Cari amici di Duc in altum, volentieri condivido questa importante intervista che monsignor Carlo Maria Viganò ha concesso a Marco Tosatti per Stilum curiae.
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È noto l’impegno dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America, nel denunciare il velo di omertà e gli insabbiamenti nella gestione dei casi di abusi da parte di membri del clero. È altrettanto nota la risposta piccata e infastidita da parte delle autorità vaticane – e in particolare di alcuni prelati – alle argomentate confutazioni del combattivo prelato. In questa intervista approfondiamo con sua eccellenza gli sviluppi del caso dell’ex cardinale McCarrick, alla luce anche di un recente articolo apparso su Church Militant, dal titolo McCarrick Bombshell.[1]
Ma prima di affrontare i contenuti di questo articolo, facciamo un breve passo indietro. Dal 21 al 24 febbraio 2019 si è svolto a Roma un incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, avente per tema La protezione dei minori nella Chiesa[2]. Pochi giorni prima, il 16 febbraio, la Congregazione per la dottrina della fede dava comunicazione della dimissione dallo stato clericale di Theodore McCarrick, accusato di abusi e altri gravi delitti, e vi si aggiungeva: “Il Santo Padre ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetta ad ulteriore ricorso”[3].
M. Tosatti – Eccellenza, ci può dire quali sono a oggi le novità sul caso McCarrick?
C.M. Viganò – Temo che non vi sia alcuna novità, ed è proprio questa la notizia. Con la riduzione allo stato laicale di McCarrick si è voluto porre fine a una annosa vicenda venuta alla luce con la mia testimonianza solo nel 2018[4], ma si è fatto tutto il possibile affinché non emergessero i risultati e i dettagli del processo. L’inganno perpetrato attraverso la strategia di procedere per via amministrativa e non per via giudiziale, e la decisione di Bergoglio di confermarne autoritativamente la sentenza, ha di fatto impedito che venissero alla luce, assieme alle colpe oggettive di McCarrick, anche le responsabilità di quanti per anni hanno contribuito a occultare la natura e l’estensione dei delitti da lui commessi, a proteggere i suoi complici e quanti, con il loro silenzio, hanno coperto i suoi crimini. In questo modo la condanna del colpevole non ha chiarito i punti oscuri. Come semplice laico, egli gode ormai di una totale libertà di movimento e di azione, ed è ancora in grado di intervenire a tutti i livelli: a livello ecclesiale, anche con coloro che lo hanno coperto e sostenuto, in Vaticano ed altrove; a livello politico, sociale e finanziario, tramite le persone che sono rimaste in rapporto con lui e che da lui hanno ricevuto favori. La riduzione allo stato laicale non costituisce in alcun modo una pena medicinale (essendo solo la sua necessaria premessa, a causa della dimostrata indegnità del reo). Essa non comporta alcuna forma di penitenza riparatrice, né rende giustizia alle vittime, ma consente al signor McCarrick di proseguire indisturbato le proprie attività criminali, comprese quelle di predatore sessuale.
La procedura amministrativa ha inoltre impedito l’audizione delle vittime, mentre le testimonianze raccolte solo di recente dall’avvocato Lena, il legale della Santa Sede, sembrano scritte sotto dettatura: chi ha subito molestie giunge a scusare le lentezze nella pubblicazione del Rapporto attribuendole alla mole di testimonianze[5], con toni indulgenti e giustificatori che mal si conciliano con la gravità estrema dei crimini contestati all’imputato.[6] Viene da pensare che alcune vittime, protette da pseudonimo, si siano prestate a un’operazione volta ad alleggerire le responsabilità della Santa Sede e a convalidare la narrazione che essa sostiene dinanzi all’opinione pubblica. Nasce anche il sospetto che queste testimonianze anonime siano una pura finzione. In ogni caso si tratta di un inganno che va denunciato con forza, perché se la corruzione del singolo prelato è di scandalo, a maggior ragione lo è l’omertà colpevole di chi rappresenta la Chiesa. Se questi episodi si fossero verificati sotto il pontificato di Benedetto XVI, essi avrebbero scatenato la furia dei media: tanta compunta comprensione nei riguardi di Jorge Mario è rivelatrice dell’atteggiamento complice dell’informazione mainstream.
