Cari amici di Duc in altum, il testo che qui vi propongo è per palati forti. È del professor Antonio Caponnetto, storico e filosofo argentino, autore di numerosi saggi, che ha lavorato come docente in varie istituzioni pubbliche e private e come ricercatore scientifico presso il Conicet (Consiglio nazionale per la ricerca scientifica e tecnica). Nel contributo che potete leggere qui sotto, apparso nel sito adelantelafe e tradotto per noi da Valentina Lazzari, Caponnetto, scrivendo nella forma di una “lettera a un amico”, mette in luce quella che a suo giudizio è la vera portata del “fenomeno Bergoglio”.
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Lettera a un amico
Caro amico, mi suggerisci di inviarti qualche riflessione sugli ultimi sviluppi bergogliani, già noti a tutti. A penna fresca e con una certa riluttanza – che non è colpa tua – consentimi di pensare ad alta voce.
La sostanza di ciò che è stato reso pubblico mercoledì 21 ottobre, sulla legittimità dell’unione degli omosessuali, e in generale la sua politica favorevole alla giustificazione benevola della sodomia, Bergoglio già lo pensava ed esprimeva pubblicamente quando era in Argentina. L’ho scritto nel capitolo 11 della mia opera La Chiesa tradita, quasi quattro anni prima che Bergoglio fosse nominato al soglio petrino. Mentre finisco queste righe, vengo a sapere che Tucho Fernández [il vescovo di La Plata Víctor Manuel Fernández ,detto Tucho, grande amico e sodale di Bergoglio, ndr], ha scritto un articolo che ha intitolato, appunto, Bergoglio ha sempre avuto questa opinione. Sono, Bergoglio e Fernández, ciascuno nelle loro bassezze, cupe incarnazioni dell’Anti-Testimonianza. Volti parodistici della lex credendi e della lex vivendi.
D’altronde, nei suoi anni alla guida del pontificato, sono innumerevoli le volte in cui Bergoglio ha avuto parole e gesti, atteggiamenti e comportamenti, di inammissibile compromesso e di approvazione dell’omosessualità; senza che, parallelamente, si sia mai avuta conoscenza di alcun suo rimprovero del vizio nefasto e del peccato contro natura. Tutto questo è registrato nei minimi dettagli. E fa schifo; non c’è altro modo suaviter per dirlo.
È un fatto concreto, insomma, che c’è un Bergoglio pro e filo-omosessuale (e anche pro-insegnamento della teoria “queer” nei seminari); così come non c’è un Bergoglio che, in una materia così delicata, ricordi e ratifichi la dottrina cattolica al riguardo. Secondo me, questo punto è già fuori discussione. Insisto: ciò che dico è confermato dalla registrazione di tutto quanto sostenuto da Bergoglio, incline a convalidare, se non a celebrare, ciò che è ripugnante alla morale cristiana e anche alla mera morale naturale.
Uno sforzo analitico da fare qui e ora sarebbe quello di cercare di chiarire due cose. La prima riguarda il motivo in base al quale Bergoglio attua inesorabilmente un piano sistematico di demolizione della Chiesa cattolica. Non lascia nulla al caso o all’improvvisazione. Non si ferma per un solo giorno. È instancabile nell’operare il male. C’è un intelligent design, come direbbero i gringos. Solo che questo disegno intelligente non risponde alla volontà divina, ma al male. Perché lo fa? Qual è la causa?
La risposta supera le mie capacità, certamente. Ho comunque provato a scrivere qualcosa in proposito in un testo, intitolato Non lo conosco, dove sostengo, in sintesi, che l’intera carriera ecclesiastica di Bergoglio si è svolta come un itinerario disastroso “dall’iscariotismo all’apostasia”. E che la spiegazione ultima di quanto fa si trova in quel tragico passaggio del Vangelo, in cui Nostro Signore dice a Pietro: “Vade retro Satana” (Mc 8, 33). Oggi governa la Chiesa il Pietro, ispirato dal demonio, della triplice negazione. Senza la presenza e la manifestazione del demonio, è impossibile chiarire la causa principale della perversione sempre più pubblica, insolente e provocatoria di Bergoglio.
Non nego il concorso di altre cause; da quelle che ci portano a verificare l’esistenza di un vecchio e rinnovato complotto, a quelle che indicano il compimento delle rivelazioni contenute nel Libro dell’Apocalisse. Ma ciò che il comportamento scandaloso di questo oscurissimo personaggio sta dimostrando obbliga necessariamente, a mio avviso, a tener conto di un fattore soprannaturale.
Non si può spiegare tutto con il fatto che Bergoglio è un “peronista di Buenos Aires” (e comunque questo conta parecchio, come ho scritto nel mio libro Da Perón a Bergoglio); né con il fatto che si sia sottoposto a un rituale di sangue segretissimo in qualche sinagoga. Secondo me ciò che conta veramente è che il diavolo è coinvolto in questa danza.
