Cari amicid di Duc in altum, vi propongo l’intervista di affaritaliani ad Andrea Stramezzi, uno dei tanti medici che in silenzio curano, e guariscono, i malati di coronavirus. Ecco come
***
“La Rivista New Microbes and New Infections, vol. 38, novembre 2020, ha pubblicato un lavoro di revisione della letteratura sull’idrossiclorochina e ha riscontrato che il 100% dei lavori in cui l’HCQ è stata data a casa, all’inizio della malattia, concorda sulla sua efficacia e Aifa avrebbe il dovere di rivedere la propria posizione”.
Una dichiarazione di Andrea Stramezzi, medico. Uno dei tanti medici che in silenzio curano – e guariscono – tantissime persone affette da Covid e abbandonate a sé stesse con una tachipirina fra le mura domestiche. Come spiega Stramezzi, in pista da marzo quando un amico lo chiamò per due genitori anziani in condizioni critiche.
“Somministrai idrossiclorochina e antibiotico e dopo quattro giorni il papà del mio amico, prima sotto ossigeno, camminava per casa e si lamentava di non potere uscire a fare una passeggiata. Ho fatto lo stesso con tanti altri, finché mi è stato offerto di andare a dirigere il reparto Covid di un ospedale. Mi sono letto tutte le cartelle cliniche e ho visto che i pazienti erano stati trattati tutti con idrossoclorochina. A dosaggi normali non fa alcun danno, a meno che il paziente non soffra di aritmie o di favismo. Ci sono dei casi in cui non va data ma in tutti gli altri è efficace”. Quindi, come dice Stramezzi e come affermano da mesi decine e decine di medici coraggiosi che lavorano sottotraccia, “i positivi sintomatici vanno trattati subito, a casa. Solo così si può prevenire la tempesta di citochine che porta alla malattia grave. I farmaci li abbiamo, diamoli e crolleranno i ricoveri, le terapie intensive e i morti”.
Dottore, lei dice, come tanti medici, che i farmaci per guarire ci sono.
La grande responsabilità di chi ci governa è di non aver dato ai medici di base i protocolli di cura, sino a dieci giorni fa e, oggi, di darli sbagliati, praticamente, suggerendo di dare solo la solita tachipirina.
Quindi lei ha guarito praticamente tutti i pazienti positivi a casa?
Sì. Ritengo gravissimo che ai medici non siano stati dati protocolli. L’accanimento contro l’idrossoclorchina è una montatura politica. Prima della guerra fra Trump e Oms, l’Aifa non era drasticamente contro il suo utilizzo. Poi Aifa l’ha ritirata come cura sul Covid e ritengo il fatto molto grave.
Ma se non ci sono protocolli validati, lei con quali farmaci guarisce?
Somministro antibiotico, cortisone e Montelukast nei primi giorni di sintomatologia, per bloccare la tempesta di citochine. Il Covid scatena una reazione anomala: se non viene bloccata, si verifica la tempesta citochinica e il paziente rischia la vita. Quindi va trattato subito, non si aspetta che arrivi in ospedale, dove non si riesce più a bloccarla. L’idrossiclorochina viene somministrata da molti colleghi reumatologi ed è efficacissima in prima fase, ma non solo. Esistono farmaci come il Montelukast, con trascurabili effetti collaterali, di semplice assunzione e basso costo. Esiste già una letteratura disponibile, è un antistaminico antagonista dei recettori leucotrienici. Si può somministrare in combinazione con Azitromicina, Decadron, Clexane, C-Tard. E, come specifica la letteratura, “se ben curato, il Covid difficilmente esita in quadri di tempesta delle citochine o nella formazione di trombi o nel riempimento polmonare di liquido infiammatorio”. E poi c’è il REGN-COV2, della Regeneron, che sono anticorpi monoclonali specifici per il Covid-19, di cui attendiamo con ansia l’approvazione dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Quello che mi stupisce è il fatto che i media parlino solo di vaccini e non dell’approvazione della Fda del farmaco della Regeneron, che da solo, dato a casa ai primi sintomi, in un’unica dose li farebbe guarire tutti senza farli aggravare, evitando i ricoveri, le intensive e le morti.
Certo, un paziente va visitato. Va fatto un tampone, va fatta una lastra ai polmoni perché il Covid crea un inconfondibile aspetto a vetro smerigliato, si vede subito. Non si può curare per telefono.