M. Tosatti – La convocazione dell’incontro in Vaticano era stata annunciata come occasione per dare risposte ferme e determinate sugli scandali sessuali del Clero. Nel suo discorso introduttivo, papa Francesco aveva affermato: “Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l’umanità. Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre. Ci vuole concretezza”[7].
C.M. Viganò – I solenni proclami che hanno preceduto, accompagnato e seguito questo incontro non hanno assolutamente dato luogo ad alcuna concreta azione pratica, come invece auspicato.[8] Così come durante l’incontro non hanno avuto risposta le legittime ed insistenti domande dei giornalisti poste a Bergoglio il 26 agosto 2018 dopo la mia denuncia.[9]
Quanto al contenuto degli interventi, sembra che anche gli scandali sessuali del Clero siano serviti, più che a inasprire le pene e a rendere più incisivi gli interventi, a ribadire quasi ossessivamente il nuovo assetto “sinodale” della Chiesa, che risponde a un preciso intento di mutarne la costituzione in chiave democratica. Lo stesso arcivescovo di Chicago Blase Cupich – amico di Theodore McCarrick e presidente dell’incontro in Vaticano – ha focalizzato il proprio intervento al convegno sulla “sinodalità”, quale necessario passaggio di “riforma strutturale, legale e istituzionale”[10] dell’azione nominalmente intesa ad arginare gli abusi.
M. Tosatti – In quale modo la “sinodalità” può aiutare i vescovi a risolvere il problema degli abusi del clero?
C.M. Viganò – La proposta di istituire una commissione di laici indipendente che avrebbe giudicato l’operato dei vescovi, formulata durante l’assemblea plenaria della Conferenza episcopale degli Stati Uniti nel novembre 2018, è stata bloccata dal cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi[11]. Questo intervento del Vaticano sconfessa i proclami sulla “sinodalità”, non appena le decisioni delle Conferenze episcopali non coincidono con quanto si vuole a Roma. Ritengo comunque sua eminenza Ouellet mero esecutore di manovre che gli sono state imposte da più in alto.
M. Tosatti – Non è un bene che il Vaticano rivendichi a sé le decisioni che coinvolgono questioni dottrinali e morali?
C.M. Viganò – L’autorità del romano pontefice, che si esplicita anche attraverso le congregazioni romane, non può ovviamente essere delegata a organismi meramente consultivi che non hanno alcuna giurisdizione e che non fanno parte della struttura gerarchica della Chiesa così come Cristo l’ha istituita: su questo occorre essere chiari. Tuttavia, è significativo che il “synodal path” auspicato dai vertici romani non incontri alcun ostacolo, se non nel momento in cui rischia di diventare mediaticamente imbarazzante, come nel caso di una commissione speciale deputata a ricevere le denunce contro i vescovi.
Questo richiamo alla “sinodalità” è un tema caro alla corrente teologica progressista che vuole snaturare la struttura gerarchica della Chiesa. Sono molto chiarificatori a tal proposito i recenti articoli di Massimo Faggioli, docente presso la Villanova University, dove l’11 ottobre 2013 l’allora cardinale McCarrick affermò d’aver favorito l’elezione del cardinale Bergoglio durante le congregazioni generali previe al conclave, e di averne parlato con “a very influential Italian gentleman”[12] che gli avrebbe confidato che nell’arco di cinque anni il nuovo papa avrebbe riformato la Chiesa.
Dovrebbe destare allarme che dallo stesso ateneo giungano oggi inquietanti segnali di insoddisfazione per l’operato di Bergoglio, il cui pontificato è definito “in crisi” da “persone deluse”[13]: forse perché i cinque anni cui alludeva McCarrick non hanno dato i risultati da loro auspicati.