Di conseguenza, noi cattolici fedeli dovremmo avere una reazione appropriata e proporzionata. Come minimo dovremmo denunciarlo, senza troppi complimenti o eufemismi. Basta con “dubbi”, “correzioni filiali” o dissimulazioni diplomatiche. Occorre pregare che ci siano esorcisti retti in grado di svolgere il loro ufficio senza paura nei confronti del principale sospettato e nella sede in cui abita. Smascherare e ripudiare Bergoglio, come capo della Chiesa dei Traditori, è oggi il minimo che ci viene richiesto. Occorre poi pregare per la sua conversione. E, ancor di più, perché sia liberato dai legami demoniaci che chiaramente lo irretiscono.
Il secondo sforzo analitico che si potrebbe fare è relativo alla domanda ricorrente sulla nostra possibile, tempestiva e prudente azione. Ed è qui che la mia risposta è necessariamente più debole rispetto alla proposta precedente. Perché in quanto semplice laico, fedele senza parrocchia e parrocchiano errante, non mi sento nella posizione di tracciare una linea di condotta, né tanto meno di considerarla fattibile. Sono tra gli orfani, tra i naufraghi.
Tuttavia mi sembra di poter sinceramente credere (e sottopongo la mia opinione alla correzione o all’emendamento dei dotti) che, in tali circostanze, si potrebbe applicare, anche per estensione o figurativamente, l’ipotesi giuridica della Sede impedita, prevista dal canone 412 del Codice di diritto canonico. Ricordo che la Sede è considerata impedita per “prigionia, confinamento, esilio o incapacità” del titolare. Mi sembra che siamo proprio nel caso di Bergoglio, perché siamo di fronte a una incapacità radicata, profonda e insormontabile di essere cattolico. È anche evidente che egli è volontariamente prigioniero delle strutture giudaico-massoniche mondiali, a cui ha appena donato Fratelli tutti, tanto per citare l’omaggio più recente. Del suo altrettanto volontario esilio, ci sono anche prove dolorose e atroci. Si è auto-esiliato dalla barca di Pietro, una condotta che ricorda quella degli esiliati infedeli menzionati nel Libro di Esdra.
Dobbiamo considerare anche ciò che stabilisce il canone 194: “È rimosso dall’ufficio ecclesiastico per il diritto stesso: 1) chi ha perso lo stato clericale; 2) chi ha abbandonato pubblicamente la fede cattolica o la comunione della Chiesa”. Qui c’è l’eco di san Paolo: “Che venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile” (Cor 5, 1-2). E c’è la sicura dottrina sul diritto dei sudditi a ribellarsi all’autorità ingiusta, dannosa e corruttrice; tanto più se il suo esercizio è tirannico e la sua origine non ha una legittimità trasparente. Ricordiamo a questo proposito la “mafia di San Gallo”, che ha manovrato dopo l’abdicazione di Benedetto XVI.
Da tutto ciò emerge che non possiamo più andare avanti a braccia conserte. Aspettarsi una briciola di ortodossia da quest’uomo senza fede cattolica è una vana illusione. Accontentarsi è il principio della tiepidezza. Né possiamo trarre frettolose conclusioni, riparando sotto apparizioni private o il libero esame di certi testi venerabili. Non sarebbe neppure sensato ignorare che esiste il Libro dell’Apocalisse, e in esso la figura dell’Anticristo.
Fin qui la mia opinione. Con la speranza che coloro che sanno si affrettino a tracciare per noi una rotta tanto sicura quanto concreta e perentoria.
Non riesco a togliermi dalla testa le parole veritiere, curiose e perfino inspiegabili scritte da un uomo agli antipodi della nostra fede: “Un muro dopo l’altro [della Chiesa] è caduto. E la distruzione non fu molto difficile una volta che l’autorità della Chiesa fu infranta […]. Un pezzo è caduto dopo l’altro […]. Abbiamo lasciato crollare la casa costruita dai nostri genitori […]. Il Cielo è diventato per noi uno spazio fisico e l’empireo divino non è che un bel ricordo. Il nostro cuore, tuttavia, brucia e una segreta irrequietezza divora le radici del nostro essere”. L’autore è Gustav Jung, in Archetipi e inconscio collettivo. Non sembra vero, ma la storia dell’asina di Balaam sta succedendo. Le immagini sataniche dei templi cileni in fiamme e altri incendi simili nella vecchia Europa ci hanno sicuramente fatto ricordare queste parole scioccanti. Ma il fuoco materiale in cui sono state gettate le nostre amate chiese (senza la minima reazione virile da parte delle gerarchie ecclesiastiche) è niente in confronto alla paura e al tremore che proviamo vedendo che il crollo spirituale, morale e dottrinale è intenzionalmente causato da chi dovrebbe essere il Vicario di Cristo.
Amico, ti chiedo di unirti a me in questa semplice ma sincera supplica: Signore, non permetteteci di demolire la Tua casa impunemente. Non permetterci di rinunciare a conquistare il Paradiso. Non permettere che i nostri cuori smettano di bruciare per il Tuo amore. Non permettere che la Buona Battaglia sia solo un bel ricordo.
Antonio Caponnetto
Buenos Aires, 22 ottobre 2020
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