Cari amici di Duc in altum, ricevo dal lettore Lucio Matteo Delli Falconi una riflessione che volentieri condivido.
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Caro Valli, in riferimento alla notizia sulle novità riguardanti la celebrazione di matrimoni, battesimi e funerali, vorrei manifestare una mia preoccupazione che credo giustificata. La Congregazione per il clero, nell’istruzione La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa, ribadisce che in alcune circostanze, in mancanza di sacerdoti, possono essere i diaconi a celebrare questi riti e, in mancanza anche di diaconi, in via eccezionale, i laici. Tutto giusto, a patto che tali disposizioni siano rispettate. Io temo invece che non sarà così. Il Signore ci invita a non aprire la fessura della porta perché sa bene che a causa di quella fessura la porta si potrà spalancare. Mi chiedo: chi controllerà che effettivamente una parrocchia è sprovvista di sacerdote e diaconi?
Ricordo che oggi assistiamo già a un vero e proprio abuso nell’impiego dei ministri straordinari per l’Eucarestia. Spesso si tratta di laici e laiche che, in presenza del sacerdote, aprono il tabernacolo, prelevano la pisside e distribuiscono l’Eucarestia al posto del sacerdote senza che ce ne sia una valida giustificazione. Addirittura, in alcuni casi il sacerdote resta seduto mentre il ministro straordinario distribuisce la Comunione. Tali abusi avvengono a volte all’insaputa dei vescovi ma talvolta con il loro tacito consenso. Senza dimenticare l’illecito della Comunione sulla mano, che inizialmente doveva essere un’eccezione, un indulto, mentre poi è diventata la regola.
Insomma, anche nel caso di matrimoni, battesimi e funerali vedo il rischio che i laici saranno impiegati per le celebrazioni pur in presenza di preti, magari mentre questi ultimi saranno impegnati in faccende burocratiche. E così i sacramenti saranno ulteriormente sminuiti e la Chiesa cattolica assomiglierà sempre di più a quelle protestanti.
Lucio Matteo Delli Falconi
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