Quindi l’unica differenza che c’è fra adesso e marzo è che ora il medico di base può prescrivere il tampone?
Quasi. Mentre in ospedale possono sperimentare, non si può fare nulla, ufficialmente, per il paziente a casa con il rischio che peggiori, perché la tachipirina certo non risolve alcun problema! La prima cosa da fare è controllare i polmoni, non si può lasciare la gente abbandonata a sé stessa. Nessuna banca del plasma nazionale è stata creata. In Veneto ce n’è una da maggio, ora anche in Lombardia e in Puglia, ma l’Istituto superiore di sanità non l’ha ancora validata.
Rammento che cento anni fa, la Spagnola è stata debellata grazie al plasma iperimmune, quando ancora non si sapeva cosa fosse un virus.
E sui tamponi?
A mio avviso, un terzo dei contagi/ricoveri/terapie-intensive/morti è dovuto ai messaggi sbagliati dati dai vertici istituzionali/clinici, un altro terzo dalle scelte erronee del governo. Bisognava insegnare a fare i tamponi. E controllare la tecnica dell’operatore. Molti falsi negativi sono dati da tamponi inseriti parzialmente. I tamponi fatti solo a chi proveniva da Wuhan è stato l’errore di gennaio. I tamponi fatti solo ai ricoverati è stato l’errore di marzo. Il non sapere leggere e interpretare i dati quotidiani è stato l’errore di luglio. Il continuare a fare tamponi (classici molecolari) senza essere in grado di tracciare i casi, è l’errore di ottobre. È stata una sequenza di errori. Avremmo evitato ventimila morti, 200 miliardi di debito, perdita di libertà e democrazia.
Cosa pensa del lockdown? È utile?
Penso che se ci avessero da subito fatto portare la mascherina, due settimane di lockdown sarebbero bastate e non ci troveremmo in questa situazione. Io sono andato per mesi di casa in casa, non ho mai indossato la tuta di biocontenimento, se non in reparto, dove è obbligatoria. Solo la mascherina. Un bus o un metrò affollati non creano nessun contagio se tutti portano la mascherina. Quello di disinfezione e sanificazione è un falso problema. Su trentamila contagi forse uno è dovuto al contatto goccioline/superficie/dita/congiuntive. E sottolineo, forse. Quindi, lavarsi le mani, mettere i guanti, disinfettarsi e sanificare vestiti, ambulanze, scuole e negozi, non serve a nulla, se non a sprecare tempo e danaro. Vi sono mascherine migliori di altre, ma la peggiore mascherina che esista diminuisce di mille volte il rischio. Questo è stato un altro grave errore commesso dal Cts. I contagi da contatto sono ridicoli. Se per caso il virus finisce nello stomaco viene distrutto dai succhi gastrici. L’importante è che il virus non entri nei polmoni. Tutte le mascherine assorbenti funzionano, anche quelle di stoffa perché fungono da barriera meccanica per la gocciolina, che altrimenti viene aspirata dal naso e finisce nei polmoni.
Lei ha curato a casa pazienti sintomatici positivi, di ogni età. E gli asintomatici?
Non è vero che gli asintomatici non sviluppano danni. I danni anche se piccoli ci sono. Ad esempio, una radiografia al torace con aspetto a vetro smerigliato. E potrebbero divenire gravi nel tempo. Anche gli asintomatici andrebbero trattati, per limitare i danni. Questo virus non ha ripercussioni solo sui polmoni, ma anche sul cuore, sul sistema nervoso centrale e periferico e anche sulla pelle, che si può riempire di macchie rosse come quelle delle malattie esantematiche dei bambini. Ho un paziente di vent’anni curata a marzo e guarita, ma ancora adesso ha fitte e difficoltà respiratorie quando fa le scale. Per questo è gravissimo che la gente sia abbandonata a sé stessa dentro casa. Bisogna intervenire tempestivamente ed evitare che arrivino in terapia intensiva. Visto che i farmaci ci sono e la dimostrazione evidente è che li uso da mesi e funzionano. Nessun mio paziente domiciliare è mai stato ricoverato e nessuno dei miei pazienti ospedalieri è mai finito in terapia intensiva. Guariscono.
Monica Camozzi
Fonte: affaritaliani.it