M. Tosatti – Nella sua relazione tenuta all’incontro in Vaticano, il cardinale Reinhard Marx ha detto: “Le corrette procedure giuridiche servono a stabilire la verità e costituiscono la base per comminare una punizione proporzionata all’offesa. Le persone devono vedere come il giudice arriva ad una sentenza; nella maggior parte dei casi questo non avviene e penso che per la nostra situazione questa non sia una cosa buona. Inoltre, stabiliscono fiducia nell’organizzazione e nella sua leadership. Il persistere di dubbi su una condotta appropriata delle procedure processuali non fa altro che danneggiare la reputazione e il funzionamento di un’istituzione. Questo principio si applica anche alla Chiesa”.[14]
C.M. Viganò – La pubblicazione degli atti processuali dovrebbe essere uno dei capisaldi di una operazione di trasparenza e di onestà nei confronti delle vittime degli abusi da parte di membri del clero. Mi pare evidente che le parole del cardinale Marx siano state disattese, a iniziare dal caso McCarrick, proprio per iniziativa di Bergoglio.
Ricordo inoltre che il cardinale Daniel DiNardo, presidente della Conferenza episcopale americana, è stato con poco riguardo sconfessato dall’intervento vaticano, che all’incontro a Roma del successivo febbraio 2019 gli sostituì i cardinali Blase Cupich e Joseph William Tobin, peraltro non esenti da sospetti sul loro stesso conto. Queste interferenze, chiaramente volute dall’alto, hanno creato un’immagine mediatica non corrispondente alla realtà, in cui Bergoglio è presentato come artefice di una riforma inesistente, per meri scopi di propaganda. Anche la richiesta di dimissioni fatta da Francesco all’intero episcopato cileno rientra in un’operazione di facciata smentita palesemente dai fatti.
Penso sia emblematica la duplice misura riservata alla Conferenza episcopale americana e a quella francese: sul versante statunitense l’interventismo bergogliano ha impedito d’autorità un’operazione di trasparenza; mentre sul versante transalpino esso consente palesi violazioni della legge canonica e civile, permettendo che le indagini del foro ecclesiastico siano affidate ad un magistrato massone nonché favorevole all’eutanasia. Lo spirito giacobino nel perseguire chierici francesi accusati di molestie su minori omette tuttavia di riconoscere le responsabilità degli ordinari e dei superiori religiosi, colpevoli di quegli stessi insabbiamenti che vanno consolidandosi in prassi anche a Roma.
M. Tosatti – Eppure abbiamo anche sentito il pontefice richiamare, nel discorso finale, le parole già pronunciate alla curia romana nel 2018: “La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso”.
C.M. Viganò – Questa solenne affermazione è sconfessata dal caso più emblematico, quello appunto di Theodore McCarrick, e fa pensare che altri interessi abbiano portato alla decisione di liquidare la questione per via amministrativa e, cosa ancor più grave, senza la pubblicazione degli atti giudiziari.
M. Tosatti – Quali sono gli interessi, a Suo parere?
C.M. Viganò – Si vuole focalizzare l’attenzione sugli abusi su minori, deviandola dalla contestuale condanna chiara e doverosa dei comportamenti omosessuali che di quegli abusi sono spesso causa. Per Bergoglio e il suo entourage la sodomia non è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, come insegna il Catechismo. Le parole di Bergoglio su questo tema – e ancor più le azioni e le parole delle persone di cui si circonda – confermano purtroppo che sull’omosessualità è in corso un’opera di legittimazione, e che a portare avanti questo discorso sono prelati e teologi che hanno manifestato senza equivoci di non essere fedeli all’insegnamento cattolico.
Proprio il cardinal Tobin – i cui imbarazzanti messaggi sul cellulare parlano da soli [15] – ha chiaramente dichiarato di non condividere la condanna della sodomia presente nel Catechismo, rifiutandosi di definire gli atti omosessuali come “intrinsecamente disordinati”[16]. E queste affermazioni seguono l’appoggio del Cardinale al libro Building a bridge di padre James Martin s.j., che ha lo stesso contenuto. Ritroviamo quindi un cardinale amico di McCarrick schierato in favore dei movimenti Lgbt e il gesuita che Bergoglio ha nominato consultore della Segreteria per le comunicazioni della Santa Sede, invitandolo addirittura a parlare all’Incontro mondiale delle famiglie di Dublino del 2018 e ricevendolo in udienza[17]. Anche il cardinale Cupich si è espresso più volte a favore degli omosessuali e nel corso del Sinodo dei giovani – cui egli è stato invitato a partecipare dal papa senza essere stato votato dai vescovi americani – è stato inserito nell’Instrumentum laboris il controverso tema delle relazioni omosessuali senza che alcun gruppo di giovani lo avesse chiesto. Ricordo, en passant, che Cupich fu imposto alla sede di Chicago da Bergoglio, contro il parere della nunziatura.
