attuale è da cogliere in tutta la sua positività come momento di responsabilizzazione di tutti i membri, da cui non potrà che venire un beneficio a tutta l’associazione. Certamente ogni carisma ha una specificità propria. Una chiarezza d’identità dev’esserci e deve essere alimentata. Tuttavia, ciò non deve diventare autoreferenzialità, come ammoniva il Papa, perché l’associazione morirebbe di asfissia e prima o poi rischierebbe di non ricevere alimento dalla vita della Chiesa”.
“L’esperienza che faremo – ha concluso il padre Ghirlanda – richiede docilità ad ascoltare gli altri. Ciò richiede molta umiltà. Si tratta di apprendere a discernere ciò che viene dallo Spirito buono e ciò che viene dallo Spirito cattivo, che spesso si maschera sotto apparenze, come angelo di luce. E più si va avanti nel cammino spirituale e più il Maligno, nemico della natura umana, si maschera per portare dalla sua parte”.
Le questioni con le quali si dovrà confrontare il delegato pontificio sono numerose e complesse. Al centro c’è la figura di don Julián Carrón, che è presidente di Comunione e Liberazione dal 2005, dopo la morte di don Giussani, ma è anche consigliere ecclesiastico dei Memories Domini: un doppio ruolo che pone problemi dal punto di vista della democrazia interna e della libertà dei membri dell’associazione.
Più in generale, c’è la questione della crisi di identità che sta segnando CL, con conseguente spaccatura al suo interno e sofferenza di quanti nella linea Carrón non riconoscono più il movimento così come era stato voluto e costruito da don Giussani.
Aldo Maria Valli
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Nella foto (Ctv) papa Francesco con don Julián Carrón