La fratellanza secondo i massoni e la fratellanza secondo Bergoglio. Nessuna differenza. Parola di Grande Oriente
Cari amici di Duc in altum, riprendo dal sito del Grande Oriente d’Italia questo articolo che sottolinea l’identità di vedute tra la massoneria e il papa, evidenziata con compiacimento dagli stessi massoni. Notare la visione distorta circa san Francesco (pure questa in comune con Bergoglio) e il richiamo all’eretica Dichiarazione di Abu Dhabi.
Mi sono permesso di correggere alcune sgrammaticature e qualche uso improprio della punteggiatura. Le frasi in neretto sono state evidenziate da me.
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Nella sua ultima enciclica Frates omnes Papa Bergoglio affronta il tema della Fratellanza e dell’amicizia sociale in una nuova e inedita dimensione e non sono poche le analogie con i principi e la visione massonica.
Nella sua ultima enciclica Fratelli tutti, pubblicata il 3 ottobre, Papa Francesco ha espresso apertis verbis, in chiave assolutamente inedita, un’idea di fratellanza universale come legame che unisce tutti gli esseri umani, al di là della loro fede, ideologia, colore della pelle, estrazione sociale, lingua, cultura e nazione. Si tratta di un pensiero che è vicino agli ideali che costituiscono fin dalle origini le fondamenta stesse della Massoneria.
Da oltre trecento anni il principio di Fratellanza è scritto in maniera indelebile nel trinomio massonico posto all’Oriente nei templi insieme a quelli di Libertà e Uguaglianza. E la realizzazione di una Fratellanza universale è, fin dalle origini, la grande missione e il grande sogno della Libera Muratoria.
Lo hanno sottolineato nei loro commenti alcuni filosofi, giornalisti e anche qualche alto prelato di Santa Roma Chiesa, esprimendosi senza riserve nei confronti del messaggio venuto fuori dall’enciclica bergogliana.
Apertura all’Islam
Un limite teologico che evidentemente il Papa ha ritenuto di superare, scegliendo ancora una volta di ispirarsi a san Francesco d’Assisi, che “si sentiva fratello del sole, del mare e del vento”, “sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne”, “dappertutto seminò pace” e “camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi”. Del santo poverello il Papa tiene anche a ricordare un episodio della vita “che ci mostra – spiega – il suo cuore senza confini, capace di andare al di là delle distanze dovute all’origine, alla nazionalità, al colore o alla religione”: la sua visita al sultano Malik-al-Kamil in Egitto. E non è tutto. Bergoglio nell’enciclica non esita a riconoscere di essersi sentito stimolato in modo speciale nelle sue riflessioni dal Grande Imam della Moschea di Al Azhar Ahmad Al-Tayyeb, insieme al quale nel 2019 ad Abu Dhabi firmò il Documento sulla Fratellanza Universale in cui si premetteva – tiene a ricordare – che Dio “ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della carità e della pace”.
Le parole del Gran Maestro
“Nasciamo e siamo liberi e uguali ma allo stesso tempo restiamo anche diversi. Siamo diversi l’uno dall’altro per cultura, carattere, ingegno, predisposizioni ed attitudini. Sono queste differenze l’espressione più chiara della nostra uguaglianza che vive e si fortifica nelle diversità. Pertanto, nell’Uguaglianza dobbiamo andare alla ricerca di tutti i valori, non solo di quelli condivisi, ma anche trovare la saggia e fertile convivenza con quelli che ci permettono di stare insieme con tutte le nostre reciproche e molteplici diversità. Siamo uguali perché diversi e possiamo e dobbiamo restare uniti per dare il meglio di noi e contribuire a una società e un mondo migliore. Bisogna essere consapevoli che serve nutrirsi nell’altrui diversità, per creare una vicendevole ricchezza che può abbattere le diseguaglianze e costruire ponti di coesione per camminarvi sopra insieme pacificamente. Siamo tutti fratelli, siamo tutti sotto lo stesso cielo”.