Gli interessi sono quindi, palesemente, quelli della lobby gay che si è infiltrata nella Chiesa e ha letteralmente il terrore che i buoni pastori facciano luce sull’influenza che essa esercita nella Segreteria di Stato, nelle congregazioni, nelle diocesi e su tutta la Chiesa. L’osceno, anzi sacrilego affresco omoeretico che monsignor Paglia ha commissionato per la cattedrale di Terni[18] è un arrogante manifesto ideologico che nessuna autorità ha mai censurato né deplorato; i troppi affari finanziari del sostituto della Segreteria di Stato monsignor Edgar Peña Parra[19] – legato al cardinale Maradiaga (coinvolto nello scandalo per abusi omosessuali del suo vescovo ausiliare, Pineda, senza che ci sia notizia di un’iniziativa ecclesiastica verso di lui) – e le gravissime accuse de Sexto che gravano su di lui[20] e che ho ampiamente denunziato[21] non ne hanno in alcun modo interrotto il cursus honorum in Vaticano; lo stesso dicasi per monsignor Gustavo Óscar Zanchetta[22], che Bergoglio ha promosso e, in attesa di giudizio penale, ha recentemente rinominato assessore dell’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica[23]. Dopo l’ordine di far confluire tutti i conti correnti delle diocesi e delle congregazioni religiose del mondo all’Apsa, Zanchetta si trova a gestire le finanze della Chiesa (potendo vantare nel proprio curriculum l’autorevole diploma di meccanico elettricista) ed essendo allo stesso tempo facile oggetto di ricatti interni ed esterni[24]. E non dimentichiamo l’opera di monsignor Ilson de Jesus Montanari, arcivescovo, segretario della Congregazione dei vescovi, segretario del Sacro collegio e vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa, a nome e per conto di chi poi l’ha elevato ai massimi ranghi della curia romana come premio per la sua fedeltà.
Credo sia indispensabile chiarire una volta per tutte lo stretto legame che vi è tra la sodomia e la pedofilia, confermato anche dalle stesse statistiche: un legame che l’incontro in Vaticano ha scrupolosamente taciuto per non urtare la mentalità corrente diffusa anche tra molti presuli. Ma sarebbe ipocrita e colpevole condannare la pedofilia sulla scia della vigente legislazione civile, senza condannare parimenti la sodomia, che il pensiero unico non ritiene penalmente rilevante ma che la Chiesa indica tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio.
Ma vi è anche un altro interesse, di natura politica, che non va minimamente sottovalutato…
M. Tosatti – A che cosa si riferisce?
C.M. Viganò – Parlo del ruolo politico di McCarrick, cui accenna anche l’ultimo articolo di Church Militant: “Fu McCarrick a elaborare l’accordo Vaticano-Cina, una missione che gli fu data personalmente da papa Francesco. Francesco sospese le restrizioni imposte da Benedetto poche settimane dopo essere diventato Papa – un fatto confermato dall’arcivescovo Viganò. Allo stesso modo, fonti in Cina […] mostrano che McCarrick potrebbe essere stato determinante per elaborare i pagamenti segreti in corso, per miliardi di dollari, inviati dai comunisti cinesi al Vaticano di Francesco. Se questo è vero (e sembra plausibile, visti i legami comunisti e la cordialità di McCarrick con Pechino), ciò potrebbe essere determinante nello spiegare perché il rapporto rimane fermo sulla scrivania del papa, non pubblicato”.
Proprio in questi giorni è stata divulgata su Christian Today la notizia secondo la quale “China has ordered Christian villagers to renounce their faith and worship the nation’s Communist Party leaders instead”[25]. Dinanzi a questa persecuzione dei cristiani – e dei cattolici fedeli alla Sede apostolica – da parte della dittatura comunista, il silenzio di Santa Marta è letteralmente assordante, così come lo è stato pochi giorni fa, quando al messaggio dell’Angelus Bergoglio ha omesso l’appello per Hong Kong che pure era stato diffuso alla stampa[26]. Lo stesso accordo segreto stipulato tra la Santa Sede e Pechino, e denunciato pubblicamente dal cardinale Zen, dimostra la sudditanza della chiesa bergogliana ai diktat della dittatura comunista, consegnando la gerarchia locale nelle mani dei suoi persecutori e tacendo sulle violazioni dei diritti umani perpetrate a opera del regime.
