Coronavirus in Vaticano, un caso a Santa Marta
È stato comunicato ufficialmente un nuovo caso di Covid-19 nella Città del Vaticano. Si tratta di un asintomatico che vive a Casa Santa Marta, la residenza papale.
In tarda mattinata il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha comucato ai giornalisti accreditati il caso di positività di un residente del Domus Sanctae Marthae, confermando i casi di positività tra le Guardie Svizzere però senza specificarne il numero (secondo la comunicazione dell’Ufficio stampa del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia di ieri, i casi sono 11), senza menzionare i casi tra i Gendarmi e il motivo della chiusura ieri alle ore 10.00 della Tipografia Vaticana senza che nessuno desse spiegazioni. Voci di corridoio fanno intendere che all’interno della Tipografia Vaticana (o al palazzo che la ospita, presso la Porta di Sant’Anna, accanto alle Poste Vaticane, l’Annona e la Direzione di Sanità ed Igiene SCV) ci sia un focolaio con molti positivi al Sars-CoV-2 (almeno 30) di cui abbiamo riferito ieri [Vaticano e Covid-19. Undici i malati tra le Guardie Svizzere. Si attendono gli ulteriori sviluppi della situazione]. Fatto è che i positivi al Sars-CoV-2 nello Stato della Città del Vaticano aumentano. Abbiamo notizie certe – anche se non confermate ufficialmente – che quasi tutte le amministrazioni dello SCV e della Santa Sede hanno dei dipendenti positivi a casa in isolamento e che anche il Corpo della Gendarmeria SCV ha 4 casi certi di gendarmi che sono tenuti a casa poiché risultati positivi.
Comunicazione ai giornalisti del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni in data di oggi: “Nei giorni scorsi i tre casi positivi tra residenti e cittadini dello Stato della Città del Vaticano sono guariti. Nel frattempo è stato individuato un altro caso di positività al COVID19 tra i residenti dello Stato, a cui si aggiungono i positivi riscontrati tra le Guardie Svizzere. Il malato, al momento asintomatico, è stato posto in isolamento, come anche coloro che sono venuti in contatto diretto con lui, e ha lasciato temporaneamente Casa Santa Marta, dove abitualmente risiede. Si continuano ad osservare le disposizioni emanate dalla Santa Sede e dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e la salute di tutti i residenti della Domus viene tenuta costantemente sotto monitoraggio”.
Sarebbe proprio il caso che il Sovrano dello Stato della Città del Vaticano si ritirasse alla Residenza Pontificia di Castel Gandolfo, ora più che mai come auspichiamo e stiamo anche a ripetere sin dal 7 marzo 2020. Il Santo Padre dovrebbe lasciare il colabrodo della nave di crociera Domus Sanctae Marthae nel porto di mare Città del Vaticano ed essere trasferito in residenza sicuro: il Palazzo Apostolico o, meglio ancora, la Residenza Pontificia di Castel Gandolfo.
L’abbiamo ripetuto ancora il 18 marzo (QUI): il “Domus” come una nave di crociera ormeggiata a Piazza Santa Marta; la Città del Vaticano come un porto di mare.
L’abbiamo ripetuto ancora il 26 marzo: Papa positivo o Papa negativo, la Domus non è più luogo sicuro. Supplica al Papa, nel tempo della prova.
L’abbiamo ancora ripetuto anche dopo e non ci stancheremo di ripeterlo.
Vik van Brantegem
Fonte: korazym.org
***