“Tutti fratelli”, parole a sua volta pronunciate dal Gran Maestro Stefano Bisi nell’allocuzione tenuta l’11 settembre scorso a Rimini durante la Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.
Le parole del Papa
E queste sono anche le parole che ha profferito il Papa nell’enciclica, dove, dopo aver premesso che nasciamo e siamo tutti uguali dinanzi a Dio, si è soffermato sul valore delle diversità: “C’è un modello di globalizzazione che mira consapevolmente a un’uniformità unidimensionale e cerca di eliminare tutte le differenze e le tradizioni in una superficiale ricerca di unità. […] Se una globalizzazione pretende di rendere tutti uguali, come se fosse una sfera, questa globalizzazione distrugge la peculiarità di ciascuna persona e di ciascun popolo. Questo falso sogno universalistico finisce per privare il mondo della varietà dei suoi colori, della sua bellezza e in definitiva della sua umanità. Perché ‘il futuro non è monocromatico, ma, se ne abbiamo il coraggio, è possibile guardarlo nella varietà e nella diversità degli apporti che ciascuno può dare. Quanto ha bisogno la nostra famiglia umana di imparare a vivere insieme in armonia e pace senza che dobbiamo essere tutti uguali!”. E ancora: “Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti. Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”.
Il trinomio massonico
Il Gran Maestro nel suo intervento spiegava che la fratellanza è presupposto di libertà e uguaglianza: “Al di là della famiglia di appartenenza, al di là dell’etnia, della religione, degli orientamenti sessuali e del ceto sociale, siamo tutti uguali con pari dignità e pari opportunità. Senza distinzioni. E a tutti vanno date le stesse possibilità. L’uguaglianza non guarda al colore della pelle o degli occhi. La razza umana è una soltanto. Noi del Grande Oriente d’Italia da qualche anno abbiamo tolto dalla nostra Costituzione la parola razza, aspettiamo che l’Italia e tutti lo facciano. Sono questi i principi che la Libera Muratoria persegue e custodisce da sempre per l’elevazione dell’Umanità. Uguaglianza, libertà, sono come parole d’ordine, sono inviti a lavorare per raggiungere questi obiettivi ma è possibile farlo se c’è la fratellanza. E’ questa che fa sentire gli esseri umani parte di una comunità che vuole, appunto, libertà e uguaglianza”.
Il trinomio di Bergoglio
Bergoglio nella sua enciclica ha osservato: “La Fraternità ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza. Che cosa accade senza la fraternità consapevolmente coltivata, senza una volontà politica di fraternità, tradotta in un’educazione alla fraternità, al dialogo, alla scoperta della reciprocità e del mutuo arricchimento come valori? Succede che la libertà si restringe, risultando così piuttosto una condizione di solitudine, di pura autonomia per appartenere a qualcuno o a qualcosa, o solo per possedere e godere. Questo non esaurisce affatto la ricchezza della libertà, che è orientata soprattutto all’amore”.
Le paure dei nostri tempi
Il Papa si è soffermato anche sulle paure dei nostri tempi, sulla necessità di “recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà”; sul mondo digitale, il cui funzionamento favorisce circuiti chiusi di persone che la pensano allo stesso modo e facilita la diffusione di notizie false che incoraggiano pregiudizi e odi; sui fanatismi che allignano anche tra i cristiani e in ambienti cattolici; si scaglia poi contro la pena di morte e contro l’ergastolo, che definisce una “pena di morte nascosta”. Ha affrontato inoltre la questione degli immigrati, definendola “una benedizione, una ricchezza e un nuovo dono che invita una società a crescere” e la questione della diversità come valore. Temi tutti che sono argomento quotidiano di riflessione per i fratelli del Grande Oriente d’Italia, tra le colonne del tempio e fuori. Per realizzare il grande sogno di una vera Fratellanza globale.
Fonte: grandeoriente.it