Ricordo che nella primavera del 2014 scrissi al segretario di Stato Parolin chiedendogli se i provvedimenti presi da Benedetto XVI nei confronti di McCarrick fossero ancora validi o meno, a seguito di un articolo apparso sul Washington Time in cui veniva data notizia di un suo viaggio nella Repubblica Centroafricana per conto del Dipartimento di Stato americano[27]. Il cardinale Parolin non mi rispose mai, ma le notizie che emergono in questi giorni sembrano chiarire anche questi aspetti. La libertà di movimento accordata a McCarrick era peraltro nota[28], e ne scrisse egli stesso nel 2012: “I was in Doha last week and go to Ireland… and following that… I begin one of my longest trips – Beirut, Jordan, Egypt, Thailand, Myanmar, Cambodia and Hong Kong… before I start again in the Holy Land and Belarus”[29]. E nel 2014: “I leave for China on Thursday the 27th… I am sure that [Secretary of State] Cardinal Parolin would see me since he is involved with my China trip.”[30]
Tra l’altro, la cooperazione della Compagnia di Gesù alle mosse diplomatiche del Vaticano con la dittatura di Pechino – a iniziare dall’edizione speciale in cinese della Civiltà Cattolica – conferma la volontà della Santa Sede di prestare un endorsement alla Cina, proprio mentre si concretizzano i sospetti circa una sua responsabilità nella diffusione del Covid per destabilizzare gli equilibri geopolitici internazionali. Il ruolo di Antonio Spadaro e di altri gesuiti – tutti assidui frequentatori della Villanova University – è emblematico e dimostra il filo rosso che lega il progressismo dottrinale alla perversione morale e alla corruzione politica. D’altra parte, questi tre elementi – eresia, sodomia, corruzione – sono talmente ricorrenti da risultare quasi un marchio di fabbrica del deep State e della deep Church.
Parlando di deep State, non stupisce che l’Oms si sia resa complice di questa operazione di ingegneria sociale per compiacere la Cina, né che il presidente Trump abbia deciso di revocarle i finanziamenti di cui beneficiava fino a oggi. Quello che stupisce e scandalizza è invece il silenzio complice del Vaticano, dinanzi a una sorta di colpo di stato che mira a rendere la Chiesa bergogliana il braccio spirituale del Governo mondiale, sotto l’egida della tirannide comunista e con la complicità dei partiti globalisti. L’Italia, con il suo governo non eletto e la maggioranza in gravissima crisi politica, pare seguire l’agenda e non sembra voler rivedere le proprie posizioni nei confronti di Pechino: le continue minacce di un ritorno all’emergenza Covid e al lockdown sono chiaramente strumentali al mantenimento di un potere che, in presenza di elezioni democraticamente convocate, dimostrerebbe la propria inconsistenza. Certo è che un’opposizione un po’ più incisiva e meno allineata alla narrazione mainstream potrebbe esser vista positivamente tanto dall’elettorato quanto dai partner internazionali dell’Italia.
M. Tosatti – Torniamo alla questione degli scandali del clero. Proprio il 19 febbraio, due giorni prima dell’inizio dell’incontro presieduto dal cardinale Cupich, era stata pubblicata una lettera aperta dei cardinali Raymond Burke e Walter Brandmüller ai presidenti delle Conferenze episcopali: “Di fronte alla deriva in atto nella Chiesa, sembra che il problema si riduca a quello degli abusi dei minori, che è solo parte di una crisi ben più vasta. Si accusa il clericalismo per gli abusi sessuali, ma la prima responsabilità del clero non sta nell’abuso di potere, ma nell’essersi allontanato dalla verità del Vangelo. Di fronte a questa situazione, cardinali e vescovi tacciono. Tacerete anche voi? Ai nostri Dubia non c’è stata risposta del papa; vi incoraggiamo ad alzar la voce per salvaguardare l’integrità della dottrina della Chiesa”[31]. Quale esito ha avuto questo appello di eminenti prelati?
