Cari amici di Duc in altum, ricevo e vi propongo una riflessione di Gianfranco Amato su un fenomeno che merita di essere segnalato. Sono decine e decine di migliaia ormai (e il numero continua a crescere) le persone che si sono collegate per la presentazione avvenuta lo scorso 4 novembre del libro di monsignor Carlo Maria Viganò Nell’ora della prova, con la partecipazione dell’editore, Aurelio Porfiri, dello storico Massimo Viglione, e del sottoscritto, curatore del volume. Apparso nel canale Ritorno a Itaca di Aurelio Porfiri, promotore della presentazione, e poi ripreso dal canale di Gianfranco Amato, il video è diventato, come si dice, virale.
A.M.V.
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Un video che dura più di un’ora e un quarto, che contiene l’intervento di un giornalista esperto di cose religiose e di uno storico cattolico tradizionalista, e che ha come oggetto la presentazione di un tomo di ben 417 pagine, in cui si spazia dall’analisi della situazione della Chiesa a temi di spiritualità, può mai diventare virale? Pare proprio di sì. Almeno, questo è successo al video, che ho caricato sul mio profilo YouTube, in cui Aldo Maria Valli e Massimo Viglione hanno presentato il libro intitolato Nell’ora della prova di monsignor Carlo Maria Viganò, video che al momento ha superato le 40 mila visualizzazioni. E continua a crescere di ora in ora.
Gli esperti di comunicazione sono tutti concordi nel ritenere che i video su YouTube per essere seguiti dagli utenti non dovrebbero durare più di qualche manciata di minuti. Spiegano, addirittura, che la stragrande maggioranza dei potenziali interessati, prima di aprire il video, getta l’occhio sulla durata e desiste se la ritiene eccessiva. Nell’era di Internet tutto corre velocemente e tutti hanno fretta. Cosa spinge, quindi, decine di migliaia di persone ad ascoltare la lunga presentazione del libro di mons. Viganò fatta da Valli e Viglione?
Credo che un paio di considerazioni su questo punto si possano fare.
1) Il trend di crescita delle visualizzazioni mostra che esistono evidentemente numerosi gruppi di utenti collegati tra loro. Si tratta del metodo della cosiddetta “condivisione” all’interno di chat, mailing list, e altri vari sistemi di diffusione aggregata permessa dai social network. Questo dimostrerebbe che, in realtà, l’antico strumento del “passa parola” funziona ancora, anche se in versione digitale, e che potrebbe essere usato in maniera più proficua se molti di questi gruppi anonimi decidessero di intraprendere un’azione sinergica. Facessero “rete”, come si usa dire oggi. È davvero un peccato non riuscire a dare un volto alle 40 mila persone che fino a questo momento si sono dimostrate interessate ad un tema che, evidentemente, non è solo di nicchia. Vedremo quale sarà il numero finale, ma per ora, almeno, i classici gatti non sono solo quattro. Sono diecimila volte di più.
2) In realtà, – e qui veniamo alla seconda considerazione – il tema per moltissime persone è di estrema e drammatica attualità. E l’interesse è tale da poter sacrificare un ora, diciassette minuti e tre secondi del proprio tempo – così prezioso in una società dove tutto è accelerato – per cercare un criterio di giudizio chiaro e univoco che consenta di leggere questo strano e inquietante periodo che pare attraversare la Chiesa e la fede cattolica in generale. C’è una sete ardente di verità in mezzo a tanta menzogna e c’è una fame bramosa di chiarezza in mezzo a troppa ambiguità. C’è anche l’assoluta necessità di un punto fermo e affidabile di riferimento. Oggi nella Chiesa cattolica troppi chierici, troppi religiosi, troppi sacerdoti, troppi vescovi, troppi cardinali assomigliano sempre di più ai «cani muti» descritti da Isaia, che «incapaci di abbaiare, sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi» (Is 56, 10). Pastori ridotti a «guardiani ciechi che non si accorgono di nulla» (Is 56,10) o a «mercenari che scappano davanti ai lupi» (Gv 10, 12). O, peggio ancora, mercenari che tramano coi lupi e danno loro in pasto le pecore che dovrebbero proteggere.
In questo strano e inquietante tempo sembra proprio che spetti ai laici il compito di salvare la Chiesa. Stiamo vivendo un paradosso: oggi, infatti, sono le pecore a guidare i pastori e ad invitarli a non temere i lupi. Ma questa non può che essere una situazione eccezionale e transitoria. Possiamo solo sperare che passi il prima possibile e che il Padreterno torni a fornire la Sua Chiesa di autentici Pastori coraggiosi.
Gianfranco Amato
presidente dei Giuristi per la vita
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Un libro da non perdere.
Nell’ora della prova (Chorabooks) di Carlo Maria Viganò, a cura di Aldo Maria Valli.
Per conoscere meglio monsignor Viganò, capire le sue ragioni, valutare la portata dei suoi interventi. Un libro che gli storici della Chiesa dovranno prendere seriamente in considerazione quando studieranno il pontificato di Bergoglio e ricostruiranno i drammatici passaggi che stanno caratterizzando questi nostri anni.
Nell’ora della prova può essere ordinato qui in formato cartaceo e qui in formato Kindle
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Vi ricordo poi il mio saggio Virus e Leviatano (Liberilibri, 108 pagine, 11 euro). Una riflessione sull’uso politico e sociale della pandemia. Ovvero, ecco a voi il dispotismo statalista, condiviso e terapeutico che minaccia democrazia e libertà.
Arrivato alla terza ristampa, lo si può acquistare qui, qui e qui oltre che su tutte le altre piattaforme per la vendita di libri e, ovviamente, nelle librerie.