Parto da un dato che penso possa unire tutto il mondo che ruota intorno alla difesa della Tradizione Cattolica, ovvero quello che sta accadendo -ahinoi- alla Chiesa e al Cattolicesimo da diversi decenni a questa parte, cioè l’aver cambiato totalmente il paradigma dell’Annuncio: dalla salvezza dell’anima alla salvezza del corpo, unito all’inopportuna compromissione con il mondo. Un cambio di paradigma che ha portato di fatto ad una completa dimenticanza dei veri peccati (per non dire del peccato in quanto tale) con la nascita di “nuovi peccati”. Oggi -per esempio- se qualcuno non fa bene la raccolta differenziata, sente di non avere la coscienza completamente a posto; e poco ci manca che il confessore, invece di chiedergli altre cose, gli chieda per l’appunto cose di questo tipo.
Duole dirlo, ma questi giorni stanno mostrando come anche il cosiddetto tradizionalismo (parola che non gradisco dal punto di vista semantico) sta facendo la stessa cosa. Essere per la Tradizione vuol dire essere per la Verità, ma la verità con la V maiuscola, quella Verità che coincide con Dio e con la sua perennità. Da ciò ne consegue la difesa della dottrina di sempre, della morale di sempre, della liturgia di sempre. Su questo ognuno di noi verrà primariamente giudicato.
E invece cosa sta accadendo al mondo tradizionalista? Che anch’esso sembra aver cambiato il paradigma. La preoccupazione, con profusione della massima energia, non è più quella di difendere la Dottrina (a riguardo possono andare bene anche i padre Livio di turno che tengono a ribadire la loro completa accettazione delle linee pastorali di papa Francesco, Amoris Laetitia annessa), bensì quella di lottare donchisciottescamente contro ipotetici complotti che si nasconderebbero dietro norme illiberali di igiene sanitaria, così come dietro i mulini a vento, per il personaggio di Cervantes, si nascondevano pericolosi giganti.
Il tutto a servizio del progressismo stesso: ad una Chiesa tutta preoccupata di acconciarsi sul mondo, ecco un tradizionalismo tutto preoccupato a scongiurare chissà quale metamorfosi sociale e soprattutto chissà quale privazione delle libertà individuali, come se tali libertà fossero la primaria bussola di riferimento. Non bastava il cattolicesimo liberale, ci voleva anche il tradizionalismo liberale! Ma tant’è, in questo mondo scombinato, in cui due uomini o due donne possono figliare, dove dire “mamma” o “papà” è da criminali, in cui un Papa (da Papa legittimo) può dire che Dio non è cattolico (per cui non si capisce perché si dovrebbe essere cattolici se Dio non lo è)… la perdita del principio di non-contraddizione sembra essere a 360 gradi, toccando tutti.
Ma allora questo vuol dire che i complotti non esistono? Che chi ama la Tradizione non deve far sua anche una sana Teologia della Storia? Certamente, ma “sana”. Sottolineo “sana”! “Sana” vuol dire prima di tutto “pensata” con dati alla mano e selezionando le fonti.
Ma “sana” vuol dire anche e soprattutto capace di leggere i pro e i contro di determinati fenomeni. Certamente il male, nella sua reale personificazione demoniaca quanto nella sua altrettanto reale consistenza occulta e settaria (vedi la o le Massonerie), può approfittare di tutto per raggiungere il suo scopo. In Teologia Spirituale c’è un classico esempio: se hai il mal di testa, non è detto che sia stato il demonio a fartelo venire (anzi), ma certamente il demonio può approfittare di questo tuo stato di afflizione, che ti rende certamente più debole, per condurti dove lui vuole.
Ecco dunque la necessità della virtù della Prudenza (indispensabile virtù cardinale) nella valutazione dei fatti storici. Virtù della Prudenza che obbliga a pensare prima di parlare, a pensare prima di postare (mi riferisco ai social), pena due effetti negativi. Il primo: non individuare esattamente dove davvero si nasconda il nemico. Il secondo: rendersi poco credibili e così far pensare all’interlocutore di turno: ah questo era colui che diceva quella sciocchezza che può si è rivelata non vera…
A questo poi si aggiunge un’altra cosa che ho anche detto nel mio articolo sulla catechesi di Padre Livio, ovvero che questa spasmodica ricerca dei “cattivoni” (che pur esistono, ma che non possiamo sempre sapere quando e come agiscano) fa sfuggire la verità del castigo. Un castigo che si sta palesando nella penalizzazione di un stile di vita che conosciamo quale fosse (c’è stato anche qualche tradizionalista che quasi si doleva per la chiusura delle discoteche!) e che ancora dimostra la perenne verità del noto adagio: la farina del diavolo… va tutta in crusca.
Per non parlare di chi si rammarica di non poter uscire fuori del proprio comune e che pur coltiva l’amore per i secoli passati e per quelli della societas christiana medievale, ben sapendo che allora, quando scoppiavano le epidemie, le città si chiudevano per mesi e mesi.
Insomma una cosa è certa, è che, al di là di ciò che ci riserverà il futuro, quando andremo davanti a Dio saremo giudicati da come avremo difeso la Verità di cui sopra, cioè quella con la “V” maiuscola… e non certo ipotesi storiografiche più o meno bizzarre.
Corrado Gnerre