Guardo la nuova moneta da dieci euro in argento coniata dalla Zecca dello Stato della Città del Vaticano e mi chiedo: ma è davvero del Vaticano o di qualche repubblica socialista-chavista-guevarista sudamericana? Spettabile zecca, ma che ci azzecca?
Nel sito dell’Ufficio filatelico e numismatico del Vaticano si può leggere a proposito della nuova moneta: “La celebrazione della vita sulla Terra è un impegno a prendersi cura del pianeta, è il progetto al quale la Chiesa intende offrire la sua adesione, un’opera grandiosa e complessa: promuovere un’azione internazionale per garantire a ciascuno il futuro, gli alimenti di cui ha bisogno, tanto per quantità che per qualità, perché l’avanzamento economico si accompagni con lo sviluppo sociale, senza il quale non si dà vero progresso”.
E ancora: “La Zecca dello Stato della Città del Vaticano ha curato l’emissione di una moneta da 10 euro in argento realizzata dal Maestro Oldani, che raffigura una madre che porta in grembo la Terra, alla quale dobbiamo cura e amore come se fosse una figlia, con nei capelli lunghe spighe di grano, in un rimando tra passato e futuro che diviene atemporale, quindi eterno”.
Fosse scappato, anche per sbaglio, un riferimento a Dio Padre creatore del cielo e della terra! Niente. La faccenda è tutta risolta sul piano del qui e ora, è solo questione di “promuovere un’azione internazionale” per garantire il futuro e il cibo.
La giovane donna raffigurata sulla moneta ha ovviamente fattezze indie, e pazienza: politicamente corretto e conformismo rendono obbligato questo riferimento. Ma è la totale assenza di Dio quella che colpisce. Non c’è la natura in quanto creazione, non c’è il Creatore.
L’altra nuova moneta in argento, questa da cinque euro, raffigura, va da sé, un gruppo di migranti. E questa è la spiegazione che ne viene data: “Il sacrificio di milioni di uomini e donne costretti a fuggire o ad emigrare dai loro paesi di origine avviene con tali sofferenze e tali penose conseguenze, che il ministero pastorale della Chiesa – esperta in umanità – non può disinteressarsi. La Chiesa chiede ed implora un’azione assistenziale a favore dei migranti e dei rifugiati e spera di trovare ascolto – per l’amore a Nostro Signore Gesù, che in tutti gli emarginati, è sofferente, è pellegrino, è bisognoso – presso tutti gli uomini di buona volontà. E la Numismatica vaticana celebra la giornata mondiale del migrante e del rifugiato con una moneta da 5 euro in argento realizzata da Marco Ventura che raffigura Pietro il Principe degli Apostoli, che accoglie protegge e provvede a tutti coloro che presso la Chiesa si rifugiano e ci interpellano, una Chiesa senza frontiere, madre di tutti, alla quale spetta il privilegio di indicare la risposta del Vangelo della misericordia, verso un mondo migliore”.
Pietro in effetti c’è, raffigurato con tanto di chiavi nelle mani. E la domanda viene spontanea: ma a Pietro le chiavi sono state affidate da Nostro Signore per aprire le porte ai migranti o per un altro tipo di missione? Mah!
La moneta da dieci euro costa sessantanove euro, quella da cinque euro ne costa cinquantotto. “Pagamento sicuro on line con carta di credito”.
Aldo Maria Valli