In attesa di sapere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, vale la pena di riflettere sul dato più eclatante di queste elezioni: la profonda spaccatura fra gli americani, con due visioni della vita opposte e apparentemente inconciliabili.
Assieme al livello di partecipazione, mai così alto negli ultimi centoventi anni, anche la polarizzazione appare al massimo grado. Il confronto Biden-Trump ha messo di fronte due elettorati che avvertono di non avere nulla in comune, in disaccordo su tutto, sia sulle politics, l’insieme dei provvedimenti politici a fronte delle questioni da affrontare, sia sulla policy, la politica nel senso più generale, relativa ai valori e all’ideologia.
Dall’economia all’assistenza sanitaria, dal fisco all’immigrazione, dal cambiamento climatico alla questione razziale, i sostenitori di Trump e di Biden differiscono totalmente. E anche sul coronavirus, che ha fatto da sfondo al voto.
Anzi, proprio il modo di prendere in considerazione la pandemia esemplifica meglio di ogni altro la divisione. L’82% degli elettori registrati che sostengono Biden dichiarava il mese scorso che la pandemia sarebbe stata “molto importante” per la loro scelta., mentre solo il 24% degli elettori registrati che sostengono Trump ha dichiarato lo stesso.
Il profondo divario circa l’importanza del Covid-19 nel determinare il voto sembra configurare una sorta di differenza antropologica fra i due elettorati. I democratici hanno sempre espresso molta più preoccupazione per il virus rispetto ai repubblicani. Poco prima delle elezioni, la maggior parte dei repubblicani affermava che la pandemia era stata esagerata e che comunque la situazione era stata tenuta sotto controllo, mentre i democratici rifiutavano tale visione.
Le due coalizioni differiscono in modo inconciliabile anche sul problema razziale e sull’applicazione della legge, come si è visto nel caso dell’uccisione di George Floyd per mano della polizia a Minneapolis. Circa tre quarti degli elettori registrati che sostengono Biden (76%) dichiaravano l’estate scorsa che la disuguaglianza razziale ed etnica è questione molto importante per il loro voto; mentre solo il 24% dei sostenitori di Trump era su questa linea. Al contrario, circa i tre quarti degli elettori di Trump (74%) hanno affermato che per loro è molto importante la questione dei crimini violenti (violent crime), rispetto a meno della metà degli elettori di Biden (46%).
Su tutto ciò che riguarda la questione razziale la polarizzazione è estrema. In un sondaggio della scorsa estate, il 74% degli elettori di Biden affermava che nel paese essere una persona nera rende la vita “molto più difficile” rispetto a una persona bianca. Un’opinione, questa, condivisa solo dal 9% degli elettori di Trump. E mentre il 59% degli elettori di Biden ha affermato che i bianchi beneficiano “molto” dei vantaggi sociali che i neri non hanno, solo il 5% degli elettori di Trump si è detto d’accordo. Sul punto, gli elettori di Biden e Trump si sono dimostrati molto più divisi di quanto lo fossero gli elettori di Hillary Clinton e Trump nel 2016.
Stesso discorso per il cambiamento climatico, che è in cima alla lista delle priorità per gli elettori di Biden e invece sta in basso nella lista degli elettori di Trump. Circa due terzi degli elettori di Biden (68%) dichiarano che il climate change è molto importante per la loro scelta di voto, mentre per gli elettori di Trump il problema sta esattamente all’ultimo posto in una lista di dodici questioni sottoposte alla loro attenzione.
Qualche margine di accordo traspare quando si parla di economia, specie riguardo alla comune preoccupazione per le aziende chiuse a causa del Covid-19, ma è una sintonia più apparente che reale. Mentre la schiacciante maggioranza dei democratici (94%) ritiene che si debba ridurre drasticamente il livello di infezioni e poi consentire di recarsi nei negozi, nelle scuole e nei posti di lavoro, il 50% dei sostenitori di Trump si schiera per l’apertura e la libertà di circolazione, anche in mancanza di dati su una riduzione delle infezioni.
In generale, il divario appare davvero incolmabile se si pensa che solo un sostenitore di Biden e di Trump ogni cinque elettori afferma di condividere gli stessi valori dell’altro schieramento in quanto americani.
La conferma viene dal fatto che la stragrande maggioranza dei sostenitori di Biden e Trump il mese scorso affermava che una vittoria dell’altro candidato avrebbe causato “danni permanenti” alla nazione. Otto elettori su dieci, in entrambi i campi, affermano che i sostenitori di Biden e Trump sono in disaccordo totale sia sulla policy sia sulle politics, così come sono in disaccordo sui valori e sugli obiettivi fondamentali in quanto americani.
La divaricazione profonda suscita molte domande: com’è possibile che cittadini che vivono nello stesso Paese abbiano una visione così diversa della realtà, dei problemi e delle soluzioni? Dove nasce questa radicale differenziazione che, prima ancora che politica e sociale, appare antropologica?
Sono domande sulle quali viene da ragionare anche da noi, dove sempre più spesso facciamo l’esperienza di confrontarci con chi letteralmente sembra non cogliere il punto di vista diverso dal proprio. Un problema che la pandemia, a quanto sembra, non ha determinato, ma ha solo portato alla superficie.
Aldo Maria Valli
Per scrivere questo articolo mi sono basato sulle indagini del Pew Research Center e in particolare sul testo di Claudia Deane e John Gramlich 2020 election reveals two broad voting coalitions fundamentally at odds.
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