Verità & bellezza del rito antico
“Non debemus, non possumus, non volumus”. Fu questa la risposta che Pio VII diede al generale Radet dell’esercito napoleonico che, entrato al Quirinale (allora residenza del papa) il 5 luglio 1809, intimò al pontefice di cedere alla Francia i territori dello Stato pontificio, pena, come accadde, l’arresto.
Ed esattamente queste sono le parole che Massimo Cicero mette proprio all’inizio del suo libro Tutto, ma… il latino no! (88 pagine, 10 euro), volumetto che è un atto d’amore per il rito antico, la cui maestosa bellezza, scrive l’autore, è la bellezza stessa di Cristo.
Dunque, “non debemus, non possumus, non volumus”, afferma Cicero. Non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo cedere agli attacchi concentrici del modernismo, della sciatteria, dell’ignoranza. Non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo dimenticare il patrimonio di Verità e di bellezza che ci è stato consegnato dalle generazioni precedenti. Non dobbiamo, non possiamo e non vogliamo ridurre la santa Messa a uno spettacolo umano, con il prete trasformato in telecronista e i fedeli nel ruolo di pubblico. Non dobbiamo, non possiamo e non vogliamo ignorare l’importanza del canto sacro per avvicinarci a Dio.
Il merito del libro di Massimo Cicero è di essere chiaro e di andare al dunque, una vera e propria guida che consente a tutti, anche a chi non ha fatto studi specifici, di recuperare la bellezza della liturgia e comprendere la ferita inferta alla fede stessa mediante un’azione liturgica che ha messo l’uomo al posto di Dio e ha voltato le spalle a Gesù.
I capitoli del libro si susseguono con un filo conduttore che si trova nelle parole pronunciate da Joseph Ratzinger nel libro La mia vita: “Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia”. Vero e proprio crollo, in effetti, se si pensa a certe Messe di questi nostri tempi e a come sono concepite le chiese, all’interno delle quali spesso è difficile capire se c’è, e dov’è, il tabernacolo, mentre abbondano, per esempio, i tazebao in stile maoista.
Non manca, nel libro, un confronto fra i due riti, l’antico e il moderno (ma meglio sarebbe dire il modernista), per quanto riguarda l’altare, l’architettura, il tabernacolo, i fedeli, il sacerdote, il senso della celebrazione e le sue componenti, dall’Introibo al Confiteor, dalla liturgia della Parola al Credo, dall’Offertorio alla Consacrazione, dal Padre nostro alla Comunione, dal ringraziamento ai riti dopo la Messa.
Come, in modo paradossale, si dice nel titolo, il libro è anche un inno alla bellezza del latino, la lingua della Chiesa e di una schiera di santi Padri come Ambrogio, Agostino, Leone Magno, Gregorio Magno. Come ha scritto Corrado Gnerre, “prima molti non capivano le parole della Messa, ma tutti sapevano cosa fosse la Messa. Poi, con la riforma liturgica, tutti hanno iniziato a capire le parole della Messa e come risultato abbiamo che ormai più nessuno sa che cos’è la Messa”. Non è un’esagerazione. Basta guardarsi attorno. Come dicono gli esperti, c’è stato un cambio di prospettiva: da quella teocentrica a quella antropocentrica. E così ora celebriamo noi stessi, celebriamo l’uomo, e Dio è diventato quasi un intruso.
Anche i capitoli sul canto gregoriano e sulla profondità del silenzio ci aiutano a capire ciò che abbiamo perso e la follia che ha voluto trasformare l’azione liturgica in un happening verboso. Tanto che spesso si esce dalla Messa non rasserenati, ma tristi e innervositi.
Bellissime le pagine finali, nelle quali possiamo ascoltare la raccomandazione che Gesù rivolge al Don Camillo di Giovannino Guareschi. Che cosa possiamo fare? “Salvare il seme”. Come fa il contadino quando il fiume travolge gli argini. Se il contadino avrà messo in salvo il seme, ci sarà la rinascita.
Per citare ancora Gnerre, “la Messa tridentina non è vera perché bella, è bella perché vera”. Ecco perché non debemus, non possumus, non volumus arrenderci.
A.M.V.
***
Un libro da non perdere.
Nell’ora della prova (Chorabooks) di Carlo Maria Viganò, a cura di Aldo Maria Valli.
Per conoscere meglio monsignor Viganò, capire le sue ragioni, valutare la portata dei suoi interventi. Un libro che gli storici della Chiesa dovranno prendere seriamente in considerazione quando studieranno il pontificato di Bergoglio e ricostruiranno i drammatici passaggi che stanno caratterizzando questi nostri anni.
Nell’ora della prova può essere ordinato qui in formato cartaceo e qui in formato Kindle
***
Vi ricordo poi il mio saggio Virus e Leviatano (Liberilibri, 108 pagine, 11 euro). Una riflessione sull’uso politico e sociale della pandemia. Ovvero, ecco a voi il dispotismo statalista, condiviso e terapeutico che minaccia democrazia e libertà.
Arrivato alla terza ristampa, lo si può acquistare qui, qui e qui oltre che su tutte le altre piattaforme per la vendita di libri e, ovviamente, nelle librerie.