C.M. Viganò – I cardinali Burke e Brandmüller, come altri presuli, non hanno fatto che riaffermare lodevolmente la dottrina cattolica: la cosa inaudita è che siano loro ad essere considerati “strani” nella compagine ecclesiale, mentre viene data voce a personaggi che per le loro frequentazioni, per i loro endorsement all’agenda Lgbt e in taluni casi anche per le ombre che gravano sulla loro condotta dovrebbero essere allontanati dalla Chiesa e severamente censurati.
Benedetto XVI nell’aprile 2019 pubblicò un forte intervento su Klerusblatt, poi ripreso in Italia dal Corriere della Sera[32] che venne ferocemente censurato da Marco Politi su il Fatto Quotidiano[33]. Quell’articolo era in realtà destinato all’incontro di Roma per il tramite della Segreteria di Stato, ma venne boicottato confermando l’intervento della “lavender mafia” per impedire al Santo Padre di far conoscere ai vescovi la propria posizione sull’argomento.
M. Tosatti – Ci può ricordare in che cosa consisteva quell’intervento di Benedetto XVI?
C.M. Viganò – Il punto focale dell’articolo di Ratzinger che fece infuriare i sostenitori di Bergoglio fu proprio l’aver evidenziato il nesso tra omosessualità e pedofilia, così come tra rilassamento della morale seguito al Concilio e il diffondersi della piaga degli abusi.
Ostinandosi a chiudere gli occhi dinanzi all’evidenza, il progressista Politi scriveva: “Cosa c’entra l’abbandono da parte della Chiesa di un’etica basata sul diritto naturale con la pedofilia? Cosa c’entrano i mutamenti della teologia morale cattolica, cosa c’entrano le combriccole gay nei seminari, cosa c’entrano i filmini porno, cosa c’entra la relativizzazione dei valori e del giudizio morale?”[34] Eppure è evidente che dove la formazione dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa cancella la disciplina e la vita interiore, si moltiplicano i vizi e i peccati che poi degenerano anche in gravissimi crimini sui minori, ma non solo.
La causa di questo cambiamento risiede proprio nello “spirito del Concilio”, a cui Benedetto XVI volle appena accennare ma che non mancò d’essere immediatamente colto da chi vedeva messo in discussione il super-dogma: “Addirittura grottesco [sic] è il tentativo dell’ex pontefice di addossare allo spirito “conciliare” il garantismo estremo dei processi ecclesiastici, volto alla tutela ad oltranza dell’accusato “al punto da escludere praticamente – è scritto nel saggio – la condanna del colpevole”. Dunque, sarebbe colpa dei fautori del Concilio, detto in parole povere colpa dei riformatori, se la rete degli insabbiatori e dei legulei, che in ogni modo hanno cercato e cercano tuttora di impedire processo e condanna dei chierici predatori, si è rivelata sempre così tracotante e potente?”[35]
M. Tosatti – Ritiene che Marco Politi abbia ragione?
C.M. Viganò – Io credo che la risposta a questa domanda retorica del vaticanista Politi possa essere indiscutibilmente affermativa: vi è un rapporto strettissimo tra la crisi dottrinale della Chiesa e l’immoralità del clero, che scandalosamente giunge a salire i più alti gradi della gerarchia. Ma è altresì evidente che questa crisi viene utilizzata dall’ala ultra-progressista non solo per imporre una falsa morale assieme ad una falsa dottrina, ma anche per screditare irrimediabilmente la Santa Chiesa e il papato dinanzi ai fedeli e al mondo, ad opera dei suoi stessi vertici.
M. Tosatti – Non crede che alla fine il Rapporto che tutti attendono verrà pubblicato?
C.M. Viganò – Se si riuscirà a far luce su questa vicenda, ciò avverrà nonostante il Vaticano: gli interessi in gioco sono enormi e toccano direttamente il vertice della Chiesa, e non solo per questioni di natura dottrinale, morale o canonica, ma per aspetti politici e diplomatici che hanno visto la Santa Sede oggetto di un colpo di stato con la complicità di chi invece avrebbe dovuto difenderla nella sua sovranità e indipendenza. Ciò che non era riuscito durante il pontificato di Benedetto XVI è stato portato a compimento dopo le sue dimissioni. Come possiamo sperare che chi è in debito, anche per la propria elezione, verso McCarrick – che dell’accordo segreto con la Cina fu uno dei principali fautori – possa far chiarezza su una serie di eventi che lo coinvolgerebbero in prima persona, dimostrando le connivenze con la dittatura cinese ai danni dei cattolici fedeli alla Sede apostolica e forse anche le responsabilità di quel regime nelle dimissioni di papa Benedetto? Come possiamo immaginare che si chiariscano le torbide vicende di San Gallo, quando fu proprio lì che i congiurati organizzarono l’elezione di Bergoglio? E come possiamo credere che si purifichi la Chiesa dalla corruzione e dal vizio dei suoi chierici e prelati, quando sono proprio costoro che hanno preso il potere e che vengono promossi ai massimi livelli, in un intreccio di complicità tra eretici, pervertiti e traditori?
Chi deve indagare sugli scandali è pesantemente coinvolto nella nomina, nella promozione e nella protezione dei colpevoli: Bergoglio si è circondato di personaggi compromessi e perciò ricattabili, dei quali non ha scrupolo a liberarsi non appena rischiano di comprometterlo nella sua immagine mediatica.
Non dimentichiamo che la legittimazione dell’omosessualità fa parte dell’agenda del Nuovo Ordine – a cui la chiesa bergogliana aderisce apertamente ed incondizionatamente – non solo per la sua valenza destabilizzante nel corpo sociale, ma anche perché la sodomia è lo strumento principale con cui il Nemico intende distruggere il sacerdozio cattolico corrompendo nell’anima i ministri di Dio.
Per questo, almeno per quanto sarà nelle sue possibilità, tutta la verità su McCarrick non verrà mai ufficialmente alla luce.
M. Tosatti – Come possiamo rispondere a questa corruzione?
C.M. Viganò: Ciò che è oggi indifferibile è un’azione congiunta dei buoni – quelli che nella lettera aperta al presidente Trump definivo biblicamente “i figli della Luce” – perché siano portate alla luce le complicità e i crimini di chi muove guerra al Bene per instaurare il Nuovo Ordine Mondiale. In questa operazione di verità e di trasparenza, il ruolo degli Stati Uniti può essere decisivo, soprattutto quando chi dovrebbe e potrebbe contribuire da parte vaticana tace omertosamente. Come ha detto il Signore, “io vi dico che se taceranno costoro, grideranno le pietre”[36].
Ma vi è un aspetto più importante, di natura spirituale. Dobbiamo comprendere che la crisi ecclesiale è stata causata dall’aver voluto togliere la corona al suo Re, Nostro Signore: occorre che Egli torni a regnare non solo nei nostri cuori e nelle nostre famiglie, ma anche nella società civile e massimamente nella Chiesa. Oportet illum regnare. E con il Re dei re, deve regnare anche la Nostra Signora, Regina e Madre della Chiesa, cui colpevolmente si è disubbidito non consacrando al suo Cuore Immacolato la Russia. Questo è il mio auspicio più sincero, al quale chiedo di unirsi tutte le persone di buona volontà.
+ Carlo Maria Viganò, arcivescovo
22 luglio 2020
Santa Maria Maddalena
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[1] https://www.churchmilitant.com/video/episode/vortex-mccarrick-bombshell
[2] http://www.vatican.va/resources/index_it.htm
[3]https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-02/ex-cardinale-theodore-mccarrick-dimesso-stato-clericale.html
[4] http://www.marcotosatti.com/2018/09/05/la-testimonianza-di-mons-vigano-i-documenti-dellex-nunzio-fino-al-4-settembre-2018/
[5] https://essayforthefaithful.com/
[6] Crimini cui se ne aggiungono altri recentemente documentati:
[7]http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/february/documents/papa-francesco_20190221_incontro-protezioneminori-apertura.html
[8] Cfr. ad esempio https://www.ilpost.it/2019/02/25/incontro-abusi-sessuali-vaticano/
[9]http://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/august/documents/papa-francesco_20180826_irlanda-voloritorno.html
[10]http://www.vatican.va/resources/resources_card-cupich-protezioneminori_20190222_it.html
[11] https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2018/11/13/news/le-ragioni-del-rinvio-del-voto-sulle-norme-anti-abusi-negli-usa-1.34060080
[12] https://youtu.be/b3iaBLqt8vg
[13] https://international.la-croix.com/news/the-limits-of-a-pontificate-part-i/12170
[14]http://www.vatican.va/resources/resources_card-marx-protezioneminori_20190223_it.html
[15] https://www.churchmilitant.com/news/article/tobin-tarmac-tweet-raises-eyebrows
[16] https://www.today.com/video/how-cardinal-joseph-tobin-found-his-calling-in-the-catholic-church-1496688707952
[17]http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/09/30/0755/01540.htm
[18] https://lanuovabq.it/it/e-paglia-ando-in-cielo-con-trans-e-gay
[19]https://www.repubblica.it/cronaca/2020/06/07/news/vaticano_il_verbale_di_mos_carlino_pena_parra_mi_disse_come_procedere_su_torzi_-258667074/
[20]https://espresso.repubblica.it/attualita/2018/10/12/news/le-condotte-immorali-del-nuovo-braccio-destro-del-papa-spunta-un-dossier-che-fa-tremare-il-vaticano-1.327763
[21]https://www.marcotosatti.com/2019/08/01/accuse-di-vigano-a-pena-parra-conferme-da-maracaibo-vigano-accuses-pena-parra-confirmations-from-maracaibo/
[22] http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/12/28/vaticano-senza-pace-soldi-sesso-e-presepe-lgbt/
[23] http://www.korazym.org/44412/lo-strano-caso-del-presunto-abusatore-zanchetta-riapparso-e-il-processo-promesso-dal-papa-a-carico-del-suo-amico/
[24]http://www.korazym.org/44391/saga-60sa-inchiesta-della-magistratura-vaticana-per-scandalo-finanziario-in-segreteria-di-stato-riflettore-sulle-normative-vaticane-vigenti/
[25]https://www.christiantoday.com/article/china-tells-christians-renounce-faith-in-jesus-worship-president-xi-jinping/135221.htm
[26]https://www.lanuovabq.it/it/hong-kong-la-santa-sede-si-inchina-al-regime-cinese e
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/23616123/papa-francesco-socci-hong-kong-cina-angelus-passaggio-sparito.html
[27] McCarrick, nella sua corrispondenza con il suo segretario mons. Figuereido, si qualifica come: «an adjunct member of the foreign service».
cfr.https://www.cbsnews.com/news/cardinal-theodore-edgar-mccarrick-vatican-restrictions-anthony-figueiredo-letters-report-2019-05-28/
[28] Così scrive Catholic News Agency: «In a 2009 visit to China, then-Speaker of the House Nancy Pelosi conveyed McCarrick’s greetings to Bishop Aloysius Jin of Shanghai, a priest who was a leading Chinese Jesuit, then spent decades in prison on charges of aiding counterrevolution before his release in 1982. He was ordained an auxiliary bishop without Vatican approval in 1985, though he received Vatican recognition in 2005. The bishop said he and Cardinal McCarrick had exchanged visits “beginning when the latter was Bishop of Newark (sic).” Pelosi said she would convey the bishop’s greetings back to Cardinals McCarrick and William Keeler, then an Archbishop emeritus of Baltimore».
Cfr.https://www.catholicnewsagency.com/news/despite-mccarrick-abuse-claims-state-department-leaves-questions-unanswered-70448
[29]https://www.cbsnews.com/news/cardinal-theodore-edgar-mccarrick-vatican-restrictions-anthony-figueiredo-letters-report-2019-05-28/
[30] Ibidem
[31]http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/02/19/anche-il-summit-sugli-abusi-crea-seri-%e2%80%9cdubia%e2%80%9d-la-lettera-aperta-di-due-cardinali/
[32]https://www.corriere.it/cronache/19_aprile_11/papa-ratzinger-chiesa-scandalo-abusi-sessuali-3847450a-5b9f-11e9-ba57-a3df5eacbd16.shtml
[33]https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/12/pedofilia-qualcosa-non-torna-nel-contromanifesto-di-papa-ratzinger/5104990/
[34] Ibidem
[35] Ibidem
[36] Lc 19, 39
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